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Calhanoglu a Le Iene, il suo monologo è un appello per la Turchia che non può lasciare indifferenti

Il calciatore turco ha deciso di lanciare un messaggio attraverso Le Iene per esprimere le necessità di un Paese in ginocchio a causa del sisma che ha devastato il nord al confine con la Siria

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

A nove giorni dal devastante terremoto che ha sbriciolato interi edifici tra Siria e Turchia, uccidendo più di 40.000 persone vittime inconsapevoli di un sisma capace di spostare la terra di tre metri, anche Hakan Çalhanoğlu ha deciso di accollarsi il compito di sensibilizzare sulla portata immane della tragedia che ha straziato e continua a mettere a dura prova il suo paese e la Siria.

Hakan Çalhanoğlu: l’appello a Le Iene

Per questo si è prestato a un appello, più che monologo, a Le Iene dove ha fatto ricorso alle risorse di ciascuno per dare spazio e donare:

“Mi chiamo Hakan Calhanoğlu,
faccio il calciatore e sono nato in Germania, ma dentro di me batte un cuore turco…
Ho sposato una ragazza di origini turche e nostra figlia la stiamo crescendo con i valori della nostra cultura.
sono con orgoglio il capitano della nazionale turca perché ho sempre pensato alla Turchia come alla mia patria e purtroppo da circa 10 giorni la mia vita è cambiata, perché
sotto le macerie provocate da questo terribile terremoto che abbiamo visto tutti in televisione, ci sono i miei connazionali, i miei tifosi ma soprattutto i miei fratelli che in questo momento hanno bisogno del nostro aiuto. Dell’aiuto di tutti noi.
L’Italia mi ha accolto e purtroppo l’Italia sa bene cosa significa essere travolti da un terremoto. Per cui non mi dilungo, ma vi chiedo con tutto me stesso, indipendentemente dal vostro tifo, dalla vostra nazionalità e dal vostro credo, di starci vicini. Grazie”.

Il giocatore turco, simbolo della sua nazionale che guida in qualità di capitano, aveva già espresso il suo impegno e la sua personale disponibilità con precedenti appelli. E con un gesto, prima dell’ultima partita, eloquente che aveva svelato la sua personale disperazione davanti a simili scenari di disperazione.

Il bilancio provvisorio della tragedia in Turchia

Purtroppo la corsa contro il tempo prosegue, per salvare quante più vite umane a distanza di giorni. È salito a oltre 41mila il bilancio delle vittime del terremoto in Turchia e Siria. Secondo il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, infatti in Turchia sono morte 35.418 persone e 1.6 milioni sono gli sfollati.

A queste si devono aggiungere i morti in Siria che, secondo l’ultimo bilancio, sono almeno 5.714 (dati riferiti dal governo siriano e dai ribelli che controllano la maggior parte delle aree colpite, al confine proprio con la Turchia).

Tra i due Paesi devastati dal terribile sisma oggi è stato aperto un terzo valico di frontiera per il passaggio di aiuti umanitari diretti alla popolazione siriana. 11 tir dell’Onu sono passati attraverso il confine turco di Oncupinar per dare sollievo alla già stremata popolazione siriana.

Calhanoglu a Le Iene, il suo monologo è un appello per la Turchia che non può lasciare indifferenti Fonte: Ufficio Stampa Mediaset

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