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Atletica, Jacobs dice addio allo storico allenatore Camossi. Critiche dal web per il super party esagerato

Un anno fa Paolo Camossi era testimone di nozze di Marcell Jacobs, oggi avrebbero deciso di separarsi, con l’ex triplista che da tempo ha preferito evitare di farsi vedere in pubblico con l'allievo

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Un anno fa Paolo Camossi era testimone di nozze di Marcell Jacobs nel giorno in cui quest’ultimo si univa in matrimonio a Nicole Daza. Oggi però di quel giorno esistono solo ricordi un po’ sbiaditi: non a casa Jacobs, dove l’amore tra il velocista e la bella Nicole prosegue a gonfie vele.

A mancare semmai è proprio quel testimone, che nella vita di tutti i giorni era anche e soprattutto l’allenatore di Marcell. Parlare al passato non è più un tabù: dopo le prime indiscrezioni trapelate nelle scorse settimane circa un connubio destinato a dividersi dopo 8 anni di felicissima unione, le parole pronunciate dal giornalista Rai Franco Bragagna durante le finali di Diamond League di Eugene non hanno lasciato spazio a molti fraintendimenti.

Camossi e Jacobs a fine corsa

Camossi e Jacobs hanno deciso di separarsi, con l’ex triplista che già da qualche tempo ha preferito evitare di farsi vedere negli appuntamenti in cui era presente il suo allievo (non c’era a Xiamen e nemmeno a Zagabria).

L’ultima volta che i due sono stati avvistati insieme è stato a Budapest, durante i campionati mondiali disputati a fine agosto, che hanno visto lo sprinter uscire in semifinale nei 100 metri e poi correre due ottime frazioni nella staffetta 4×100 che ha conquistato la medaglia d’argento dietro agli Stati Uniti.

Un binomio tutto d’oro

Camossi e Jacobs hanno rappresentato negli ultimi anni l’esaltazione massima di un tandem che ha funzionato bene come pochi altri nel panorama sportivo italiano.

Prova ne è il fatto che dal 2021 ad oggi i trionfi si sono susseguiti a ritmo incalzante: da dopo la pandemia è arrivata infatti la vera svolta, con il velocista di Desenzano del Garda che ha abbassato sensibilmente i tempi sia a livello indoor (per un biennio nessuno ha corso i 60 metri più veloce: 6”47 a Torun nel 2021, 6”41 a Belgrado nel 2022), sia a livello outdoor, scendendo a più riprese sotto i 10” (indimenticabile il 9”80 del 1° agosto 2021 a Tokyo, così come il 9”95 che è valso l’oro europeo a Monaco di Baviera nell’agosto 2022).

Il tutto, come detto, unito all’incredibile collezione di medaglie: 4 tutte d’oro nel 2021 (le due indoor agli Europei di Torun e al World Relay di Chorzow e le due di Tokyo), due sempre del metallo più prezioso l’anno successivo (mondiali indoor a Belgrado ed Europei outdoor a Monaco), più i due argenti 2023 agli Europei indoor di Istanbul e con la 4×1000 ai mondiali di Budapest.

Frinolli, una scelta rischiosa

Insomma, una continuità non di poco conto in un panorama sempre molto avvezzo ai cambiamenti, con tanti nuovi protagonisti che spuntano da ogni parte del mondo. Il binomio Camossi-Jacobs era una certezza, ma da qualche tempo fa già parte del libro dei ricordi.

Il futuro sembra già essere delineato: Giorgio Frinolli, ex ostacolista nonché attuale allenatore di Zaynab Dosso, la rivelazione dell’anno in chiave atletica azzurra (ha eguagliato il record di Manuela Levorato sui 100 metri con 11”14), è il papabile numero uno a prendere il posto di Camossi.

Un paio di indiscrezioni

Non ci sono ancora conferme ufficiali, ma più di un indizio lascia presupporre che sarà proprio Frinolli l’uomo chiamato ad accompagnare Jacobs verso la sfida più difficile e ambiziosa, vale a dire la conferma sul gradino del podio più alto ai prossimi giochi olimpici.

Scelta invero un po’ rischiosa pensando che a Parigi mancano appena 11 mesi, e che soprattutto Jacobs non ha ancora ottenuto il pass di qualificazione (avrebbe potuto ottenerlo facendo registrare un tempo di 10 secondi netti nel corso della stagione corrente: si è fermato al massimo a 5 centesimi).

La scelta di comune accordo con la Fidal

E poi Frinolli è anche il coadiutore delle staffette azzurre, e di fatto si ritroverebbe “gravato” di un ulteriore peso, quello cioè di gestire anche una delle figure più ingombranti dell’attuale panorama dell’atletica italiana, che peraltro con il mondo delle staffette afferisce, eccome.

Chiaro che una decisione in tal senso andrà presa di comune accordo con la Fidal, che dovrà valutarne bene rischi e benefici per capire se questa potrà rivelarsi o meno la scelta giusta sia per Jacobs, sia per Frinolli che per l’intero movimento. In alternativa è uscito fuori anche il nome di Stefano Tilli, ma tutto lascia presagire che si tratti solo di una candidatura marginale.

Il party a tema Barbie

In queste ore il nome del velocista è rimbalzato su un po’ tutti i siti anche per via dei festeggiamenti (ritenuti eccessivi e tropo sfarzosi) riferiti al primo anniversario di nozze. Una festa a tema in stile Barbie che non è piaciuta molto agli appassionati, con alcuni che non hanno perso tempo a criticare l’ennesima “distrazione” che il campione olimpico si è concesso (magari ignorando che la sua stagione s’è chiusa una settimana fa a Zagabria e che riprenderà soltanto a inizio 2024: prima di parlare o scrivere sarebbe bene informarsi).

Jacobs però da qualche tempo è divenuto un bersaglio facile e la notizia dell’addio di Camossi lo ha posto nuovamente nelle condizioni di finire nel mirino dei critici. Che si interrogano anche sui motivi di una rottura tanto inattesa, quanto improvvisa: forse i viaggi in Germania dal “mago dei muscoli”, il dottor Muller-Wohlfahrt, potrebbero aver provocato una prima spaccatura poi sfociata in una ineluttabile divergenza di opinioni e diversità di vedute. Anche il fatto di aver corso poche gare nel corso della stagione 2023 potrebbe aver rafforzato l’idea che l’idillio fosse ormai giunto a conclusione. Si va però a naso, senza sapere davvero come stanno le cose. Anche se la verità non dovrebbe tardare molto a venire a galla.

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