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America's Cup, Luna Rossa si lecca le ferite, ma non fa drammi. Ed esorcizza la paura di una rimonta in stile Oracle 2013

Dopo la sconfitta nella quinta regata della serie con American Magic, in casa Luna Rossa non risuonano campanelli d'allarme. Bruni ammette: "Errore grave, ma voltiamo pagina"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La notte porterà certamente consiglio, ma intanto Luna Rossa si lecca più di una ferita. Perché il modo col quale è maturata la sconfitta nell’unica regata disputata in giornata è tale da dare adito a più di una preoccupazione: lo sanno perfettamente nel quartier generale di Prada Pirelli che certi errori, se commessi a questo livello, finiscono per essere pagati a caro prezzo. E l’azzardo compiuto nel quarto cancello della regata contro American Magic s’è rivelato decisamente indigesto, anche perché ha finito per rimettere in forze un equipaggio (quello americano) che non chiedeva altro che un segnale per riaprire la contesa.

Niente paura, ma American Magic è viva

Luna Rossa rimane saldamente padrona del proprio destino, dovendo vincere soltanto una delle prossime (eventuali) 4 regate in programma. Gli americani in questo senso non hanno altra soluzione, se non quella di vincerle tutte da qui alla fine: per quello che hanno dimostrato nei 5 match race disputati non ci sarebbe neppure da stupirsi troppo se dovessero centrare una clamorosa rimonta (non siamo ai livelli di quella del 2013 di BMW Oracle su Team New Zealand da 1-8 a 9-8, ma sarebbe comunque qualcosa di assai rilevante), ma la logica porta a pensare che la barca italiana sarà quella destinata a giocarsi con Ineos Britannia il ruolo di sfidante ufficiale dei neozelandesi nella prossima America’s Cup.

Dopotutto anche la regata odierna, fino all’errore fatale che ha chiuso le ostilità con due lati d’anticipo, ha visto Luna Rossa per la maggior parte del tempo davanti ad American Magic, sebbene non con quella superiorità mostrata in altri momenti della competizione.

Bruni ammette l’errore: “Ora ripartiamo”

La prima sconfitta patita al cospetto dei newyorchesi, che avevano sempre perso nelle precedenti 7 regate disputate contro il consorzio di Patrizio Bertelli, è figlia soprattutto dell’errore commesso al passaggio della boa prima dell’ultimo lato di poppa. “Abbiamo cercato una manovra un po’ al limite, ma non abbiamo fatto nessun calcolo, com’è giusto che sia quando si va in acqua”, il commento di Francesco Bruni.

“Sicuramente è l’errore più grave che abbiamo commesso durante tutta la nostra campagna 2024. Volevamo passare all’interno, non ci siamo resi conto però che in quel momento il vento era nuovamente calato d’intensità e così facendo siamo caduti dal foil, impossibilitati a riprendere la velocità necessaria per affrontare il lato di poppa. Sul momento ci sembrava la cosa migliore, ma ben presto abbiamo capito di aver commesso un errore davvero grave che c’è costato la regata.

Come sarebbe andata a finire? Beh, diciamo che c’era tanto equilibrio e che entrambe potevamo spuntarla (ricordando i due secondi che hanno regalato il 4-0 domenica scorsa). Ora però resettiamo e ripartiamo: ci manca una vittoria per chiudere i conti e dobbiamo pensare solo a come ottenerla”.

Esorcizzare la paura, ma la serie è aperta

La quinta regata però rischia di aver lasciato qualche scoria pesante. Intanto per via delle due penalità nelle quali è incappata la barca italiana, passata per due volte troppo vicina ad American Magic durante gli incroci. La prima volta, pur passando dietro, è riuscita comunque a limitare i danni, trovando nel lato destro un po’ di vento per ricucire subito il gap. E anche nel secondo caso era stata comunque brava a rifarsi sotto, concedendo appena poche decine di metri ai newyorchesi all’approccio del quarto cancello.

Ma quello è stato il momento in cui tutto il lavoro fatto è andato in frantumi: la scelta del timoniere Francesco Pruiti non ha pagato e ha finito per rimescolare le carte in un amen, con gli americani che hanno ripreso forza e vigore, sognando una rimonta in stile BMW Oracle. Dimenticando però un piccolo particolare: di quella rimonta senza precedenti nella storia dello sport (al netto di un regolamento stravolto a gara in corso) l’artefice fu proprio James Spithill, che oggi è di stanza in casa Prada Pirelli. Insomma, va bene sognare, ma forse è meglio restare con i piedi ben saldi a terra e pensare che mercoledì (quando si tornerà in acqua) tutto andrà come logica impone.

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