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Basket LBA, top e flop della 10a giornata: Pistoia da applausi, Milano da incubo

La favola della matricola toscana, che continua a sorprendere. Milano incassa il quinto ko. in 10 gare: Coppa Italia a forte rischio

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La notizia più bella arriva da Bologna, dove Achille Polonara è tornato in campo a due mesi da quando ha fatto sapere al mondo di doversi sottoporre a intervento chirurgico (e annesse cure) per la rimozione di una neoplasia testicolare. È la copertina di una giornata al solito bella pazzerella, dove la Virtus fa abbondantemente il suo a differenza di Milano, che sbanda anche a Sassari e adesso vede messa a repentaglio addirittura la partecipazione alla final eight di Coppa Italia, tanto che potrebbero non bastarle neppure tre vittorie nelle prossime 5 giornate.

Basket, Serie A: Trento e Brescia continuano a spingere

Per il resto, il campionato regala le solite favole, in anticipo sul Natale: Pistoia ormai è una solida certezza, Trento a sua volta dimostra di meritare credito e fiducia (Venezia prende una discreta ripassata), Brescia è ancora adesso la prima vera antagonista della Virtus. Ah, si è sbloccata anche Treviso: quota zero per quest’anno può tornare nel cassetto.

Basket Serie A: i top della 10a giornata

  • NICOLA BRIENZA 10. Bisogna fare un’eccezione e partire una volta tanto da un allenatore. Che ha preso per mano Pistoia lo scorso anno in A2, riuscendo a portarla contro ogni pronostico nel massimo torneo nazionale, meritandosi la conferma. Da allora, le cose sono ulteriormente migliorate: ha battuto Milano al Forum, s’è ripetuta in casa contro Napoli, rivelazione di inizio torneo. E dopo un terzo di cammino veleggia a metà classifica, con 10 punti (bilancio in perfetta parità: 5 vinte e 5 perse) e una chance concreta di poter entrare tra le 8 di Coppa Italia. Brienza sta facendo la storia con l’Estra, che non ha stelle di prima grandezza ma solidi gregari. Contro la GeVi i riflettori se li sono presi Willis e Moore, combinando per 38 punti, ma poi la differenza l’ha fatta Della Rosa (3/4 dall’arco, quando più contava) e pure Hawkins, che ha chiuso con una caviglia gonfia come un pallone. Ah, e mancava l’infortunato Varnado, la prima bocca da fuoco, al cui posto è stato preso almeno per un mese Jerry Blakes. Perché non si può smettere di sognare.
  • BREEIN TYREE 9. Quando il gioco si fa duro, ecco che il duro comincia a giocare. Prendete Breein Tyree: la sua annata sin qui è stata quanto di più simile possa esserci, se paragonata a una montagna russa. Lui però decide che le cose difficili sono quelle che lo attraggono di più, e così decide di mandare a referto la prova più illuminante della sua stagione nel giorno in cui al Palaserradimigni arriva Milano, con i suoi problemi e i suoi perché. Ma trovare una risposta per fermare Tyree è un rompicapo che supera ogni immaginazione: 24 punti con oltre il 50% dal campo (e 7/8 ai liberi, arrivati nei momenti chiave), 4 rimbalzi e 3 assist, ma soprattutto la leadership mostrata quando più contava. Per la Coppa c’è ancora speranza.
  • KEVIN HERVEY 8,5. Prestazione irreale dell’ala di Reggio Emilia, che si diverte a banchettare su una Pesaro che invece comincia a mandare segnali preoccupanti (tre ko. di fila, per la Coppa si fa dura). Hervey fa malissimo alla difesa marchigiana dall’arco, dove trova il canestro 6 volte su 9 tentativi, ma fa meraviglie anche a rimbalzo (10), completando l’opera con 3 assist e 29 punti totali per una valutazione di 39 che dice tutto sulla sua serata di grazia. Reggio s’è ritrovata e l’ha fatto aggrappandosi a quella che dovrebbe essere una delle chiavi di volta della sua annata.
  • ALESSANDRO ZANELLI 8. Il dente avvelenato dell’ex nella notte in cui finalmente Treviso batte un colpo. E contro l’Happy Casa il buon Zanelli ha deciso di fare le cose perbene: s’è preso 4 tiri, di cui tre da dietro la linea dei 6,75, e li ha mandati tutti a referto, offrendo a coach Vitucci (altro ex di giornata) il grimaldello per venirne a capo e rimuovere quel fastidioso zero alla voce vittorie in stagione. Poche cose, ma fatte bene: l’annata di Treviso potrebbe essere giunta a un punto di svolta.

Basket Serie A: i flop della 10a giornata

  • AMEDEO TESSITORI 4,5. Un voto da estendere a tutta Venezia, incappata a Trento in una bella batosta che un po’ la ridimensiona dopo le tante belle cose fatte vedere nei primi due mesi di stagione. Serataccia davvero nera come il carbone per Tessitori, che chiude con 0/6 dal campo, un solo rimbalzo e qualche problema di falli che lo fa subito mandare ai margini della contesa. Ma è l’atteggiamento generale ad aver fatto imbufalire coach Spahija: non prende tiri “comodi”, si becca due stoppate in faccia, si eclissa appena l’Aquila spicca il volo. Voltare pagina, e in fretta.
  • OLIMPIA MILANO 3. Debita è la premessa: in questo voto di squadra non può essere certo contemplato Shavon Shields (voto 9), che con 31 punti le prova tutte per evitar l’ennesima debacle. Ma per il resto è in pianto greco. Messina, che è “Presidents of Basket Operations” (in pratica coach, direttore generale e presidente contemporaneamente), se potesse avrebbe già esonerato l’allenatore. Perché l’Olimpia è troppo brutta per essere vera e l’assenza di Mirotic (che forse ne avrà per un po’: tegola chiama tegola) da sola non basta a giustificare un simile crollo fisico e mentale. Male Melli e Hall, malissimo Ricci e Lo, e Sassari ringrazia. Anzi, infierisce su una squadra in crisi d’identità, senza un play (Pangos ormai è silurato da un mese e mezzo: arriva qualcuno o si va avanti per inerzia?) e con la sensazione di dilapidare un capitale enorme. Ah, domenica al Forum arriva la Virtus: il confine tra inferno e purgatorio non è mai stato così sottile.

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