Intervistato da Fedez nel consueto appuntamento con il seguitissimo podcast Muschio Selvaggio, Mario Balotelli si confessa e ripercorre la propria carriera. Tra i passaggi più esaltanti e gli episodi meno “onorevoli” della sua storia dentro e fuori dal campo, Super Mario ricorda il rapporto con José Mourinho e il Triplete, il calcione di Francesco Totti, Mino Raiola, l’infanzia e i rimpianti.
- Il grazie di Balotelli ai suoi genitori
- La lite con Materazzi e gli scontri con Mourinho
- Il calcione di Totti
- Il carattere, la carriera e il consiglio di Raiola
- Il mancato trasferimento alla Juve e i prossimi Palloni d'oro
Il grazie di Balotelli ai suoi genitori
È un Mario Balotelli rilassato, sorridente e disponibile, quello che si confessa a Fedez nell’episodio 117 di Muschio Selvaggio. Un Super Mario che parla dei suoi errori: “Ne ho fatti un po’, ma non troppi… rispetto a tanti miei colleghi, però, ho sempre ammesso le mie colpe” e racconta il suo affidamento alla famiglia che lo ha cresciuto: “Devo ringraziare i Balotelli, che mi hanno sempre frenato sul calcio. Sapevano che un ragazzo come me, con i miei problemi, la mia età, si sarebbe potuto perdere. Magari avrei smesso già a otto anni. Ho sempre studiato. Devo dire grazie a loro”.
Problemi? “Ho avuto il mio passato, con i miei problemi. Sicuramente non ero un bambino facile. Quando sono nato sono stato due anni in ospedale per un problema all’intestino. Poi, ho avuto un periodo difficile con l’affidamento. Cosa che oggi ho preso bene, ma da bambino non capivo e ho sofferto tanto. Ho capito che i miei genitori naturali avevano cercato di aiutarmi e li ringrazio per questo”.
La lite con Materazzi e gli scontri con Mourinho
Passando agli esordi con l’Inter, Balotelli rivela: “Materazzi è uno che mi ha sempre aiutato, sempre, era il mio angelo custode. Mi ha picchiato dopo il Barcellona? No, mi ha rincorso nello spogliatoio, ma non picchiato. Era la semifinale, entro bene, sbaglio due palle e San Siro mi fischia. Non la prendo bene, avevo 18 anni. Errore mio, gettare la maglia. Amavo l’Inter con tutto il cuore, anche se sono milanista. Ci sono rimasto male. Sono arrivato a casa e piangevo. La mia reazione non era per dire che schifo, era contro i tifosi. Accetto qualche fischio, ma lì era esagerato da parte loro”.
Al momento di scegliere tra Roberto Mancini e José Mourinho, suoi due allenatori all’Inter, Balotelli scoppia a ridere: “Cominciamo con le bombe adesso… è uscita un’intervista di Mourinho che dice che non sono andato in riunione con lui perché sono andato al Gran Premio, che è una gran caz***a e non so perché l’abbia detto. Espulsione? Quella è vera. Mou è simpaticissimo. Con lui ho avuto un rapporto particolare. Ci parliamo ancora, ho avuto un bel rapporto, però, lui – come me – ha un carattere che, a volte, è difficile da gestire. Si andava un po’ allo scontro, ma era veramente paterno. Non c’era mancanza di rispetto. Un aneddoto sconosciuto? Partiamo per andare a giocare a Catania. Usciamo da Appiano e ho un diverbio con lui. Mi ricordo che sono sceso dal pullman, ho preso la macchina e sono tornato a casa”.
Poi, sul Triplete: “La differenza l’ha fatta il gruppo, il mister, che è stato veramente bravo. Io sempre nell’occhio del ciclone? Le ca*ate le ho sempre fatte, ma ci ho sempre messo la faccia. C’è gente che le fa e poi si nasconde. Quelle sono persone che odio. Però, oggi non mi preoccupo di queste cose. Mi rode se ci penso da solo, ma poi sto bene, i miei figli stanno bene, non mi importa”.
Il calcione di Totti
Tornado sul calcione ricevuto da Francesco Totti, Balotelli spiega: “Non so perché lo abbia fatto. C’era stata un paio di anni prima una partita in cui avevo detto ai tifosi della Roma di stare zitti. Però, secondo me, in quella partita lì non ce l’aveva con me. Ce l’aveva con il mister che non lo aveva fatto giocare. Era nervoso. Prima di darmi il calcio era intervenuto male su altri miei compagni. Lui era nervoso. Poi, abbiamo anche parlato. Io lo rispetto tantissimo. Ha sbagliato… succede. Gli voglio bene. Gli ho scritto chiedendogli il perché. Sai che cosa mi ha risposto? Nemmeno ti ho preso bene… Se avessi fatto io una cosa del genere, forse, sarei ancora in prigione. C’è da dire che lui ha sbagliato, ma ha fatto la storia del calcio e glielo si perdona”.
Il carattere, la carriera e il consiglio di Raiola
“Avresti avuto una carriera diversa senza la pressione mediatica?”, chiede Fedez, e Balo spiega: “Il mio carattere mi ha giovato e frenato, però, non ci ho mai pensato a come sarebbe potuta andare senza tutta quella attenzione mediatica. Talento sprecato? Fino a un certo punto. Ho vinto tutto. Sinceramente, se guardo me stesso, sì. Dispiace perché avrei potuto dare di più. Ho fatto bene, però, potevo fare di più ed è un rimorso. Il mio procuratore, che purtroppo non c’è più (Mino Raiola, ndr) diceva sempre: Sai perché Ronaldo e Messi hanno tutti quei Palloni d’oro? Perché tu giochi al 20% delle tue possibilità. Sembra assurdo, ma conoscendo le mie qualità è vero. Questo mi fa stare male, se potessi tornare indietro, quello lo cambierei subito”.
Il mancato trasferimento alla Juve e i prossimi Palloni d’oro
Balotelli rivela anche il suo mancato trasferimento alla Juve: “Dopo il City ho avuto un appuntamento a Torino con Nedved e Conte, che mi spiegò come mi avrebbe fatto giocare. Sembrava una cosa fatta, Raiola chiamò Galliani per dirgli che avrei firmato con la Juve. Adriano, però, stoppò tutto e mi portò al Milan”.
Infine, sui prossimi dominatori della scena del calcio Balotelli non ha dubbi: “Finché gioca Messi, continuerò a dire che lui è il più forte in circolazione. Dopo, magari, sarà la volta di Haaland e Mbappé, ma non dobbiamo sottovalutare Leao e Osimhen che, con la testa giusta, possono arrivare al livello di Haaland e Mbappé”.