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Calciatori morti di Sla: la ricerca che spaventa, Saltutti e i farmaci

L'Istituto Mario Negri ha sentenziato che l'incidenza della malattia neurodegenerativa progressiva è più alta per chi ha giocato a pallone

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Le ultime dichiarazioni di Dino Baggio e Raducioiu – conseguenti alla morte di Gianluca Vialli per tumore al pancreas – hanno alzato di nuovo l’allarme sui danni fisici che integratori e farmaci presi dai calciatori durante la loro carriera possono provocare. Studi scientifici omogenei non ce ne sono sulla correlazione tra le due cose, ci sono però i numeri a far scattare l’allerta. E poi c’è un articolo dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri che, invece, preoccupa per l’incidenza della Sla sui calciatori. In questo ultimo caso, non è chiaro se i medicinali possano incidere, ma altre cause sì.

Sla per i calciatori: lo studio dell’Istituto Negri

Secondo questo studio, effettuato su un campione di 23.586 calciatori di Serie A, B e C dalla stagione 1959/60 fino a quella 1999/2000, la malattia neurodegenerativa progressiva (la Sclerosi laterale amiotrofica) colpisce il doppio delle volte i calciatori rispetto alle persone ‘normali’. E arriviamo addirittura a sei volte se ci riferiamo soltanto alla Serie A. Non solo: la malattia insorge precocemente, ai 45 anni invece che ai 65, rispetto alla popolazione generale. C’è dunque una correlazione che inquieta.

I casi accertati con certezza sono 34, tra le cause vengono citati traumi al capo e predisposizione genetica, mentre non è così chiaro il contributo di alcuni farmaci. Più probabile una correlazione con i fertilizzanti tossici utilizzati in alcuni campi di gioco.

I calciatori morti per la Sla

L’elenco di calciatori più o meno famosi morti per Sla è piuttosto lungo. Sicuramente i casi più noti sono quelli di Stefano Borgonovo e Gianluca Signorini. Poi troviamo Armando Segato, Ernesto Cucchiaroni, Fulvio Bernardini, Marco Sguaitzer, Giovanni Bertini e Pietro Anastasi. E ancora: Ernst Ocwirk, e Guido Vincenzi, Giorgio Rognoni e Narciso Soldan. E poi: Albano Canazza, Lauro Minghelli, Adriano Lombardi e Paolo List.

La Sla è stata definita la ‘malattia dei calciatori’ e un capitolo a parte merita la storia di uno di loro, ossia Nello Saltutti, che invece è finito al centro di un’inchiesta per i farmaci presi durante la sua esperienza alla Fiorentina.

Nello Saltutti: le denunce, l’inchiesta, il doping e la morte

Saltutti è stato centrocampista/attaccante e allenatore di calcio. E’ morto a 56 per infarto, nel 2005 – a due anni dalla sua scomparsa – è stato al centro di un’inchiesta del nucleo anti sofisticazione del Carabinieri di Firenze per accertare le cause reali del decesso di alcuni giocatori della Fiorentina degli anni ’70 (oltre a Saltutti, Ugo Ferrante e Bruno Beatrice), a cui sarebbero stati somministrati farmaci non idonei quando giocava in maglia viola.

La vedova di Beatrice si disse convinta che la morte di Saltutti dovesse essere messa in relazione con quella di suo marito, di Ferrante e di Giuseppe Longoni. E anche le malattie di Adriano Lombardi, Massimo Mattolini e Giancarlo Galdiolo sarebbero da mettere in relazione con il doping negli anni della Fiorentina. Pure Ferruccio Mazzola è intervenuto sul decesso di Saltutti, secondo lui da ricondurre all’uso di sostanze dopanti durante la permanenza a Firenze.

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