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Silvio Berlusconi, addio al presidente di Milan e Monza: le frasi celebri, perle di rara efficacia

Le frasi celebri, spesso sopra le righe, ma sempre efficaci e capaci di tratteggiare la poliedrica personalità di un presidente entrato nella storia del calcio come Silvio Berlusconi

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Oggi 12 giugno è inevitabile ricordare di Silvio Berlusconi, il suo ruolo nel calcio. Da presidente del Milan, prima, e da guida e sostenitore del Monza, adesso.

Da quando Berlusconi è diventato presidente del Milan, nel lontano 1986, il calcio italiano non è stato più lo stesso. Considerato da alcuni il miglior presidente tricolore di sempre, soprattutto in virtù della longevità e dei 29 trofei conquistati da proprietario dei rossoneri, il Cavaliere è un personaggio iconico, divisivo e sui generis del nostro sport, che nel corso della sua carriera nel mondo del pallone ha regalato alcune perle difficili da scordare.

Le frasi di Berlusconi sul Milan

Non si può non partire dalle frasi che Berlusconi ha rivolto al Milan, la squadra del suo cuore e alla quale ha legato il proprio nome, verso cui ha dimostrato a più riprese il suo profondo amore. Queste le sue frasi indimenticabili nel corso dei 31 da proprietario dei rossoneri:

  • Il Milan? È un affare di cuore, costoso, ma anche le belle donne costano. (1986)
  • Tutte le cose di cui mi occupo sono profane; ma il Milan è sacro. (1988)
  • Speriamo di aver confezionato una squadra capace di produrre spettacolo perché abbiamo precisi doveri verso i nostri tifosi e verso il resto del mondo, dove siamo la realtà italiana più conosciuta dopo la mafia e la pizza. (1995)
  • A Cesena il Milan ci ha dato dei dolori, ma non ha giocato male. Il problema è che spesso il Milan si imbatte in arbitri di sinistra. (riferendosi all’arbitro Russo Di Nola, 2010)
  • Battere la Juventus con un rigore dubbio è ancora più bello. (in occasione del trionfo per 1-0 contro i bianconeri del 25 novembre 2012)
  • Nel calcio tre squadre hanno segnato la storia. Una è l’Ajax di Cruijff, una è il Milan degli olandesi e l’ultima è il Barcellona di Guardiola. (2012)

Le frasi di Berlusconi sugli allenatori

Se è vero che Berlusconi nel mondo del calcio ha praticamente ricoperto solo le cariche di presidente e proprietario, a parte un’esperienza in gioventù come tecnico dell’Edilnord, tutti sanno quanto al cavaliere piacesse dare consigli ai suoi, tanti (19), allenatori arrivando a più riprese anche a suggerire cambi di modulo e non solo. Bisogna anche dargli atto che di allenatori se ne intendeva eccome visto che fu lui a scoprire i vari Arrigo Sacchi, Fabio Capello e a far esplodere Carlo Ancellotti.

  • Il tecnico giovane su cui noi puntiamo è Fabio Capello. (quando il tecnico ricopriva ancora il ruolo di vice allenatore al Milan, 1986)
  • Capello al Real e Zaccheroni al Milan? È una fanfaluca. (alla fine questo cambio in panchina si concretizzò davvero, con Zac che conquisterà uno scudetto alla guida del diavolo, febbraio 1998)
  • Il signor Lizzola era un bravissimo sarto e aveva un motto a proposito della buona stoffa: attenzione a che sarto la dai…. (celebre frecciatina a Zaccheroni, 2000)
  • Ho insegnato al Milan come si gioca al calcio. (2001)
  • Quando allenavo l’Edilnord, i miei ragazzi facevano diciassette passaggi consecutivi. (in riferimento alla sua parentesi da allenatore, 2004)
  • Le mie parole, sia chiaro, sono Vangelo (riferendosi al modulo da lui suggerito per il Milan, 2004).
  • Manderò una lettera: da lunedì qualsiasi tecnico del Milan sarà obbligato a giocare con almeno due punte. Non è una richiesta, è un obbligo. (sempre in riferimento al modulo del Milan, 2004)
  • Si parla del Milan di Sacchi, di Zaccheroni e di Ancelotti e non si parla mai del Milan di Berlusconi. Eppure sono io che da 18 anni faccio le formazioni, detto le regole e compero i giocatori […] Sembra che io non esista. (2004)
  • Allegri? No el capisse un casso. (circa un anno prima del licenziamento dell’allenatore toscano, 2013)
  • Ce l’avrei io l’allenatore giusto: Berlusconi. (2014)

Le frasi di Berlusconi ai calciatori

Celebri sono anche le sue affermazioni in riferimento ai calciatori. Che si tratti di criticare, prendere in giro qualcuno o motivare la propria squadra, possiamo star certi che Berlusconi troverà un modo tutto suo di farlo.

  • Van Basten? Venne in Italia, a casa mia, ma purtroppo io quel giorno non c’ero. Fu ricevuto da mio figlio Dudi, di 18 anni, che sa tutto di calcio e mi parlò in termini entusiastici di questo ragazzo. Firmammo un preliminare. (poco prima dell’acquisto dell’olandese, 1987)
  • Borghi era l’uomo per trasformare San Siro davvero nella Scala del calcio. Ma non potevo affidare al tecnico un elemento che non desiderava (riguardo il suo pupillo Claudio Borghi mai sceso in campo in partite ufficiali col Milan, 1988)
  • Per trattenere Savicevic abbiamo dovuto compiere sforzi enormi. Ci costa non avere preso Boksic e non avere preso Romario a una cifra relativamente modesta: cinque milioni di dollari. È la prova che su Savicevic abbiamo scommesso pesante. (parlando di uno dei suoi più grandi amori calcistici, Dejan Savicevic, 1993)
  • Senti, sono due anni che ti difendo. Se sei un Genio, dimostralo. (Berlusconi motiva il suo pupillo Savicevic prima della finale di Champions contro il Barcellona. In quella partita il genio segnerà un bellissimo gol con un pallonetto, 1994)
  • Io il successo me lo sono meritato, come Franco Baresi che si è fatto i suoi miliardi giocando da grande difensore. (1994)
  • Helveg mi ha ricordato la favola del leone sordo: un uomo si mette a suonare il violino nella giungla, catturando l’attenzione di un leone, poi di un altro, fino a un centinaio di leoni affascinati. Dopo un po’ arriva un altro leone, si avvicina all’uomo e lo divora. (2001)
  • Le bandiere nel calcio non si vendono e non si comprano. Mi è stato ricordato che però ho comprato Nesta che era la bandiera della Lazio. Non ho mai fatto un’offerta per Nesta quando ero presidente del Milan, il mio pensiero era che la Lazio lo dovesse tenere stretto. Poi quando, per motivi economici, è stata costretta a metterlo sul mercato, di fronte alla possibilità molto concreta che il giocatore andasse alla Juventus, allora, e solo in quel caso, sono intervenuto, per non permettere che un mio diretto concorrente si rafforzasse. (sull’acquisto di Alessandro Nesta, 2006)
  • L’addio di Shevchenko? Non è stato voluto da noi né è stato causato dalla volontà del giocatore: lui ha dovuto subire i desideri della moglie. E si sa che spesso le mogli sono dei kapò a cui non si può dire di no. (riguardo l’addio dell’usignolo di Kiev, 2006)
  • Ronaldo? Gli avevo imposto di farsi crescere i capelli perché diventasse più bello. In realtà ha esagerato: adesso è veramente brutto! Vorrà dire che lo manderò dal mio parrucchiere anche se mi hanno detto che è diventato testimonial di una lozione per la crescita dei capelli. (2007)
  • Sono preoccupato per Ronaldo, bisogna mandarlo a Lourdes. (2007)
  • E’ il miglior tridente che il Milan abbia avuto dopo quello con Van Basten. Ronaldinho è il numero uno nella storia del calcio in assoluto, Pato è un grandissimo e Ibra ha vinto otto dei campionati che ha giocato. (2010)
  • Pirlo è una ferita ancora aperta, nel mio cuore ed in quello di tutti i rossoneri. Nell’ultimo anno non era in sintonia con l’ambiente di Milanello e con l’allenatore: non era nostra volontà cederlo. (in riferimento all’addio del giocatore passato ai rivali della Juventus, 2013)
  • Se battete grandi squadre, come il Milan o la Juventus, vi faccio arrivare nello spogliatoio un pullman di tr… (una delle ultime uscite del cavaliere e sicuramente la più famosa da quando è proprietario del Monza, 14 dicembre 2022)

Altre frasi celebri di Berlusconi

In quest’ultima sezione si trovano alcune delle frasi più famose di Berlusconi che sono state riferite ad altri personaggi illustri, o che riguardano il suo ruolo di presidente:

  • Presidente, un’indagine Doxa ha rivelato che il 50% dei votanti ha scelto lei come miglior presidente del nostro calcio. Perché? “Perché sono bello”.
  • Se non fosse Berlusconi chi vorrebbe essere? “Mi piacerebbe essere il figlio di Berlusconi” (1988)
  • Se credo che Agnelli si divertirebbe a essere il presidente di questo Milan? Credo che mi divertirei di più io a essere il presidente della Fiat. (1988)
  • Cara Santità (Giovanni Paolo II, ndr), mi lasci dire che lei assomiglia molto al mio Milan. Infatti, lei, come noi, è spesso all’estero, cioè in trasferta, a portare in giro per il mondo un’idea vincente. Che è l’idea di Dio. (1998)
  • Voi tifosi gioite e vi amareggiate, ma alla fine il grano lo metto sempre io. (2010)

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