“Non voglio diventare un modello ma quando smetterò mi dovranno spiegare cosa vuol dire giocare bene. Visto che non lo capisco”. E’ un Massimiliano Allegri polemico quello che si avvicina alla gara di Parma, dove la sua Juventus affronterà gli emiliani reduci dalla sconfitta con la Spal. “Ci vuole equilibrio in tutto: siamo stati il secondo attacco del campionato l’anno scorso, facendo 89 gol: il discorso del giocare bene è difficile da spiegare, io non lo capisco, magari qualcuno me lo spiegherà in futuro” la stoccata del timoniere dei bianconeri.
“Quando ho iniziato a fare l’allenatore, mi piacevano i vincenti, Capello, Lippi, senza nulla togliere a Sacchi. Nell’albo non scrivono chi ha giocato meglio, ma chi ha vinto. A me piace vincere, io sono anche contento di giocare male, ci sono partita in cui è necessario per portare a casa le vittorie” aggiunge l’ex allenatore del Milan.
“Servono giocatori di alto livello, altrimenti le società non spenderebbero 100 milioni per Ronaldo o per Dybala. E’ un discorso molto semplice: il calcio è semplice, più di quello che sembra” conclude Allegri, che resta piuttosto abbottonato sulle scelte da operare in vista della sfida con i ducali: in attacco ha molte alternative e contro la Lazio, la scorsa settimana, non ha impiegato neppure per un minuto proprio l’argentino.
Nell’ambiente c’è grande attesa per la prima rete del portoghese, che è rimasto a secco sia contro il Chievo, all’esordio in serie A, che contro la formazione allenata da Simone Inzaghi.
Dall’altra parte c’è un Parma autore di una partenza al rallentatore. Prima di perdere in casa dei sorprendenti estensi gli uomini di D’Aversa si erano fatti rimontare dall’Udinese, passando con i friulani dal 2-0 al 2-2 finale. E ora cercheranno di fare lo sgambetto ai campioni d’Italia.
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