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America's Cup, al via la finale tra Ineos ed Emirates. Intanto Luna Rossa è già in acqua (con Tita e Gradoni)

L'edizione numero 37 dell'America's Cup apre i battenti, con New Zealand che teme la competitività raggiunta da Britannia. Primi test per Luna Rossa con i "ragazzi del futuro".

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Non sarà certo un bel vedere per Luna Rossa, ma domani comincia ufficialmente l’edizione numero 37 dell’America’s Cup, con i detentori di Emirates Team New Zealand chiamati a difendere (eccezionalmente “in trasferta”) la coppa delle 100 ghinee dall’assalto di Ineos Britannia, che dopo 60 anni ha riportato un’imbarcazione britannica nella più prestigiosa competizione velica al mondo.

Una sfida che si preannuncia molto incerta, perché la crescita di Ineos è sotto gli occhi di tutti e perché NZL non scende in acqua ormai da un mese, e dunque non sa cosa potrà riservarle l’impatto con condizioni di forza (del mare, del vento e soprattutto degli avversari) radicalmente differenti da quelle trovate durante le regate preliminari.

Ineos-Emirates, sfida totale (e senza certezze)

Luna Rossa sa cosa passa per la testa dei due equipaggi, visto che tre anni fa ad Auckland era pronta a scendere in acqua e tentare il secondo assalto alla coppa, 21 anni dopo la prima esperienza, sempre nelle acque neozelandesi. La ferita per la sconfitta nella finale di Louis Vuitton Cup ci impiegherà tanto prima di rimarginarsi e forse non aiuterà troppo guardare la serie (al meglio delle 13 regate) dove è avanzata Ineos.

Che Emirates l’ha affrontata due volte ad agosto, pagando dazio in entrambe le occasioni, con match race disputati peraltro in condizioni di vento abbastanza differenti (sostenuto nel primo confronto, decisamente debole nel secondo). L’unica vittoria dei britannici è arrivata a tavolino il 30 agosto, nella sfida che NZL non ha disputato, poiché aveva riportato danni allo scafo il giorno precedente.

Ma da allora Ineos ha letteralmente cambiato marcia, con Ben Ainslie che in qualche modo ha finito per spaventare Peter Burling e il suoi equipaggio. Tanto che anche i bookmakers sembrano decisamente dare credito alle velleità di vittoria dei sudditi di Re Carlo, al punto che le quote su chi risulterà vincente sono pressoché alla pari.

Ainslie per la storia: riportare la coppa in UK dopo 173 anni

Ainslie ha sulle spalle un fardello mica da ridere: l’America’s Cup l’hanno istituita gli inglesi nel lontano 1851, ma da allora l’hanno vista subito salpare alla volta degli Stati Uniti (per questo si chiama America’s Cup: l’hanno deciso loro) e non fare più ritorno a casa.

Da una trentina d’anni ormai i neozelandesi ne hanno fatto quasi un’esclusiva, interrotta solo da Alinghi e Oracle (dal 2007 al 2017), ma in generale i maestri hanno dimostrato di essere loro.

La sfida con Burling è accattivante e per nulla scontata: Ineos contro Luna Rossa ha mostrato di essere forte in tutte le condizioni, e soprattutto di aver imparato a gestire le operazioni in partenza con mirabile maestria. Emirates sarà sotto pressione sin dal primo ingaggio: sa di avere molto da perdere e soprattutto non sa più se davvero ha ancora un margine rispetto alla concorrenza.

Luna Rossa già in acqua con Tita, Gradoni e Ugolini

Grant Dalton, CEO di Emirates, prima della finale di Louis Vuitton Cup aveva affermato che avrebbe preferito di gran lunga affrontare i britannici, piuttosto che Luna Rossa. Chissà se quella “profezia” alla lunga si rivelerà nefasta: di certo gli italiani avrebbero voluto che non si avverasse, sperando che il posto di sfidante potesse andare ancora una volta a loro.

Patrizio Bertelli, da grande appassionato qual è di vela, certamente un occhio lo butterà su quel che accadrà a Barcellona, anche perché lui ha già detto di volerci riprovare tra due o tre anni, quando la coppa verrà rimessa in palio, e di farlo portando una ventata d’aria fresca nell’equipaggio. Perché se Max Sirena resterà al suo posto come skipper, di sicuro al timone ci saranno facce nuove, con Ruggero Tita pronto ad accogliere uno tra Marco Gradoni e Gianluigi Ugolini.

Già questa settimana la barca è tornata in mare, con i giovani timonieri che si sono alternati in una serie di test in vista dei prossimi appuntamenti. Francesco Bruni scenderà dalla barca ma resterà con un ruolo di supervisore, e così anche potrebbe fare James Spithill, destinato a restare collegato a Luna Rossa, ma con un ruolo tutto da definire.

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