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Alcaraz mette nel mirino gli Australian Open: "Prima o poi li vincerò". E su Murray-Djokovic: "Il tennis ci guadagna"

Carlos Alcaraz pronto a lanciare il guanto di sfida: gli Australian Open sono l'unico torneo dello slam che manca nella sua bacheca e lui vuol colmare in fretta la lacuna

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Carlitos va di fretta, ma non prima di gennaio. Quando il circuito ATP riaprirà ufficialmente i battenti e lui, lo spagnolo prodigio che punta a rimpiazzare Nadal nei cuori degli appassionati iberici (e intanto ci prova comunque a livello di risultati), proverà a colmare l’ultima casella slam che è rimasta ancora vuota nella sua collezione, che fa rima con Australian Open. E dovesse riuscirci nel 2025 o nel 2026, proprio a Nadal sottrarrebbe un record assai particolare, quello del più giovane giocatore di sempre a conquistare tutti e quattro i tornei dello slam.

La promessa: “Melbourne prima o poi sarà mia”

Alcaraz si trova in questi giorni a New York, intento ad arrotondare gli incassi stagionali con due match esibizione contro Ben Shelton al Madison Square Garden nella notte italiana tra mercoledì e giovedì (intanto sono andati a vedere assieme l’NBA, sempre al MSG), per poi spostarsi allo Spectrum Center di Charlotte per affrontare sabato 7 dicembre Frances Tiafoe. Una sorta di sfida “riparatrice” rispetto a quella che avrebbe potuto essere una finale di Davis, dove pure Spagna e USA sono rimasti a guardare (entrambe sono uscite nei quarti).

Ma la testa corre già veloce a Melbourne, dove tra poco più di un mese ripartirà la caccia all’ambito Grande Slam che nessun tennista ha mai saputo centrare negli ultimi 50 anni (Rod Laver ce la fece nel 1969, agli albori dell’era Open, dopo esserci riuscito già da dilettante nel 1962). Non ci sono riusciti Federer, Nadal e Djokovic, vorrebbe provare a farcela Carlitos, che in Australia però ha come miglior risultato i quarti di finale della passata edizione, sconfitto da Alexander Zverev.

“Sono sicuro che prima o poi riuscirò a vincere anche gli Australian Open, e chissà che questa cosa non possa succedere già quest’anno”, s’è lasciato scappare lo spagnolo durante un incontro con la stampa newyorchese. “Riuscire a vincere tutti e quattro i tornei dello slam per me è un obiettivo davvero molto importante e spero di poterci riuscire presto. Detto ciò, so bene che servirà essere al massimo della forma, perché ci sono tanti giocatori che hanno alzato il loro livello di gioco. Penso a Zverev, oltre che a Sinner, avversari contro i quali bisognerà spingersi oltre i propri limiti”.

Samuel Lopez entra nello staff tecnico

Dalla prossima stagione nello staff di Alcaraz ci sarà posto anche per Samuel Lopez, che affiancherà Juan Carlos Ferrero come coach del murciano. Samuel e Juan Carlos si conoscono bene, si stimano a vicenda e non vedono l’ora di lavorare assieme. Personalmente ho la sensazione che con loro due accanto potrò crescere più in fretta di quanto avrei potuto fare se avessi lavorato con uno solo di loro due.

Certo, rispetto a qualche anno fa oggi anch’io sento di poter dire la mia sotto molti aspetti, e loro sapranno ascoltare le mie ragioni. Ma sono convinto che alla lunga il mix che andremo a comporre si potrà rivelare vincente e consentirmi di battagliare con i migliori tennisti al mondo”.

Nole e Andy, la “strana” coppia: “Sarà come sfidarli entrambi”

A proposito di nuove partnership, l’universo del tennis è stato letteralmente travolto dalla notizia della scelta effettuata da Novak Djokovic di affidarsi a Andy Murray nel ruolo di allenatore. “Una scelta che fa bene al tennis e che renderà tutto ancora più elettrizzante”, ha concluso Alcaraz. “Sarà come affrontarli entrambi nello stesso momento e sarà una sensazione pazzesca. Penso che Murray possa essere considerato a pieno titolo il miglior allenatore che Nole avrebbe potuto scegliere in questa fase della sua carriera. C’è tanta curiosità attorno a questo binomio e la cosa non può sorprendere”.

Intanto Carlitos, che per il terzo anno consecutivo ha chiuso nei primi tre posti della Race (unico atleta a non uscire mai dalla top 5 nel periodo), ha fatto sapere di voler far parte anche nella prossima annata della formazione europea di Laver Cup.

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