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Basket NBA, Fontecchio s'è preso un posto da titolare nei Jazz. E Gallinari vuole il preolimpico

Momento di svolta per Simone Fontecchio, che ha trovato spazio e continuità nel quintetto dei Jazz. E anche Gallinari sta facendo grandi cose, per la felicità del Poz.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La pazienza è la virtù dei forti, e Simone Fontecchio ne ha fatto un mantra. Tanto che adesso nella fredda Salt Lake City, dove di notte il termometro scende abbondantemente sotto lo zero e di giorno, se va bene, non sale oltre i 5 gradi, un modo per scaldare i cuori degli appassionati sembra averlo trovato per davvero.

La fiducia nei suoi mezzi non è mai mancata e Will Hardy, il coach dei Jazz, ha deciso di concedergliene un po’ della sua. Risultato? Fontecchio parte titolare, fa una signora partita e il suo allenatore ne esalta le qualità tecnico e lo spirito guerriero. Alla faccia di chi gli consigliava di fare le valigie e tornarsene in fretta in Europa.

L’elogio di coach Hardy: “Simone un esempio per tutti”

Quell’Europa che può attendere, perché le sue carte Simone se le vuole giocare nella terra dei Mormoni. Intanto stanotte ha fatto male alla difesa dei Pelicans, sconfitti in volata dai Jazz per la seconda volta nel giro di 48 ore. Due vittorie che hanno permesso a Utah di risalire la corrente e provare a rimettere nel mirino un posto nel play-in, che oggettivamente è quanto di più grande possono pensare di fare nella stagione corrente.

Due vittorie che hanno coinciso con le prime due apparizioni stagionali di Fontecchio nello starting five, mossa che evidentemente Hardy potrebbe anche far diventare abitudinaria, visto l’andazzo degli incontri. E se domenica era stato suo il canestro che di fatto ha chiuso la gara con 71 secondi sul cronometro, stanotte l’abruzzese s’è ripetuto con una prova fatta di 14 punti, 4 rimbalzi, due assist e due palle rubate, convincendo soprattutto per il modo col quale ha difeso alcuni possessi chiave, accoppiato con Brandom Ingram, meritandosi le lodi del coach.

Fontecchio è un guerriero. Ha un labbro gonfio e pure un bernoccolo in testa, ma non gli fa paura niente. Ha giocato duro tenendo ogni tipo di contatto, ma vedendolo negli spogliatoi sembrava avesse partecipato a un incontro di pugilato… è un esempio per tutti i compagni per la dedizione e l’applicazione con la quale fa ogni singola giocata.

Fontecchio e il momento della svolta

Dopo una prima stagione nella quale ha mostrato lampi di buona classe, seguita da un’estate in azzurro nella quale invero non ha fatto della continuità il suo marchio di fabbrica, Fontecchio spera di essere arrivato a un punto di svolta nella sua carriera NBA. Dopo 15 partite viaggia a 6.3 punti di media a partita (stessa media dello scorso anno, spalmata su 62 gare), ma se si prendessero in esame le ultime due gare il dato raddoppia (12 punti di media).

Hardy ha sempre ribadito di voler puntare sull’ex Olimpia e Alba Berlino, ora però la sensazione è che sia arrivato il momento di farlo decollare definitivamente. E una riprova potrebbe arrivare nella notte tra mercoledì e giovedì, quando i Jazz faranno visita ai Grizzlies, tra le peggiore squadre della lega, per poi andare a far visita a una delle più “calde”, vale a dire i Wolves di Gobert, Towns ed Edwards. Dovesse trovare ancora spazio, allora è facile immaginare che per Fontecchio sia cominciata tutta un’altra storia nella sua avventura a stelle e strisce.

Preolimpico, Lituania e Porto Rico le rivali per Parigi

A proposito di America: San Juan di Porto Rico è un po’ più in basso sulla cartina, nella zona caraibica, ma partecipa alle qualificazioni per i grandi tornei internazionali con le squadre nordamericane. E dal 2 al 7 luglio 2024 ospiterà uno dei quattro tornei preolimpici che assegneranno le ultime carte per le formazioni che prenderanno parte alla rassegna olimpica di Parigi 2024.

È il raggruppamento nel quale è finita l’Italia, che se la vedrà nella prima fase con i padroni di casa (battuti due volte nell’ultima estate, in amichevole a Ravenna e poi nella sfida decisiva per l’accesso ai quarti di finale al mondiale) e il Bahrain. Chi passa sfiderà le due qualificate dell’altro girone composto da Lituania, Messico e Costa d’Avorio in gare a eliminazione diretta, dove solo la vincente della finale volerà in Francia.

Torneo (sulla carta) non così proibitivo, almeno non quanto quello che vedrà impegnate Slovenia, Grecia, Dominicana e Croazia, il classico “girone della morte” (se ne qualificherà soltanto una). L’Italia, presumibilmente, se farà il suo contro i portoricani dovrà poi vedersela con la Lituania, che se dovesse convocare Domantas Sabonis e Jonas Valanciunas sarebbe una squadra (piuttosto forte), altrimenti resterebbe una candidata più che valida, ma incuterebbe meno timore, sebbene gente come Rokas Jokubaitis (in forza al Barça) e Tadas Sedekerskis (gioca al Baskonia) sono due brutti clienti che hanno già fatto male a tante squadre, non ultima Team USA.

Funkie il Gallo: da Washington riparte il sogno azzurro

Al preolimpico vorrebbe partecipare anche Danilo Gallinari, che il suo con i Wizards lo sta facendo (16 punti in 19 minuti nel successo della scorsa notte sui Pistons), dimostrando di essersi ripreso dall’infortunio patito in nazionale nell’agosto del 2022 e di sentirsi perfettamente a suo agio in uscita dalla panchina nel progetto tecnico di Washington.

Gianmarco Pozzecco qualche giorno fa aveva riaperto la porta a un possibile ritorno del Gallo in nazionale, e il diretto interessato non ha fatto nulla per mostrarsi disinteressato, affermando che se verrà chiamato sarà ben contento di rispondere presente. La stagione è ancora lunga e l’Italia che proverà a qualificarsi per i giochi è ancora un cantiere a cielo aperto.

Ma Gallinari un piccolo vantaggio se lo sta procurando: nei Wizards gioca spesso e volentieri da centro (cioè come 5), e vista la penuria di opzioni nel ruolo con la quale da anni il movimento azzurro deve fare i conti la cosa non può che far piacere al Poz e a tutto lo staff tecnico. E rischia di apparire utile come poche altre lo sono state negli ultimi tempi.

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