La finale a Wimbledon, il ricevimento da Mattarella, il palco dell’Ariston da ospite d’onore al Festival di Sanremo. E poi i problemi fisici, gli infortuni in serie, le chiacchiere, i tifosi che si trasformano in haters. Gli ultimi anni per Matteo Berrettini sono stati una successione continua di “discese ardite e risalite”, volendo utilizzare un efficace passaggio di un immortale successo di Mogol e Battisti. Adesso il peggio sembra ormai alle spalle. Ma le ferite hanno lasciato segni profondi nella mente, più che nel fisico del campione romano.
- Berrettini, l'intervista a Valter Veltroni per il Corriere della Sera
- Infortuni e momenti bui: la confessione shock di Berrettini
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Berrettini, l’intervista a Valter Veltroni per il Corriere della Sera
In un’intervista verità concessa a Walter Veltroni per il Corriere della Sera, Berrettini ha spiegato come ha vissuto i tanti ko rimediati nell’ultimo anno e mezzo: “Il tennis ti insegna a perdere. Anche i migliori, anche nelle migliori stagioni, devono bere il calice della sconfitta. Io odio perdere, ma ho sempre usato la sconfitta per migliorarmi. Per me è un motore più grande della vittoria. Non sentirmi più in quel modo, non provare quella rabbia o quella frustrazione, talvolta umiliazione, mi spinge a cercare il modo per rimuovere quell’errore, quel difetto che mi ha fatto perdere una partita o un torneo”.
Significativo il passaggio sul “buio” vissuto in coincidenza con gli infortuni che l’hanno costretto a dire no a tanti tornei: “Non poter competere in appuntamenti importanti mi ha fatto conoscere il buio. E il buio sembra non avere fine, sembra ti inghiotta perché invece di stare fermo e rifiatare, ti scavi da solo un abisso. Sono stati momenti brutti, che non mi sono piaciuti. Ma sono stati fondamentali per farmi ritrovare le ragioni della gioia di fare quello che ho iniziato da bambino e che ha occupato tutta la mia vita. Ho ripensato alle origini per ritrovarmi. Il buio mi ha dato lo spazio per farlo”.
Infortuni e momenti bui: la confessione shock di Berrettini
Dalle stelle alle stalle. Le mancate vittorie hanno fatto emergere fiumi di cattiverie e perfidie sul suo conto, soprattutto sui social. “In quei giorni mi sono sentito spaesato, a disagio. Mi sembrava ingiusto che, per qualcosa che atteneva al mio fisico, dovessi ingurgitare tanta cattiveria. Che tutti quelli che avevano tifato sparissero o si tramutassero improvvisamente in giudici o odiatori. In fondo sono stato bloccato dal mio corpo dolente e ho tentato di reagire con tutte le mie forze. Ho pagato io il prezzo più alto. Ecco, questa elementare solidarietà mi è mancata. Mi ha ferito non trovare questa sensibilità”.
Sincera e immediata la risposta di Berrettini a Veltroni alla domanda se abbia mai pensato di smettere: “Tante volte, credimi. Nel 2020 ho avuto un’annata complicata e ricordo di aver fatto il pensiero, che mi aiutava a dormire, di prendere il passaporto, non dire nulla ad anima viva e fuggire dove nessuno avrebbe potuto trovarmi. Mi è capitato di pensarci, nei giorni bui. Pensavo ma perché devo subire tutta questa pressione, il senso di colpa per il mio corpo ferito…”.
E ancora: “La vita è una, non ha repliche. Ma poi il tempo, il confronto con gli altri mi hanno fatto capire che io sono felice solo se scendo in campo e respiro quell’atmosfera. E sono infelice se non lo faccio. é una magnifica condanna, che mi sono scelto. E che ancora oggi, di nuovo oggi, mi regala gioia immensa”.
Sonego unico amico, Melissa Satta il nuovo amore: ma l’ossessione è Wimbledon
Un solo amico nel circus per Berrettini: Sonego. “Sì, Lorenzo Sonego, è l’unico con cui abbia un rapporto che supera il campo. Siamo coetanei, abbiamo fatto lo stesso percorso e ci stimiamo. Quando mi ha battuto seccamente a Stoccarda, il giorno in cui tornavo a giocare, alla fine non ha esultato. Io ero completamente fuori di me e lui mi ha detto ‘Mi dispiace’. Significava ‘Mi dispiace vederti così’. Quando poi ho vinto io, a Wimbledon, lui a fine partita mi ha abbracciato, mi voleva dire che con me desiderava sempre giocare così, da pari a pari. Quel tipo di sensibilità non è diffusa. Nel tennis. Ma non solo”.
Nel suo cuore adesso c’è Melissa Satta, love story che pure – incredibilmente – ha scatenato critiche, invidie e veleni. Ma il vero grande amore di Berrettini è il tennis e i prossimi obiettivi sono stimolanti: “Al livello sportivo nel mio cuore c’è Wimbledon. E anche gli internazionali di Roma. Ma oggi che, per la prima volta, ho conosciuto il malessere, l’obiettivo è quello di non frequentarlo più, di tenerlo lontano. E di vivere il tennis per quello che è: gioia e sfida per migliorare sé stessi”.