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Alex Zanardi, il medico: "Sarà una scalata dura". Le condizioni

Il campione di handbike, Alex Zanardi, sta affrontando un percorso complicato e difficile di riabilitazione dopo il grave incidente subito

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Alex Zanardi lotta, continua a farlo anche dopo aver lasciato il Policlinico Le Scotte di Siena per intraprendere un percorso nuovo, in un centro riabilitativo ad alta specializzazione, Villa Beretta, nel Lecchese seguito da uno dei migliori esperti in materia.

Dopo la toccante intervista rilasciata al Corriere della Sera dal figlio Niccolò (che lo assiste costantemente con la mamma, Daniela), ha esplicitato la situazione, con le parole più giuste e nel rispetto delle indicazioni espresse dai familiari, il professor Franco Molteni.

“Quello che posso dirle – afferma Molteni al Corriere – è che in questo momento lui è davanti all’Himalaya. Non possiamo essere stupidamente ottimisti e avere ora la certezza che arriverà in cima, ma non possiamo nemmeno essere preventivamente disfattisti e dirci sicuri che non ce la farà. È qui soltanto da due giorni e dall’incidente è passato un mese…Una cosa la sappiamo: siamo molto determinati. I miracoli non li fa nessuno e qui nessuno pensa di essere onnipotente ma faremo tutto ciò che sarà possibile fare, come facciamo sempre con i nostri pazienti”.

Franco Molteni, classe 1956, dirige l’Unità operativa complessa di recupero e riabilitazione di Villa Beretta, e segue anche il campione di handbike rimasto vittima il 19 giugno scorso di un incidente assurdo e drammatico che lo ha costretto a tre delicati interventi.

Al Corriere non svela i dettagli relativi alle attuali condizioni in cui versa Zanardi, se non un dettaglio: “È un impegno che ho preso con la moglie e con il figlio. Noi diremo qualcosa soltanto se e quando ce lo chiederanno loro”.

Villa Beretta, il professor Molteni e il percorso di riabilitazione di Zanardi

A Villa Beretta, centro di riabilitazione specializzato in gravi traumi midollari e cranici, Alex è giunto martedì scorso: nel centro c’è una palestra piena di robot pensati per aiutare chi ha lesioni midollari che però sono usati anche per quanti hanno riportato lesioni cerebrali, come Zanardi. Esoscheletri indossabili, piattaforme robotizzate per il recupero dell’equilibrio, altri per la riabilitazione degli arti superiori: il professor Molteni è uno dei massimi esperti di rewalk. “Seguire e vedere un paziente che riesce a fare progressi è ogni volta un’emozione”, confida al Corriere il professor Molteni senza riferirsi direttamente a Alex.

Il professor Franco Molteni è un esperto e a questa specializzazione ha dedicato la sua intera carriera: si è laureato in medicina nel 1981 e si è specializzato in medicina fisica e riabilitazione nel 1984, ottenendo già l’anno successivo un riconoscimento importante quale premio nazionale della Società italiana di medicina fisica e riabilitazione.

Le parole del cappellano della struttura su Zanardi

Luca Poli, il cappellano della struttura, ha detto alla Gazzetta dello Sport di aver avuto modo di vedere Zanardi: “Alex è cosciente un po’ si e un po’ no, a momenti. Speriamo, perché quell’uomo è un simbolo. Dopo il viaggio era molto stanco. L’ho visto per poco tempo e credo avesse tutto il diritto di essere provato da un viaggio del genere. Quando uno è così stanco non ha voglia di tenere gli occhi aperti, cerca di stare un po’ assopito. No, non mi ha stretto la mano. Sono stato un po’ lontano perché per il momento siamo pregati non avvicinare i pazienti. Quell’uomo ha una vitalità incredibile ed è fortunato perché ha una bella famiglia”.

Niccolò Zanardi: “Noi diamo gli stimoli affettivi”

L’ottimismo più puro è quanto anima e sostiene la moglie e il figlio di Zanardi, Niccolò: “Non è più in pericolo di vita, ed è già molto, ma ha davanti a sé un percorso ancora lunghissimo, e lo sappiamo, siamo preparati. Siamo anche contenti perché il suo recupero è stato molto più veloce di quanto ci aspettassimo. Ma non bisognerebbe sorprendersi: questo è papà. È incredibile l’energia di quell’uomo, ha una forza straordinaria. Non ho mai perso uno solo dei miei turni al suo fianco in ospedale”. La cautela è quella degli esperti, non di Daniela e Niccolò Zanardi, che hanno imparato a conferire fiducia alle risorse straordinarie di Alex.

“Con la mamma abbiamo fatto tutti i giorni la spola, trecento chilometri al giorno tra andata e ritorno. Gli parliamo, certo. Ora che non è più sedato si può. Prima era proprio controindicato. I medici ci spiegavano che stimoli esterni avrebbero interferito con la sedazione. Adesso invece ci dividiamo i compiti: noi diamo gli stimoli affettivi, i medici quelli neurologici”.

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