Il grandissimo spavento sembra ormai sia passato: Bove nella giornata di ieri 2 dicembre è stato estubato, è sveglio ed è lucido, come comunicato dalla Fiorentina con una nota ufficiale sui propri canali. Ha parlato con i propri familiari, con i compagni di squadra e ha anche espresso la sua grande voglia di ritornare subito in campo. Il calciatore è ancora sotto controllo all’Ospedale Careggi di Firenze, per approfondire la diagnosi e capire qual è stata la causa effettiva che ha portato al malore. E sarà importante anche per valutare il futuro del giocatore.
- Bove: "Voglio giocare". Poi guarda la Roma
- Bove, accertamenti sulla causa del malore
- Il futuro di Bove
Bove: “Voglio giocare”. Poi guarda la Roma
“‘Voglio giocà, voglio giocà, fatemi uscire‘” – queste sono state le prime parole di Bove, come ha rivelato il dg della Fiorentina, Alessandro Ferrari. Poi il dirigente ha aggiunto: “Credo che abbia capito e stia sentendo, al di là dei tifosi viola che sono stati eccezionali, tutto il mondo del calcio. Tutto il mondo dello sport e della politica che hanno espresso parole bellissime nei suoi confronti. A partire dai ragazzi dell’Inter devo dire che non c’è stata società che non ci ha cercato”.
E ancora: “La cosa bella è che questa mattina (ieri ndr), dopo aver passato una notte intubato, si è risvegliato da solo, cosciente, lucido e senza il bisogno dei macchinari. Abbiamo preso tutti un grande spavento, ma ora siamo tutti più tranquilli“. Bove ha poi chiesto anche di vedere la partita tra Roma e Atalanta ed è stato accontentato grazie a un pc, come raccontato da Gabriele Gravina. E i tifosi giallorossi gli hanno dedicato anche uno striscione.
Bove, accertamenti sulla causa del malore
Tutti gli esami si sono ormai concentrati esclusivamente sul cuore, sia nella ricostruzione di quanto accaduto in campo sia negli anni precedenti. Dai primi approfondimenti medici è stato infatti escluso qualsiasi problema di natura neurologica, compreso quindi un possibile attacco epilettico. Non è stata segnalata nessuna contusione, dopo uno scontro di gioco con Dumfries, ma è stata confermata totalmente la diagnosi iniziale che parlava di aritmia sopraggiunta per una “torsione di punta”.
Di cosa si stratta? Di una forma di tachicardia ventricolare dovuta al “QT lungo”, ossia l’allungamento dell’intervallo tra due onde, Q e T, dell’elettrocardiogramma, cioè tra il momento in cui comincia la contrazione dei ventricoli e quello in cui si conclude la ricarica elettrica che avviene dopo ogni battito.
Il futuro di Bove
Le domande ora iniziano a essere tante e ruotano tutte intorno ad un concetto: potrà tornare in campo? In base alle leggi italiane dipenderà dalle analisi cardiologiche dei prossimi giorni. In caso di problema “strutturale” sarebbe difficile e diventerebbe impossibile qualora dovessero impiantargli un defibrillatore sottocutaneo come nel caso di Eriksen. Se al contrario fosse tutto circoscrivibile al calo di potassio e calcio riscontrato nelle prime analisi, sarebbe più facile rivederlo presto in campo. Sarà fondamentale la prossima risonanza magnetica al cuore, che sarà confrontata con quelle del suo storico. In seguito servirà anche una nuova idoneità sportiva rilasciata da un centro di medicina dello sport.