Il giorno della liberazione è arrivato: Matteo Berrettini l’ha urlato in faccia al mondo, riuscendo a prevalere sull’amico Lorenzo Sonego in un match che passerà alla storia come la saga italiana de “La storia infinita”.
Una partita durata più di 48 ore, cominciata martedì con Sonny lesto a scappar via nel tiebreak del primo set, proseguita poi mercoledì con il ribaltone targato Berrettini, che giovedì ha capitalizzato al meglio il lavoro svolto precedentemente, conquistando un successo prezioso come pochi altri ne ha ottenuti in carriera.
E dimostrando di aver saputo volgere a proprio favore lo strano andamento di una contesa quanto mai particolare, tanto da aver necessitato di due notti prima di emettere il proprio insindacabile verdetto.
- Lampi di martello: ora si può sperare
- Due palle break all'amico Lorenzo
- Prossimo step: Alex de Minaur
Lampi di martello: ora si può sperare
Qualcuno ha abbozzato l’idea che le due interruzioni per pioggia (soprattutto quella di martedì) abbiano finito per favorire il giocatore romano, che nel corso del primo set giocato martedì qualche difficoltà l’aveva mostrata.
Sarebbe però ingeneroso ritenere che il motivo per il quale Berrettini è avanzato al secondo turno sia da addebitare unicamente alla doppia sospensione, che pensando ai pochi incontri disputati negli ultimi mesi in qualche modo gli ha permesso di recuperare meglio le forze: Matteo ha giocato un match di grande sostanza (al pari di Sonego), aggrappato quando contava alla battuta (17 ace riportano ai fasti di un paio di anni fa) ma in generale capace di sapersi togliere dai guai anche con gli altri pezzi forti della casa, soprattutto il dritto.
Due palle break all’amico Lorenzo
Ha concesso appena due palle break all’amico Lorenzo, annullandole entrambe, a riprova di una solidità che gli ha permesso di giocare sempre in modo offensivo, senza mai doversi difendere eccessivamente sui propri turni di battuta.
È questo l’aspetto che fa più ben sperare: al di là della particolarità del match, disputato per forza di cose su tre giornate, Berrettini a tratti ha fatto vedere di essere tornato quel “martello” che sull’erba ha terrorizzato tutto il circuito fino a quando il Covid un anno fa non c’ha messo lo zampino.
Prossimo step: Alex de Minaur
Wimbledon, insomma, aveva qualcosa da farsi perdonare con Matteo. E anche l’ultima partita disputata proprio contro Sonego a Stoccarda, quella dei soli tre game conquistati e delle lacrime al termine del match, gridava vendetta.
Forse è poco per pensare che l’orizzonte possa essere tornato nuovamente sereno come accadeva fino al giugno del 2022, ma abbastanza per tornare a pensare in grande. La sfida contro Alex de Minaur sarà la prima cartina tornasole: recente finalista al Queen’s, battuto soltanto da Alcaraz, il “diavolo” della Tasmania rappresenta uno scoglio durissimo, ma anche un incentivo a buttare il cuore oltre l’ostacolo.
La sfida che Berrettini aspettava da chissà quanto tempo per tornare nell’olimpo del tennis, e dimostrare a se stesso prima che agli altri che i giorni peggiori sono davvero alle spalle.