L’ultimo traguardo (ma conoscendola non sarà mai ultimo) di Federica Brignone: la medaglia d’oro nella disciplina regina delle nevi, il gigante. L’azzurra a Saalbach mette a segno il suo ennesimo capolavoro confermando di essere passato, presente e, c’è da giurarci, anche futuro dello sci italiano.
Il sogno di Federica
Tanti vittorie in carriera, podi a ripetizione ma dopo la vittoria al mondiale c’è grande emozione nella voce di Federica Brignone ai microfoni Rai: “L’oro in gigante è qualcosa che sognavo da tutta la mia carriera, sono riuscita a stare tranquilla e calma. Avevo un bel vantaggio e un bel feeling ma non è mai scontato farlo nel momento giusto. Ai Mondiali sapevo che era tutto o niente, è l’occasione per andare a tutto gas. Però qualche pensiero l’avevo avuto. Già da stamattina mi sentivo bene. Fisicamente e mentalmente sto molto bene, bello arrivare a un grande evento ed essere così giusto. Ma adesso non ho ancora il tempo di godermela, lo farò più tardi”.
Brignone: tutte le emozioni del gigante
Lo sguardo della tigre e il ghiaccio sul collo
Alice Robinson fa una gara super. La neozelandese, penultima a partire dopo il secondo posto nella prima manche, fa capire ancora una volta di essere una delle atlete destinate a diventare il futuro del gigante femminile. Una discesa super quella della Robinson che attacca dalla prima all’ultima porta mettendo tra sé e la Moltzan un divario incredibile. Il messaggio per Federica è chiaro, non si può provare a controllare o a gestire.
Bisogna scendere a tutta, Fede lo sa: prima della partenza lo sguardo è infuocato, come la tigre che porta sul casco, il suo skiman gli mette un po’ di ghiaccio sul collo e via, si scende. Attenzione alla terza porta che le dava ansia, e poi giù quasi senza pensare. Solo un settore al di sotto delle aspettative ma nel finale di scatena e col pettorale numero 30 su una pista già molto segnata fa registrare il miglior tempo di manche: è oro e dominio della Tigre.
De Chiesa impazzisce di gioia
L’oro Mondiale Federica lo aveva già conquistato a Courchevel ma nella combinata. Risultato di prestigio sicuramente ma che non ha lo stesso valore del gradino più alto del podio conquistato a Saalbach. Negli studi Rai, Paolo De Chiesa la esalta: “Questa è la disciplina regina, la regina delle curve. Passo tutti di qua. Quando vinci un mondiale in gigante sei arrivato al massimo dei massimi. Lei ha vinto tantissimo, aveva già un oro Mondiale ma questo è oro zecchino. E’ tutta un’altra storia”.