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America's Cup, la grande rivincita di Luna Rossa. E quegli audio (senza filtro) che sanno di liberazione

Luna Rossa ha completato l'opera, conquistando la finale di LVC. Ma qualche commento pronunciato a caldo non è piaciuto agli "esteti" della competizione.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Sollevati da un lato, rinfrancati dall’altro. E perché no, anche orgogliosi (e tanto) per aver messo a tacere chi era già pronto a pronunciare il de profundis, con la rimonta immaginifica di American Magic a sentenziare quello che agli occhi di tanti sarebbe apparso come un clamoroso fallimento. Luna Rossa però i fili li ha riannodati al momento opportuno: schiacciante la superiorità mostrata nell’ottava regata della serie di semifinale contro gli statunitensi, che già a metà del match race avevano capito che la fine era ormai segnata. Mentre per Prada Pirelli il viaggio è pronto a conoscere un nuovo inizio.

Sirena sicuro: “La nostra semifinale è stata allenante”

C’è qualcosa che più di ogni altra ha dato il senso a quello che ha dovuto sopportare il team italiano nelle ultime giornate. In quel “dai c***o boys” pronunciato a poche decide di metri dalla finish line, quando ormai i giochi erano fatti, c’erano tutta la rabbia e la frustrazione accumulate in una prima parte di settimana da dimenticare. C’era anche la consapevolezza che in condizioni “normali” questa serie di semifinale si sarebbe chiusa in anticipo, probabilmente già lunedì, con un 5-0 che era perfettamente nelle corde di Luna Rossa.

“Aver avuto l’opportunità di disputare tre regate in più non è però una cosa da disprezzare e certamente ci tornerà utile in vista della finale con Ineos Britannia”, ha spiegato Max Sirena. Consapevole che l’asticella sarà destinata ad alzarsi, ma anche delle opportunità che tutto l’equipaggio ha avuto nel crescere e nell’abituarsi alle difficoltà. “Non andrà perduto nulla di questa serie. Bravissimi gli americani a darci tanto filo da torcere, ma noi ne siamo venuti fuori alla grande”.

Parole… al vento: l’esuberanza figlia del pericolo scampato

Tornando alle fasi conclusive dell’ottava regata, l’audio aperto irradiato in mondovisione ha immortalato più di un commento colorito. E qualcuno in rete ha persino criticato il linguaggio un po’ sopra le righe che ha avuto per protagonista Checco Bruni. Che è andato a salutare uno ad uno tutti i cyclor e i trimmer, rischiando anche di cadere. “Oggi m’ammazzo”, ha ironizzato Checco. Anche se la sua gioia tutt’altro che contenuta non è piaciuta a tutti in rete. “Che stanno festeggiando, mica hanno vinto l’America’s Cup?, ha tuonato qualcuno, evidentemente bastian contrario.

Eppure, al netto di qualche espressione colorita, tutto è sembrato molto “normale”, specie pensando a quello che hanno passato in casa Luna Rossa nelle precedenti 72 ore. “I veri vincitori di questa regata sono stati quelli dello shore team, che in meno di 24 ore hanno rimesso in mare una macchina perfetta”, “I veri vincitori di questa regata sono stati quelli dello shore team, che in meno di 24 ore hanno rimesso in mare una macchina perfetta”, ha commentato James Spithill a fine giornata. Ricordando a tutti quel che era successo mercoledì, quando la rottura del carrello della randa posteriore ha rischiato di mettere a repentaglio l’intera campagna di America’s Cup del consorzio Prada Pirelli.

Il “carico” poi ce l’ha messo Max Sirena, parlando con l’equipaggio, è andato oltre, mandando un chiaro messaggio a Ineos: “È solo l’antipasto”. La sfida è lanciata.

I precedenti: quinta finale per Luna Rossa

Per Luna Rossa l’atto conclusivo della Louis Vuitton Cup, o comunque della competizione che mette in palio il posto da sfidante per l’assalto all’America’s Cup, non rappresenta certo una novità. Quella contro Ineos Britannia sarà infatti la quinta partecipazione alla finale, a 24 anni di distanza dalla prima conquistata nel 2000 nel Golfo di Hauraki contro AmericaOne di Paul Cayard, che venne piegata dopo un’avvincente serie terminata sul 5-4 (e gli italiani, con Francesco De Angelis al timone, rimontarono da 3-4).

Nel 2007 e nel 2013 non andò altrettanto bene: Luna Rossa le prese sempre da Team New Zealand, prima cedendo 5-0 a Valencia, poi 7-1 a San Francisco. L’ultima finale rimembra ricordi felici: nel 2021, nuovamente ad Auckland, la barca italiana ebbe la meglio per 7-1 su Ineos, che adesso però vuol provare a prendersi la rivincita nelle acque di Barcellona.

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