Filippo Tortu è pronto per l’imminente stagione all’aperto. Il lombardo ha parlato dei suoi obiettivi a Repubblica soffermandosi anche sulla staffetta.
“La staffetta è una grande espressione di sport di squadra. È una responsabilità divisa e condivisa, il 25% dei centesimi è di ognuno. Ti metti in gioco soprattutto per i tuoi compagni, per un bene comune, assoluto”.
Poi un pensiero alla rivelazione dell’anno Ceccarelli: “È sempre bello lavorare in gruppo, è sempre bello passarci giorni assieme. Ho conosciuto Samuele Ceccarelli e ora capisco come abbia ottenuto i risultati: è una persona seria, concentrata, e allo stesso tempo non si prende mai troppo seriamente. A volte capita che dopo un risultato eccezionale, come il suo oro europeo nei 60, ci si possa montare la testa. Ma sono certo che non sarà il suo caso”.
Infine ha ricordato Pietro Menna, uno dei suoi idoli che veniva a mancare 10 anni fa.
“Pietro è stato un atleta di un’altra epoca, ma è un esempio immortale per noi azzurri di oggi. È soprattutto un esempio molto vivo di come bisogna approcciarsi all’atletica leggera, con serietà, umiltà e devozione assoluta. Se mi sento un esempio come lui? Sarei contento di esserlo, ma non riesco ancora a sentirmi tale. È più quello che ho preso dai miei tifosi, al contrario. La loro vicinanza mi spinge lontano”.