Un’altra tragedia scuote il mondo dell’atletica. Dopo la scomparsa dieci giorni fa della mezzofondista keniana Agnes Tirop, rinvenuta morta in casa sua con profonde ferite di arma da taglio addosso, nella notte è toccato a Alex Quinonez perdere la vita in una tragica fatalità.
Stando alle ricostruzioni fornite dai testimoni, lo sprinter ecuadoriano, 3° ai Mondiali di Doha nei 200 metri, è stato vittima di un agguato portatogli da una banda di criminali.
Questi, una volta rintracciato il velocista sudamericano nella zona commerciale della periferia di Guayaqyuil denominata Colinas de la Floridas, non hanno esitato ad aprire il fuoco uccidendo lui e la persona da cui era accompagnato.
La notizia, mentre la Polizia nazionale e quella investigativa si sono subito mosse sul caso, è stata confermata su Twitter dal Presidente della Federazione sportiva provinciale di Guayas Roberto Ibáñez e da lì è iniziata a rimbalzare sui media internazionali.
Quinonez, assente alle ultime Olimpiadi di Tokyo per una sospensione causata da alcune irregolarità nei whereabouts (il programma che obbliga gli atleti a segnalare sempre i propri spostamenti), era detentore del bronzo iridato sui 200 metri, medaglia conquistata in 19”98 dietro all’americano Lyles e al canadese De Grasse.
Oltre a questo exploit, in carriera l’ecuadoriano vantava un personale di 10”09 sui 100 e per quattro volte era sceso sotto i 20” nei 200, la specialità che gli ha regalato le gioie maggiori e che, forse, gli avrebbe permesso senza il fatale incidente della notte di togliersi altre belle soddisfazioni.
