In questa giornata drammatica, in cui battere il tempo significa tentare di salvare vite umane e restituire ai propri cari almeno le vittime di questo sisma, nel più terribile dei terremoti dal 1939, continuano a essere raccolte testimonianze di un vissuto terribile, precario quanto destabilizzante per quanti hanno affrontato secondi interminabili e che ha raso al suolo, letteralmente, edifici sia in Siria, sia in Turchia.
Al momento sono più di 5mila le vittime accertate, a seguito di questa calamità naturale; il numero resta provvisorio, si continua a scavare tra le macerie delle migliaia di edifici venuti giù in entrambi i Paesi.
- Terremoto Turchia, il post di Calhanoglu
- Atsu ritrovato vivo sotto le macerie
- La tragica testimonianza di Vincenzo Montella
Terremoto Turchia, il post di Calhanoglu
La Turchia sta ancora facendo la conta dei morti e dei danni, mentre continuano ad arrivare soccorsi e dimostrazioni di supporto per sostenere la mole delle necessità immediate dei Paesi e dei territori colpiti. Il calcio, e lo sport tutto, sono stati colpiti in maniera drammatica. Hakan Calhanoglu, centrocampista dell’Inter e capitano della Nazionale turca, attraverso i propri canali social ha voluto mandare un messaggio di sostegno e vicinanza alla sua gente:
“Porgo le mie condoglianze a coloro che sono morti nel terremoto che ha avuto luogo a Kahramanmaraş e che è stato avvertito in molte città, e una pronta guarigione ai feriti. Mi auguro che superiamo questi giorni dolorosi con il minimo di perdite e danni. Grazie alla nostra nazione”.
Atsu ritrovato vivo sotto le macerie
Un messaggio di sostegno, anche verso quanti stanno combattendo per sopravvivere come ha fatto l’ex calciatore di Chelsea e Newcastle, Christian Atsu, inizialmente tra i dispersi del terremoto: il ghanese era rimasto “intrappolato”, come confermato dal vicepresidente dell’Hatayspor, mentre molti suoi compagni, rimasti coinvolti nel disastro, salvati e trasferiti al sicuro.
Il giocatore è stato trasportato in ospedale dopo aver riportato ferite al piede destro e accusato difficoltà respiratorie. L’Hatayspor, la squadra in cui attualmente milita, ha sede nella regione di Kahramanmaras, una delle zone più colpite dal terremoto.
Tra i dispersi ci sarebbe ancora invece il direttore sportivo dell’Hatayspor Taner Savut, che si ritiene sia ancora sepolto sotto le macerie, mentre sembrerebbe confermata la tragica fine del portiere Eyüp Türkaslan, secondo portiere dello Yeni Malatyaspor, formazione iscritta al campionato di TFF 1. Lig, la seconda divisione.
La tragica testimonianza di Vincenzo Montella
La tragicità della situazione che sta affrontando la Turchia, sul versante umanitario, è stata descritta nella sua testimonianza dall’allenatore Vincenzo Montella che raggiunto dall’ANSA ha riportato la terribile sequenza di scosse, seguita alle prime devastanti.
Dopo quanto riportato dall’ANSA, lo stesso tecnico ha postato un video su Instagram che ha aggiornato sulla sua situazione specifica ed è stato raggiunto anche dal Corsera:
“Eravamo in trasferta a Istanbul, forse i miracoli esistono. Ma ci sono troppi morti per sentirmi fortunato”. Montella è scosso, angosciato di fronte al dramma che stanno vivendo in Turchia e Siria, colpite da un terremoto devastante, che ha fatto migliaia di morti.
Montella è da due anni in Turchia, dove allena l’Adana Demirspor. Domenica con la sua squadra è partito da Adana per la gara della Super Lig contro l’Umraniyespor.
“I miei calciatori sono stati svegliati dai famigliari che erano in strada. Pioveva forte ad Adana e davanti ai loro occhi si stava prefigurando uno scenario apocalittico dalle proporzioni ancora indefinite – ha raccontato al ‘Corriere della Sera’ -. L’epicentro del terremoto è distante duecento chilometri ma le scosse erano continue e le case tremavano. Mogli e figli avevano lasciato le case, piangevano. Ascoltavo le loro urla dai telefonini”.
“I miei figli vogliono che torni a casa – ha aggiunto Montella -. Sono tentato. Li ho rassicurati ma ora vorrei abbracciarli forte. Ne ho un bisogno fisico, e anche emotivo. La Turchia però è una terra meravigliosa, se andassi via adesso sarebbe come fuggire. Mi sento un uomo fortunato, ho sfiorato una tragedia enorme. Ho molti giocatori rimasti senza casa”.