Per i magistrati il caso Bergamini è risolto, almeno in parte: quel 18 novembre del 1989 il calciatore del Cosenza fu ucciso e gli assassini inscenarono il suo suicidio per coprire il delitto. E tra i colpevoli ci sarebbe Isabella Internò, l’ex fidanzata di Bergamini: per lei sono stati chiesti in aula 23 anni di carcere.
- I magistrati: “Bergamini fu asfissiato, poi finto il suicidio”
- Caso Bergamini, per i magistrati l’ex fidanzata mente
- Caso Bergamini, chiesti 23 anni per Isabella Internò
I magistrati: “Bergamini fu asfissiato, poi finto il suicidio”
Denis Bergamini fu ucciso e i suoi assassini, tra i quali l’ex fidanzata Isabella Internò, misero in atto un depistaggio per far credere che si fosse suicidato. È questa la tesi presentata dai magistrati della Procura di Castrovillari nel processo per la morte del calciatore avvenuta il 18 novembre 1989, arrivato oggi al secondo giorno di requisitoria. Per il procuratore Alessandro D’Alessio e il pm Luca Primicerio Bergamini fu asfissiato con una sciarpa o un sacchetto con una manovra posta in essere da due persone. Successivamente, il corpo del calciatore venne posto sull’asfalto della statale 106, presso Roseto Capo Spulico, e sopra di esso passò il camion guidato da Raffaele Pisano: per i magistrati, un chiaro tentativo di depistaggio.
Caso Bergamini, per i magistrati l’ex fidanzata mente
La tesi dei magistrati si basa sulle conclusioni dei medici legali, in aperto contrasto con le dichiarazioni dell’ex fidanzata Internò, secondo cui Bergamini si sarebbe buttato sotto il camion cercando il suicidio. “I periti medico-legali che hanno effettuato nel 2017 gli esami sul corpo di Bergamini – ha affermato Primicerio nella requisitoria di ieri – ci dicono che il calciatore è stato vittima di una asfissia meccanica violenta, prima che il camion di Raffaele Pisano lo sormontasse. Quindi le versioni di Internò e Pisano sono completamente false. Bergamini era già morto prima che il camion arrivasse. Tutti gli esami dei periti parlano di compatibilità del corpo di Bergamini con asfissia da compressione con un mezzo soft”.
Caso Bergamini, chiesti 23 anni per Isabella Internò
Questi il motivo per cui la Internò s’è ritrovata indagata per omicidio volontario, col concorso di ignoti. I magistrati, secondo cui il movente sarebbe stato di ordine passionale, hanno chiesto per la donna 23 anni di carcere perché “ha agito con volontà, con premeditazione e motivi abietti e futili figli della gelosia esasperata, omicidio fatto da persone in corso di identificazione”.
I magistrati hanno applicato le attenuanti generiche “perché sono passati 35 anni e oggi la Internò è un’altra persona”. La donna, 55 anni, conoscerà il suo destino il 1 ottobre, giorno in cui è fissata la data della sentenza.