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Bufera in Lega per nuovo presidente, retroscena su lite Marotta-Lotito

Ancora una fumata bianca per il successore di Dal Pino, la candidatura di Casini piace solo a tre presidenti

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Mentre il macrocosmo Uefa è alle prese con la nuova Superlega e con la minaccia di Andrea Agnelli e Florentino Perez, spalleggiati dal Barcellona, di far rinascere il progetto che non piace a Ceferin, nel microcosmo Lega calcio le cose non vanno meglio. Anche ieri l’assemblea per l’elezione del presidente destinato a prendere il posto di Dal Pino ha prodotto una fumata nera.  La riunione dei 20 club si è conclusa con un nulla di fatto: tutto rinviato di una settimana.

Il discorso di Casini in Lega giudicato arrogante

Con Carlo Bonomi che si è sfilato dalla corsa già qualche giorno fa, restano in corsa Lorenzo Bini Smaghi, Mauro Masi e Lorenzo Casini. Quest’ultimo era l’unico presente ieri davanti ai presidenti. Lorenzo Bini Smaghi aveva già inviato una lettera per confermare la candidatura e annunciare l’assenza all’audizione davanti ai club, e ieri è arrivata la comunicazione di Mauro Masi, ex dg della Rai, a non voler partecipare al confronto.

A parlare dunque è stato solo Casini, come si legge sulla Gazzetta, ma il suo intervento è piaciuto a pochi anzi “è stato giudicato poco convincente e arrogante“. Il Corriere della Sera riporta l’intervento di Casini.

«Mi presentano come un candidato di Lotito o De Laurentiis, ma sono un uomo dello Stato. Sorrido davanti a chi prospetta il conflitto di interessi ma mancando il confronto con gli altri candidati, enuncerà il mio piano quando ci saranno anche le altre figure. Stiamo perdendo tempo, quando in Lega c’è molto da fare».

È stato proprio a quel punto, racconta il Corriere, che  “Lotito e De Laurentiis per evitare di bruciarlo suggeriscono di rinviare la procedura di elezione”. Oltre a Lazio e Napoli, sembrerebbe che solo la Fiorentina appoggi Casini, scrive la Gazzetta dello Sport.

Feroce discussione in Lega tra Marotta e Lotito

la Gazzetta dello Sport rivela invece un altro retroscena, ovvero un diverbio piuttosto acceso tra il patron della Lazio e l’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta.  Una “feroce discussione“ nata quando Marotta, che “non è intenzionato ad appoggiare Casini”, ha suggerito la necessità di individuare prima di tutto le caratteristiche e il profilo di un presidente su cui potesse convergere la maggioranza. A questo punto, Lotito pretendeva di tagliarlo fuori dalla discussione perché privo dei titoli necessari per parlare.

Il Corriere della Sera scrive:  “L’ad dell’Inter, non intenzionato ad appoggiare Casini, suggerisce di individuare prima caratteristiche e profilo su cui convergere a maggioranza. Lotito in maniera sguaiata replica al collega che non ha titolo per parlare, essendo stipendiato e non proprietario“.

 

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