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Allegri, arrivano le prime rivincite: ora i critici gli danno ragione

Dopo le due vittorie contro Bologna e Maccabi Haifa l'analisi di alcuni fattori tende a dare ragione ad Allegri ma la convalescenza del paziente Juventus è ancora lunga

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

La Juventus è tornata anche se ancora in convalescenza. Le due vittorie a suon di gol contro Bologna e Maccabi hanno permesso alla Vecchia Signora di rialzare la testa, e la classifica, sia in campionato che in Champions League. Gli ultimi 20 minuti di ieri contro gli israeliani suonano come un campanello d’allarme sull’uscita fuori dal tunnel ma rispetto al settembre nero è un passo avanti. Ed anche Massimiliano Allegri comincia a incassa le sue prime rivincite, oltre alla fiducia, mai in dubbio a sentire Nedved, della società.

Juventus, il malato sta meglio ma non è guarito

Juve: 2 vittorie in pochi giorni, 6 gol fatti e uno solo subito. La sosta ha fatto bene alla Juventus che ha ritrovato uomini, gioco e vittorie dopo il settembre nero che l’aveva affossata sul piano dei risultati e del morale. La squadra spaesata e impaurita di Monza ha lasciato il campo a una compagine old style Juve, compatta, aggressiva, capace di creare e di andare in rete. I due successi contro Bologna e Maccabi non sono la panacea dei mali ma rappresentano una spinta verso il futuro che a breve si chiama Milan.

Juventus: i fantasmi ci sono ancora

Come col Bologna sembrava una partita in discesa, anzi ancor di più dal momento che la Juve contro il Maccabi, oltre ai 3 gol disegnati dalla matita fatata di Angel di Maria, i bianconeri hanno sprecato tantissime occasioni per fare incetta di reti, e magari emulare il Napoli tennista per una notte ad Amsterdam. Ed invece è successo quello che non doveva accadere. Un’imbarcata difensiva, tutti complici, che ha portato il Maccabi a riaprire la partita e sfiorare il pari nei minuti che hanno preceduto il 3-1 di Rabiot.

Juve, scheletri nell’armadio. Un gol che nella dinamica è sembrato simile a quello incassato da Koume a Firenze con la squadra in avanti e presa di sorpresa in contropiede. Ci si è messo anche Szczesny con un’uscita improvvida quasi a centrocampo. Fatto sta che in un attimo sono usciti tutti i fantasmi dello Stadium, insieme a quel pizzico di contestazione latente dei tifosi quasi quanto la paura dei giocatori di capitolare nelle difficoltà.

Le ragioni di Allegri: Rabiot e Di Maria aspettando Chiesa e Pogba

Allegri lo aveva detto: “Sarà vera Juve solo al completo”. Per qualche sera l’hashtag #AllegriOut è rimasto a riposo custodito nelle dita e sulle tastiere dei tifosi contro il tecnico toscano. Che anzi incassa qualche “Max lo aveva detto”. Dopo aver ritrovato Di Maria e soprattutto Rabiot il tecnico ha potuto mettere in campo una Juve più lineare con le sue idee di calcio ed una squadra di maggiore carattere. Kostic, ma anche McKennie nelle veci di Cuadrado, riescono a dare quell’ampiezza che dà libertà di inventiva al Fideo. Servirebbe maggiore concretezza da parte di Vlahovic ieri a segno sì ma con almeno 4 palle gol sprecate.

Juventus: Rabiot da esubero a risorsa

Incredibile ma vero. Era sull’aereo destinazione Manchester, sponda United. Poi le richieste esose di mamma Veronique hanno fatto saltare tutto. Adrien Rabiot è così rimasto. Ed Allegri il giorno dopo lo ha investito di una nuova responsabilità. Un vero e proprio pallino del tecnico toscano che lo avrebbe sacrificato solo sull’altare del bilancio per rimpinguare le casse bianconere.

Per Allegri, Rabiot è un giocatore fondamentale, capace di fare entrambe le fasi, dando corsa e copertura. Fino a ieri alle 21 carente sotto l’aspetto realizzativo. Due perle, un perfetto inserimento ed una spizzata vincente su corner, ripagando oltremodo la fiducia del tecnico.

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