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America's Cup, la notte più lunga di Luna Rossa: perché dubbi, guai tecnici e pressione tolgono il sonno

Giovedì Luna Rossa si gioca tutta la sua campagna di America's Cup: American Magic ha rimontato fino al 4-3 grazie ai tanti errori del consorzio italiano. Che ora è spalle al muro.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

A New York hanno cominciato a rimettere le bottiglie di champagne in frigo. L’avevano già fatti lunedì, quando con un pizzico di fortuna s’erano ritrovati a muovere la classifica in una serie di match race con Luna Rossa che pareva ormai andata. Ora che le distanze si sono ulteriormente ridotte, in casa American Magic tutti credono nel grande ribaltone: se gli statunitensi dovessero far loro l’ottava regata di semifinale, a quel punto tutto si deciderebbe in un’unica sfida, con il palio il pass per la finale di Louis Vuitton Cup. Che pareva saldamente nelle mani di Prada Pirelli, che invece adesso ha di che avere paura.

Una giornata maledetta, ma nulla è perduto

La parola d’ordine a casa Italia, specie dopo l’incredibile rottura della randa posteriore che ha mandato all’aria il proposito di chiudere i giochi nella settima regata (come fatto da Ineos Britannia contro Alinghi), è “niente paura”. Perché è vero, la serie è tornata prepotentemente in bilico, ma in fondo tutto l’equipaggio di Luna Rossa sapeva che sarebbe servita un’impresa per chiudere i conti con largo anticipo.

Insomma, arrivare a giocarsi tutto nei match race finali era un’ipotesi caldeggiata da più parti, e che da questo (maledetto) pomeriggio è divenuta d’attualità. Solo che perdere due regate nel modo col quale le ha perse la barca italiana inevitabilmente induce a pensare male: assurda quella nel sesto match race, condizionato da un vento debolissimo e a tratti quasi inesistente. Sfortunata ma preoccupante quella nella settima regata, con la rottura della randa arrivata proprio nel momento in cui Luna Rossa si stava lanciando verso una possibile chiusura del cerchio. Ed è questa la sconfitta che fa più male di tutte.

Spithill ora va all’attacco: “Siamo sempre noi a comandare”

American Magic sente di avere il “vento” dalla sua. Non s’è mostrata superiore (le sfide sono state sempre all’insegna del più totale equilibrio), ma è stata costante come forse non lo era mai stata prima. E ha obbligato Prada Pirelli a prendersi tanti rischi, i quali non sempre (anzi, quasi mai) hanno pagato.

Intanto però la prima vera preoccupazione nel consorzio italiano ha riguardato l’entità del danno alla rotaia della randa. “Una notte basterà per ripararlo, siamo abbastanza tranquilli e convinti che domani saremo a posto quando sarà ora di andare in mare aperto”, ha commentato James Spithill. Che prima della semifinale con gli americani aveva detto “che sarebbe stata una serie infernale”, evidentemente consapevole di quello che sarebbe potuto succedere. Ma stavolta ha usato anche toni un po’ più “sfrontati”, forse per tirar su il morale della truppa.

“Non siamo spaventati. Lo sport è fatto anche di situazioni come queste, e bisogna solo andare avanti. La preparazione alla prossima regata non cambierà rispetto alle nostre abitudini. Dopotutto abbiamo battuto American Magic già 7 volte e siamo ancora avanti 4-3: al netto di tutto, siamo comunque noi quelli più prossimi a raggiungere Ineos Britannia in finale, convinti peraltro che se dovessimo fare del nostro meglio nessuno ci impedirà di avanzare”.

Sirena e Tesei: “Giovedì pronti alla battaglia”

In tanti, a Barcellona e non solo, hanno ironizzato sui guai accusati da Luna Rossa. Qualcuno ha pure affermato che la notte alle porte non sarà delle più semplici per Max Sirena, il tecnico della barca italiana. “Non direi proprio. Siamo tranquilli e consapevoli di essere ancora padroni del nostro destino. Purtroppo quando si è al limite può capitare di incorrere in incidenti, e la sfortuna ha voluto che il guaio sia arrivato in un momento tanto concitato come quello che ci ha avuto per protagonisti oggi. Mettiamola così: potevamo chiuderla, ma possiamo farlo ancora e lavoreremo solo in funzione di questo”.

Il trimmer Andrea Tesei ha spiegato che “il cambio del carrello della randa non comporterà alcuna perdita di competitività. Abbiamo un reparto shore che sa lavorare benissimo e che anche stavolta ci consentirà di recuperare in fretta il terreno perduto. Al di là del problema tecnico, è indubbio che qualche errore lo abbiamo commesso in questi ultimi giorni, ma sappiamo cosa bisogna fare per rimettere le cose a posto”.

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