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Basket, Lebron James e le stelle Nba alle Olimpiadi 2024: cancellare subito il disastro Mondiale

Galeotta fu la voce rilanciata da The Athletic, testata tra le più autorevoli del panorama giornalistico Usa applicato allo sport: LeBron James avrebbe già cominciato a reclutare i suoi più illustri colleghi per convincerli ad accettare l’invito a far parte della squadra che tra un anno si giocherà l’oro olimpico a Parigi

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Quel quarto posto finale, con l’aggravante di aver ceduto nella finalina per il bronzo agli storici “cugini poveri” canadesi, deve aver provocato tra gli appassionati americani di basket una ferita talmente profonda che soltanto una nuova infarinata di all star potrà rimarginare.

Un po’ come accadde alla fine degli anni ’80, quando il blocco sovietico dominava nel mondo internazionale, anche perché team USA fino a Seoul 1988 si presentava ai Giochi Olimpici (e in generale a tutti gli appuntamenti mondiali) con una squadra infarcita di giovani promesse, tutte rigorosamente pescate nel mondo universitario o comunque non professionistico.

Tutto ciò produsse una scossa che si tradusse nell’adozione del Dream Team per Barcellona 1992, la squadra dei sogni in tutto e per tutto, forse quella più iconica di tutta la storia del gioco (cestistico, e non solo).

Stavolta il quadro è differente, ma l’esito potrebbe risultare più o meno simile. E 32 anni dopo Jordan, Johnson e Bird a Parigi potrebbero ritrovarsi a giocare assieme James, Curry e Durant. Perché quando la nazione chiama, anche se la carta d’identità viaggia ormai più vicina ai 40 che ai 30 nessuno può (e deve) resistere.

Lebron recluta All Star

Galeotta fu la voce rilanciata da The Athletic, testata tra le più autorevoli del panorama giornalistico Usa applicato allo sport: LeBron James avrebbe già cominciato a reclutare i suoi più illustri colleghi per convincerli ad accettare l’invito a far parte della squadra che tra un anno si giocherà l’oro olimpico a Parigi.

Una sorta di nostalgico “The Last Dance” per riportare Team USA sul gradino più alto al mondo dopo il disastro mondiale, e al tempo stesso mandare un messaggio forte della superiorità del gioco a stelle e strisce su quel mondo che sta avanzando a grandi falcate, se è vero che l’ultimo oro mondiale conquistato dagli americani è datato 2014 (poi c’è stato quello della Spagna nel 2019 e quello tedesco di domenica scorsa).

L’opera di persuasione di LeBron

Gli insider di The Athletic però sono andati oltre: intanto hanno specificato che l’opera di persuasione di LeBron è cominciata prima dell’inizio del mondiale, spiegando dunque quanto questa fosse figlia della sua volontà di vestire per un’ultima volta la maglia della nazionale (a dispetto del risultato deludente dei giorni scorsi).

Poi soprattutto hanno fatto trapelare i nomi dei giocatori contatti dal “Prescelto”. Nell’ordine: Stephen Curry, Kevin Durant, Anthony Davis, Jayson Tatum, Draymond Green. Tutta gente non più di primo pelo (Tatum è il più giovane e a Parigi avrà 26 anni), ma tutta gente ancora sulla breccia e pronta a far vedere al mondo olimpico di che pasta è fatta.

Arrivano i candidati per il Dream Team

Sarebbe la prima volta assoluta nella quale LeBron si ritroverebbe in squadra con Curry e Green (grandi rivali ai tempi delle sfide Cavs-Warriors) e Tatum, mentre con Durant ha condiviso già un’olimpiade (Londra 2012). Con Davis in nazionale sarebbe una novità, ma i due fanno coppia fissa ai Lakers (infortuni permettendo) da ormai 4 stagioni.

Se si muove LeBron in prima persona, per i cosiddetti “selezionati” non c’è molto spazio di manovra, e tantomeno può balenare in testa l’idea di rifiutare l’invito. Bisognerà vedere se Grant Hill, il managing director della nazionale statunitense, sarà o meno dello stesso avviso, dal momento che nella sua agenda di incontri con papabili convocati per Parigi 2024 ne ha già fatti tanti e continuerà a farne molti nei prossimi mesi.

Damian Lillard, Kyrie Irving e quelli che hanno detto sì

Chiaro però che di fronte a un meccanismo di reclutamento così particolare è impossibile anche solo provare ad alzare un dito contro. E poi a quel punto sarà facile completare il roster, perché altri all star vorranno unirsi alla combriccola.

Tra questi si sa per certo che Devin Booker, Damian Lillard, De’Aaron Fox e Kyrie Irving (quest’ultimo da sempre grande amico di LeBron) avrebbero già dato la loro disponibilità a viaggiare in Francia rinunciando a parte delle vacanze estive pur di inseguire la gloria immortale con Team USA.

Il Coaching staff delle stelle

Sotto certi aspetti sarebbe uno “schiaffo” in piena regola rivolto a quei giocatori che hanno affrontato l’avventura in terra asiatica nelle ultime settimane, uscendo dal campo battuti per ben tre volte (contro Lituania, Germania e Canada) sulle 8 gare disputate.

Anthony Edwards e Mikal Bridges sono state le due “stelle” della spedizione a stelle e strisce, che forse di “stelle” ne avevano di più nel coaching staff, con Steve Kerr capo allenatore ed Erik Spoelstra e Tyronn Lue nelle vesti di primi assistenti.

Loro un posto sull’aereo che dovrà portare la squadra a Parigi se lo sarebbero anche guadagnati, ma a questo punto la sensazione è che si cercherà di andare maggiormente su nomi a effetto, anziché varare una squadra ben assortita sotto ogni punto di vista.

Basket, Lebron James e le stelle Nba alle Olimpiadi 2024: cancellare subito il disastro Mondiale Fonte: Gettyimages

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