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Antonio Conte torna sull'addio all'Inter: nuovo attacco alla società

Il neo manager del Tottenham ha parlato della ferita ancora aperta per la separazione dai nerazzurri: "In due anni abbiamo rovesciato la monarchia della Juventus, ma i cambi di programma improvvisi mi hanno spinto ad andarmene".

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L’avventura di Antonio Conte alla guida del Tottenham è iniziata con una vittoria in rimonta in Conference League contro il Vitesse e un pareggio in casa dell’Everton. Risultati soddisfacenti che, nei piani del tecnico salentino, dovrebbero rappresentare i primi passi della risalita degli Spurs, a caccia in Europa del primo posto del girone e in Premier League, quantomeno, di un posto tra le prime quattro, obiettivo avvicinabile grazie al fatto che, almeno nelle prossime giornate, i londinesi affronteranno squadre in lotta per la salvezza.

Intanto, approfittando della sosta del campionato, l’ex allenatore di Juventus e Inter ha potuto studiare meglio la rosa a disposizione e magari, insieme al ds Fabio Paratici, programmare anche gli interventi di mercato in vista della sessione di gennaio. Ma l’ex ct della Nazionale, intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’, ha trovato anche il tempo per voltarsi indietro e ripensare alle importanti esperienze avute in Serie A proprio alla guida di Juventus e Inter, con quattro scudetti conquistati e soprattutto due cicli riavviati.

Antonio Conte e lo shock per l’addio all’Inter

Entrambe le avventure si sono però concluse in modo traumatico, con dimissioni improvvise, frutto della sfiducia da parte di Conte nei confronti dei rispettivi piani di crescita delle due società. A distanza di pochi mesi dall’addio all’Inter, il manager del Tottenham parla ancora di una ferita aperta.

“Non pensavo potesse finire la mia avventura nerazzurra. Il biennio con l’Inter è stato culminato dalla conquista di uno scudetto che ritengo storico e del quale solo nel tempo si capirà meglio la straordinarietà. In due anni abbiamo rovesciato una monarchia sportiva, quella della Juventus. Io e il mio staff abbiamo svolto un lavoro svolta incredibile in soli due anni per tornare a vincere, abbattendo l’egemonia della Juve. Un lavoro totalizzante e durissimo, che evidentemente aveva lasciato tante tossine da smaltire e al quale è seguito la grande delusione per il cambio di programmi e prospettive che hanno portato alla separazione”.

Antonio Conte e i trionfi con la Juventus

Un addio causato dalla cessione di Achraf Hakimi, mentre quello di Romelu Lukaku è avvenuto solo dopo le dimissioni di Conte, ma soprattutto dalle intenzioni della società di non sostituire due dei pilastri dello scudetto con giocatori di pari valore, almeno secondo il parere di Conte.

Il tecnico salentino torna anche sul triennio trascorso alla Juventus tra il 2011 e il 2014: “Ricreare il ciclo della Juve è stato duro, perché gli avversari erano il Milan di Ibrahimovic, Nesta e Thiago Silva, l’Inter del Triplete e il Napoli di Cavani, Lavezzi e Hamsik, ma il vero capolavoro è stato lo scudetto con l’Inter. Se non ci fossimo stati noi a interrompere il ciclo bianconero, la Juve sarebbe ancora lì davanti. Quando batti qualcuno, ne mini le certezze e noi lo abbiamo fatto”.

Antonio Conte: “Il Tottenham è la mia sfida più grande”

Solo il richiamo del calcio inglese, dove Conte ha vinto Premier e FA Cup con il Chelsea nel 2017, poteva spingere il tecnico a tornare subito nella mischia senza far concludere l’anno sabbatico…

“Nella mia carriera ho sempre preso squadre che venivano da momenti difficili, in cui c’era ricostruire: la Juventus era fuori dalle Coppe, la Nazionale era uscita ai gironi al Mondiale 2014, il Chelsea veniva da un decimo posto, l’Inter non vinceva dal 2010… Non ho mai fatto scelte comode, ma questa del Tottenham è certamente la sfida più difficile e per questo anche la più stimolante”.

“Solo il fascino della Premier poteva convincermi a tornare in pista così presto. Quando il presidente Levy mi aveva cercato la prima volta a giugno, l’avevo ringraziato, ma non me l’ero sentita, perché avevo bisogno di staccare la spina. Ma quando è tornato alla carica mi ha convinto dimostrando di volermi a tuti i costi. C’è un progetto e questo mi è bastato”.

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