Mentre l’élite del mondo del calcio si dà appuntamento in Qatar per il primo Mondiale autunnale della storia, il movimento italiano si lecca ancora le ferite per la clamorosa, seconda mancata partecipazione consecutiva alla fase finale del torneo iridato, arrivata a sorpresa dopo il trionfo ad Euro 2020, ma che si inserisce in realtà in un lungo periodo di insuccessi per la nazionale azzurra almeno a livello di campionato del mondo, dove dopo il trionfo del 2006 si registrarono due, clamorose eliminazioni al primo turno a Sudafrica 2010 e a Brasile 2014 con sconfitte epocali contro Slovacchia e Costarica.
- Le big ai Mondiali, il calcio italiano dilaniato da polemiche e lotte interne
- Indagine diritti tv calcio, le intercettazioni "scottanti" di Giovanni Malagò
- Diritti tv, la genesi dell'indagine archiviata dalla Procura di Milano
Le big ai Mondiali, il calcio italiano dilaniato da polemiche e lotte interne
Nello sport, tuttavia, i risultati del campo sono la conseguenza di un’adeguata programmazione, oltre che di una stabilità politico-amministrativa che nel calcio italiano sembra una chimera. L’ultima conferma arriva dall’inchiesta sulle presunte tangenti per l’assegnazione dei diritti tv, poi archiviata dalla Procura di Milano.
Nessun reato, quindi, ma il corposo faldone di intercettazioni sulle quali si è basata l’indagine portano alla luce la vera natura dei rapporti tra i piani altissimi dello sport italiano e i presidenti dei top club della Serie A, evidenziando tensioni che non possono che fare preoccupare in un momento così delicato per lo sport italiano e per il calcio in particolare, anche in vista del fronte comune che ci si attende tra Coni e Governo per l’assegnazione degli Europei 2032, con l’Italia in concorrenza con la Turchia.
Indagine diritti tv calcio, le intercettazioni “scottanti” di Giovanni Malagò
A far discutere sono in particolare le parole usate da Giovanni Malagò, presidente del Coni, nei confronti dell’ex presidente del Genoa Enrico Preziosi, uscito dal calcio nell’autunno 2021 dopo aver ceduto il club rossoblù agli americani di 777 Partners, e in generale della Lega Serie A, definita “un’organizzazione di diritto privato, perché se così non fosse stata li avrebbero già arrestati tutti”. Significativo anche un passaggio sul presidente della Lazio Claudio Lotito, considerato il “deus ex machina” della Lega, e sui “suoi amici di Juventus e Roma, “che per un motivo o per un altro lo hanno assecondato nelle sue avventure”.
Diritti tv, la genesi dell’indagine archiviata dalla Procura di Milano
L’indagine della Procura di Milano sull’assegnazione dei diritti tv era stata innescata da una fonte confidenziale della Guardia di Finanza, secondo la quale l’elezione di Gaetano Micciché alla presidenza della Lega Serie A nel 2018 sarebbe stata pilotata da Malagò, all’epoca anche commissario di Lega, per acclamazione al posto dello scrutinio segreto che minacciava l’unanimità necessaria per statuto a superare l’ipotizzato conflitto di interessi di Micciché, allora presidente di Banca Imi e consigliere di Rcs, guidata dal patron del Torino Urbano Cairo.
L’ipotesi dei pm su presunti favori a Sky nell’assegnazione dei diritti tv fu poi smentita nonostante gli incontri avvenuti tra Malagò e Miccichè con l’ad di Sky Zappia, il manager del gruppo Medusa Giampaolo Letta e il broker, deceduto nel settembre scorso, Massimo Bochicchio. Nulla di illecito, da qui l’archiviazione per tutti e il decadimento dell’accusa di corruzione.