Scusate il ritardo. L’Olimpia Milano lo dice portandosi la mano al cuore, ma raccogliendo gli applausi convinti di chi ha sfidato il primo assaggio di rigido inverno fino a spingersi nel catino di fuoco di Belgrado. Dove però la Stella Rossa ha chiuso con l’auto in panne, letteralmente ribaltata nel secondo tempo dalla prova sontuosa di una Milano che così bella, almeno in questa stagione, non si era ancora mostrata né in Europa, e tantomeno in Italia.
Olimpia sublime, vittoriosa per 93-71, trascinata da Maodo Lo in versione “serata di gala”, capace di espugnare uno dei campi più duri del continente e di rimettersi per davvero in carreggiata per quel che concerne la lotta per un posto play-off.
- Maodo Lo, una serata imperiale: 32 punti da vero leader
- Milano col 63% da tre punti: impossibile stargli dietro
- La risalita dell'Olimpia: a una sola gara dalla zona play-off
Maodo Lo, una serata imperiale: 32 punti da vero leader
Tre vittorie di fila, dopo quelle contro Efes e Venezia, rappresentano un unicum nella (sin qui) tribolatissima annata della EA7 Exchange. Che pure è sembrata aver trovato le chiavi per cambiare il corso degli eventi. A Belgrado il dirimpettaio magico è stato Maodo Lo, che tanto era mancato nelle prime gare a Messina, che finalmente se lo ritrova tirato a lucido nel momento dove i margini d’errore hanno cominciato a farsi davvero sottili: 32 punti, 10/14 dal campo (6/7 da tre), 6/6 dalla lunetta, 4 rimbalzi e 3 assist, il tutto per una fantasmagorica valutazione di 38 che vale tutta il prezzo del biglietto.
Lo decisivo nel momento in cui l’Olimpia ha dato lo strappo, che guarda a caso ancora una volta è coinciso con una fase del match nella quale Nikola Mirotic è rimasto per lo più a guardare: il montenegrino, già un po’ in ombra con l’Efes, ha chiuso la sua serata con appena 8 punti segnati e un 3/8 dal campo (2/6 dall’arco), però ha saputo cogliere l’attimo buono in avvio di terzo quarto, entrando nel parziale di 12-0 che ha spaccato in due la partita. E l’aver fatto male fino all’intervallo lungo magari ha responsabilizzato di più i compagni, che al contrario hanno cominciato a marciare a pieno regime.
Milano col 63% da tre punti: impossibile stargli dietro
Detto di Lo, Messina ha trovato dividendi da Shavon Shields, che ha fatto fatica (tanta fatica) nel primo tempo, salvo poi destarsi e chiudere con 19 punti (spicca il 4/5 da tre punti). Encomiabile anche la prova di Nicolò Melli, che sembra essere ormai sulla via del pieno recupero dopo aver accusato la stanchezza a inizio stagione, logorato dalla lunga estate in azzurro: 11 punti, ma tanti soprattutto sparsi nei primi due quarti, dove la Stella Rossa ha provato a scappare, senza però riuscire a mettere alle corde un’Olimpia bravissima a tenere botta anche quando i palloni non ne volevano sapere di entrare.
Milano ha perso tanti palloni (11), ma ha tirato col 63% dall’arco (17/27: da segnalare anche due triple di Bortolani nell’ultimo spicchio di partita), mentre la Stella Rossa s’è fermata al 26%, di fatto scavando un solco che non è stato più possibile colmare.
La risalita dell’Olimpia: a una sola gara dalla zona play-off
La vittoria di Belgrado apre nuovi scenari in casa Olimpia, con la classifica che per la prima volta da inizio stagione comincia a essere meno deficitaria. Di fatto l’EA7 con le ultime due gare vinte contro Efes e Stella Rossa si è portata a una sola partita di distanza dall’ottavo posto, attualmente occupato dal Baskonia che in realtà vanta soltanto una migliore differenza canestri rispetto a Fenerbahce, Valencia ed Efes, tutte appaiate in perfetto equilibrio nel computo tra gare vinte e perse (5 a testa: Milano è a 4-6).
I ragazzi di Messina avranno poco tempo per festeggiare, dal momento che domenica alle 17 riceveranno al Forum l’ostica Pistoia, cliente scomodo che ha messo in difficoltà già diverse squadre in LBA. Poi giovedì prossima altra gara casalinga, anche questa da sfruttare a piene mani, contro uno Zalgiris Kaunas che ha messo a nudo più di una pecca nelle ultime uscite, inclusa l’ultima che l’ha vista soccombere al Pireo contro l’Olympiakos.
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