Virgilio Sport

America's Cup, Ainslie non s'arrende: "Ci basta un clic per svoltare". Burling sereno: "Possiamo far meglio"

Mercoledì si torna in acqua per le regate numero 5 e 6, con Ineos costretta a vincere per provare a riaprire i giochi. Ma Emirates giura che potrebbe fare ancora meglio.

Pubblicato:

Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La speranza è l’ultima a morire, ma certo servirebbe un mezzo miracolo a Ineos Britannia per riaprire la partita contro Emirates Team New Zealand e provare a giocarsi per davvero la serie che mette in palio per la 37esima volta l’America’s Cup.

Che sin qui è stata in tutto per tutto un monologo neozelandese, perché i detentori della vecchia brocca hanno deciso che non c’era modo di dare spazio alle velleità dei britannici, che attendono di riportarla in Europa 173 anni fa dopo averla vista salpare per la prima volta, destinazione Stati Uniti (e 60 anni dopo l’ultima finale con un team britannico). Domani, con le regate 5 e 6 della finale, in un modo o nell’altro si potrà capire se davvero la partita è ancora aperta, o se è soltanto una questione di tempo prima di celebrare l’ennesimo trionfo dei Kiwi.

Ainslie non si arrende: “Dipende solo da noi”

Certo Ben Ainslie, timoniere principe di Ineos, non si sarebbe mai potuto immaginare una inferiorità così netta, specialmente sui lati di bolina, che sin qui si sono rivelati alla stregua di qualcosa in più di un tallone d’Achille. New Zealand ha dei punti deboli, e lo prova il fatto che in tutte le regate, almeno nella prima parte, siamo sempre stati in battaglia, spesso anche avanti nel match race”.

“Purtroppo però – ha aggiunto – arriva sempre un momento della regata nel quale loro guadagnano in termini di prestazioni, e questo è ciò che sino a questo momento ha fatto la differenza. Se non saremo bravi a capire come poter riuscire a fare altrettanto, allora è evidente che potrebbe risultare complicato rimettere in piedi questa serie”.

L’olimpionico prova a sintetizzare il tutto con un… clic. “Vero, perché in certi momenti basta davvero un clic per perdere quell’attimo buono che obbligherebbe i nostri avversari a finire sotto pressione. La differenza è sottilissima, ora però abbiamo la necessità di spingere e rialzarci, perché la matematica non ci taglia fuori e bisognerà far leva su tutte le nostre motivazioni”.

La “fortuna” di aver osservato Ineos da vicino

Ineos sentiva che il fatto di aver potuto regatare contro Luna Rossa nella finale di Louis Vuitton Cup in qualche modo avrebbe potuto avvantaggiarla rispetto ai Kiwi, rimasti “a guardare” per tutta la durata delle serie di semifinale e finale di LVC. In realtà, alla resa dei conti “l’osservazione” da parte della barca neozelandese s’è rivelata assai efficace, se è vero che i dati che hanno raccolto durante le regate che i britannici hanno affrontato prima contro Alinghi e poi contro Luna Rossa hanno finito per rivelarsi assai utili nel preparare la sfida per la vecchia brocca.

“Di sicuro loro hanno avuto più tempo per guardare noi rispetto a quanto noi ne abbiamo avuto per guardare loro, ma non credo che questo abbia fatto la differenza”, ha commentato Dylan Fletcher, l’altro timoniere di Ineos. “Semplicemente sono forti, ma siamo fiduciosi di poterli battere”.

Emirates, i motivi di una superiorità tanto evidente

Sul fronte neozelandese, la tranquillità regna sovrana, unita però alla voglia di concretizzare tutto il lavoro fatto. Con Peter Burling che ha anche lanciato una “velata minaccia” alla concorrenza, arrivando ad affermare che “ancora non abbiamo mostrato tutto il nostro potenziale. Se davvero così fosse, per Ineos non c’è molto da sperare.

Emirates è un team che sente di avere il vento dalla sua, un po’ in tutti i sensi: grande spirito di gruppo (l’Haka che accompagna lo scafo all’uscita del porto è diventata una consuetudine che ha finito per cementare ancora di più l’equipaggio), grandi mezzi tecnici (il foil più piccolo e senza cerniera è considerato il vero valor aggiunto rispetto agli altri scafi, così come i due tesa-randa che consentono di regolare la curvatura come nessun altro può fare), grande capacità di conduzione, con i trimmer dispensati dal dover gestire propri i tesa-randa, con i due timonieri che di fatto “anticipano” le mosse guadagnando secondi preziosi in manovra.

Insomma, un collettivo ben oliato e perfetto in ogni sua peculiarità, ma che giura di avere ancora margini di miglioramento. Per quanto visto finora, comunque fuori portata per chiunque (sarebbe stato così quasi certamente anche per Luna Rossa).

Tags:

Leggi anche:

Caesar Traduzioni

ULTIME GALLERY

ULTIME NOTIZIE

SPORTS IN TV
E IN STREAMING

GUIDA TV:
Eventi sportivi in diretta tv oggi
SERIE A:
Venezia - Parma
SERIE B:
Brescia - Cosenza
Pisa - Sampdoria
Modena - Carrarese
Sudtirol - Sassuolo
Mantova - Cremonese

SPORT TREND

Caricamento contenuti...