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Berrettini a Wimbledon con rammarico: l’attacco al calendario ATP per gli infortuni e le difficoltà di Sinner col team

Berrettini non vede l'ora di giocare a Wimbledon, dove però si presenta con un po' di rammarico per l'infortunio patito nell'ultimo mese e per il quale ha puntato il dito contro il calendario ATP

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Matteo Morace

Matteo Morace

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Il periodo buio a causa del problema fisico che lo ha obbligato a fermarsi per l’ennesima volta è ormai alle spalle per Matteo Berrettini, tornato nella sua isola felice di Wimbledon dove non vede l’ora di tornare in campo, nonostante il rimpianto di non esserci arrivato come avrebbe voluto come rivelato a La Repubblica nel corso di un’intervista nella quale si è anche scagliato contro il fitto calendario ATP, lasciando intuire che anch’esso sia responsabile dei suoi ripetuti infortuni, e parlato anche della recente separazione di Jannik Sinner da Marco Panichi e Ulises Badio.

Berrettini: “Wimbledon mi fa stare bene, per questo mi dispiace ancora di più”

Proprio quando Matteo Berrettini sembrava essere tornato vicino ai suoi livelli e sempre più vicino alle posizioni di vertice del ranking, ci ha pensato l’ennesimo infortunio della sua carriera a mettergli i bastoni tra le ruote, obbligandolo a saltare alcuni tornei importante, compreso il Roland Garros. Una situazione non facile da affrontare per Matteo, come confermato dallo stesso a La Repubblica: Sono stati momenti non bellissimi perché, alla fine, la verità è che mi stanco di fermarmi e ripartire, fermarmi e ripartire, ogni volta… Quindi è stata abbastanza dura, però la mia famiglia e il mio team sono stati di un supporto incredibile”.

A distanza di circa un mese e mezzo dall’ultima partita disputata agli Internazionali d’Italia, Berrettini è pronto a tornare in campo in quello che per lui che è con ogni probabilità il torneo più speciale della stagione, anche se avrebbe voluto arrivarci con tutt’altro percorso di avvicinamento: “I forfait a Stoccarda e al Queen’s sono stati un motivo di tristezza. Wimbledon mi fa sentire bene. Mi dispiace ancora di più perché so quanto possa essere alto il mio potenziale su questa superficie. E quanto abbia lavorato duro per arrivare con un ranking importante. Non vedo l’ora che sia lunedì per scendere in campo, trovare la concentrazione grazie alla mia routine, fare le mie cose. Vivere quelle emozioni è quello che mi manca”.

L’attacco al calendario ATP come causa dei suoi infortuni

Un torneo, quello di Wimbledon, che però ha rischiato di dover saltare per il solito infortunio agli addominali, una croce che il tennista romano si porta dietro da sempre e che potrebbe anche essere dovuta al fittissimo calendario del circuito maschile, criticato da Berrettinie non solo nel corso degli ultimi anni – durante l’intervista rilasciata a La Repubblica: “Il momento più brutto è quando inizi a dubitare e a dire che forse non ce la fai: è peggio dell’infortunio stesso, perché inizi a non dare il cento per cento, ad avere paura prima di sentire qualcosa. Sto facendo un grandissimo lavoro da questo punto di vista. Credo che si tratti di una situazione estremizzata dal tennis che viviamo oggi. Abbiamo un calendario che non ho mai visto sulla faccia della terra, in nessun altro sport. Probabilmente il mio corpo ha ragione quando si ferma“.

Berrettini: “Sinner? Decisione complessa”

Berrettini ha poi parlato anche dell’improvvisa decisione di Jannik Sinner di separarsi da Ulises Badio e Marco Panichi a poche settimane dall’inizio di Wimbledon. Una scelta che tra l’altro arriva poche settimane dopo quella di Matteo di separarsi da Umberto Ferrara, ora vicino a Federico Cinà.

A proposito della gestione del proprio team Berrettini ha parlato nel corso dell’intervista a La Repubblica, spiegando le difficoltà che lui, e con ogni probabilità anche Sinner, ha dovuto affrontare: “Non so le cause della separazione, ovviamente ho letto, ma non ho parlato con Jannik, nemmeno della mia separazione con Umberto. Posso dire che è molto difficile perché alla fine siamo dei ragazzi che vengono scaraventati in un mondo molto complesso e sono chiamati a prendere decisioni complesse a un’età in cui probabilmente non si è pronti. Quindi hai veramente tanto addosso e ognuno la gestisce come la gestisce“.

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