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Buffon: da Agnelli a Ronaldo, i retroscena di una carriera da leggenda

L’ex numero uno si è raccontato in uno speciale del Tg1 nel quale ha parlato anche del rapporto con l’Avvocato e dello scambio con CR7 dopo il suo celebre gol in rovesciata  

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Gianluigi Buffon ha raccontato al Tg1 i retroscena di una carriera lunga e ricca di successi, da quelli con la Juventus al Mondiale 2006 con l’Italia: nel suo racconto gli aneddoti quelli riguardanti Gianni Agnelli e Cristiano Ronaldo, ma anche il buio della depressione.

Buffon si racconta: l’idolo Trapattoni

È stata una carriera da leggenda quella di Gigi Buffon, l’ex portiere della Nazionale l’ha ripercorsa in uno speciale del Tg1, “Buffon senza rete”, nel quale ha svelato anche alcuni retroscena legati alla sua infanzia. Tra questi la venerazione per Giovanni Trapattoni. “È stato il mio vero idolo da bambino – le parole di Buffon – perché quando allenava la Juve e seguivo la squadra mi innamorai della sua figura in quei momenti. Ogni volta che si muoveva lo seguivo con un occhio particolare come all’Inter o al Bayern”.

Buffon e la parata su Zidane ai Mondiali 2006

Parlando della sua carriera Buffon ha ovviamente indicato nei Mondiali il punto più alto vissuto da giocatore, confessando di aver anche rivalutato uno degli highlights della sua vita da portiere. “In questi anni ho sempre pensato di sminuire la parata su Zidane con la Francia – ha detto Buffon parlando del celebre intervento nella finale di Berlino -, perché al di là dell’importanza della gara non la vedevo così difficile. Recentemente l’ho rivista e devo dire che è stata bella perché lui ha dato al pallone una potenza incredibile con il colpo di testa”. “Il Mondiale è stato sicuramente l’apice nella carriera di ogni giocatore – ha poi aggiunto – . Qualcosa di talmente grande che non ti dà l’opportunità di viverlo con la gioia che ci vorrebbe in quel momento. La tensione, le responsabilità e la paura di non farcela scavalcano tutte le emozioni positive vissute. Non vedevo l’ora, dai quarti in poi, finisse il Mondiale perché il peso da sostenere diventava qualcosa di soffocante”.

Buffon: la Juventus e il rapporto con Agnelli

Buffon ha poi raccontato quello che per lui è stato il momento chiave della sua vita: “Nel 1990 quando ho cambiato ruolo per essermi preso questa cotta per la porta. Ero un ragazzino ma non ero più giovane: sono diventato portiere a 12 anni e ho esordito in Serie A a 17”. Qualcosa di allucinante, in campo per ParmaMilan”.

Dopo arriverà la Juventus dell’avvocato Agnelli, con cui il portiere aveva un rapporto particolare. “Erano molto singolari le sue telefonate all’alba – ha dichiarato -. A due non ho risposto e prontamente mi chiedeva perché non avessi risposto alle 5.30 del mattino. Una sorta di provocazione e io sono sempre rimasto al gioco”.

Buffon e Ronaldo dopo il gol in rovesciata

La Champions League è la grande assente nella bacheca di Buffon, “colpa” anche di Cristiano Ronaldo, che da avversario con la maglia del Real Madrid segnò al portierone bianconero una delle reti più belle della sua carriera. “Dopo il suo gol in rovesciata i tifosi della Juve si sono alzati ad applaudirlo con grande sportività – ha ricordato Buffon -, vedendomi incredulo si è avvicinato e mi ha detto ‘Non male eh Gigi?’, e mi sono messo a ridere”.

Buffon e il buio della depressione

Nel racconto di Buffon c’è spazio anche per le pagine buie: su tutte la depressione. “Avevo 25 anni – ha raccontato l’ex portiere -. I segnali sono stati di grande pigriza fisica e mentale. Sono sempre stato uno entusiasta e qualche giorno di down me lo sono sempre concesso, però poi questa cosa vedevo che si protraeva nel tempo. Mi sono impaurito perché mi ero accorto di non essere più il Gigi che conoscevo. Non mi stavo più bene e ho cercato di aiutarmi in un modo naturale, ovvero parlando con le persone più care senza aver nessun tipo di pudore”.

La salvezza, inaspettatamente, arrivò dall’arte. “Il primo passo verso l’uscita di questo buco nero è stato andare alla mostra di Chagall a Torino – ha aggiunto Buffon -: mi ha trasmesso energia positiva, soprattutto il quadro della passeggiata dove ho capito che la figura di una donna, come possono essere una madre o una moglie, possano aiutarti a farti capire il valore delle cose”.

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