Stavolta ne manca un pezzo a Lorenzo Musetti, ed è inevitabile farsi prendere da un po’ di scoramento. Perché Jack Draper si mostra più scaltro e continuo e in un modo o nell’altro trova il modo per prendersi la finale all’ATP 500 di Vienna, rispendendo al mittente le velleità del tennista di Carrara. Che cede 6-2 6-4 e saluta il torneo elvetico, senza riuscire a ripetere la grande prova di cuore, testa e nervi saldi che gli aveva permesso di estromettere dalla corsa Sascha Zverev.
Poca continuità e troppi blackout
Alla fine la differenza l’hanno fatta pochi dettagli, se è vero che tanto Draper quanto Musetti hanno avuto una decina di opportunità a testa per strappare la battuta all’altro. Lorenzo c’è riuscito soltanto un paio di volte, il britannico 5, con quella decisiva arrivata nel nono gioco del secondo parziale, quando davvero la sensazione era che Musetti fosse ormai diventato padrone di un match sin lì giocato sempre a rincorrere l’avversario.
Che ha servito discretamente bene nel corso di un primo set nel quale il carrarino ha subito ceduto il servizio nel primo gioco, sprecando una palla break nel secondo ma ristabilendo la parità nel quarto game. Da lì, però, qualcosa s’è inceppato: filotto di 4 giochi consecutivi vinti da Draper e parziale chiuso in meno di mezzora, aiutato certo dalla buone percentuali con la prima (a fine match entrata nel 67% dei casi con un 71% di punti vinti), ma in generale anche da qualche sbavatura di troppo del toscano.
La grande illusione: la rimonta sul 4-4, poi il crollo
Nel secondo set il copione si mantiene piuttosto fedele, con Musetti che prova a forzare al servizio ma subito costretto a difendere ben tre opportunità per non rischiare di andare sotto di un break nel terzo gioco. Le annulla tutte, risalendo da 0-40, ma ai vantaggi è Draper a sfruttare la quarta pallina buona del gioco.
Il britannico però deve faticare e non poco a confermare il break nel game successivo, vinto soltanto dopo 5 tentativi ai vantaggi. È però soprattutto il sesto gioco a metterlo alla gogna, con Musetti che conquista tre opportunità per pareggiare i conti (alla fine arriva un ace salvifico dopo quasi un quarto d’ora di battaglia). Bravo Lorenzo poi a non disunirsi nel settimo gioco, quando salva due palle break e si tiene a galla, prima di sprigionare tutta la rabbia che ha in corpo e riacciuffare finalmente la parità, arrivando a collezionare 5 palle break (buona la quinta).
Ma quello che pareva essere ormai il momento di svolta favorevole si trasforma nell’ennesima illusione: nel nono gioco Lorenzo sbaglia tre dritti e consegna tre palle break al rivale, che sfrutta la seconda, naturalmente su un altro gratuito del toscano. A Draper il braccio non trema e nel decimo gioco la faccenda si chiude senza possibilità di replica. Un peccato per Musetti, che senza qualche blackout di troppo si sarebbe potuto davvero giocare tutto al terzo.