Anche in questo momento di pausa, non si placa l’attenzione mondiale attorno alla MotoGP. In questo momento a essere sotto la luce dei riflettori è la Ducati, che sarà protagonista nel prossimo Mondiale con ben 8 prototipi nella classe Regina.
Una situazione che non fa di certo piacere ad altri costruttori, come evidenziato dalla battuta di Marc Marquez, che ha chiamato la MotoGp “La Ducati Cup”.
In tutto questo, la Suzuki ha spiegato i motivi che l’hanno portata a lasciare il Motomondiale.
MotoGP, Ezpeleta difende la Ducati
L’anno scorso la Ducati ha vinto tre Mondiali piloti, e nel 2023 si presenterà in MotoGP con ben otto moto sulla griglia di partenza. È dunque chiaro che al momento la casa di Borgo Panigale si trovi in una situazione di vantaggio rispetto a tutti gli altri, cosa che di certo ha creato qualche polemica, soprattutto per la poca diversità di costruttori che si può trovare sulla griglia di partenza.
A cercare di placare gli animi ci ha pensato il Ceo Dorna Carmelo Ezpeleta:
“Come ai tempi di Valentino Rossi e Marc Marquez. Tutti hanno le stesse possibilità e il regolamento è identico per tutti. Lasciamo che gli altri costruttori si muovano. Ci saranno otto Ducati al via perchè i team privati, che sono importanti, hanno trovato offerte migliori. In passato abbiamo avuto otto Honda o Yamaha”.
MotoGP, è lotta interna sul calendario
A lamentarsi in questo caso è la KTM, che vorrebbe un Mondiale molto più ridotto in termini di numero di gare. Questo il pensiero di Stefan Pierer, patron di KTM, intervistato da Sportweek:
“Ho chiarito con Ezpeleta che noi, come costruttore, vogliamo avere un massimo di 18 GP a stagione”.
A rimarcare la questione ci pensa anche Hubert Trunkenpolz, Ceo di Pierer Mobility:
“Non abbiamo bisogno di 3 Gp in Spagna, e penso che anche i 4 in Asia siano tanti, Dovrebbe esserci un solo GP per nazionale e questo si conta anche per l’Italia che al momento ne ha ben due. Sarebbe meglio avere 3 GP in Sudamerica, visto che le corse verrebbero trasmette in prime time. Kazakistan? È un’assurdità, l’India è il più grande mercato di moto, dovrebbe essere almeno considerato”.
A rispondere a tutto questo ci ha pensato sempre il Ceo di Dorna Ezpeleta, che ha cercato di spiegare le ragioni del GP del Kazakistan:
“Personalmente, potrei vivere bene con 15 GP, ma serve espandersi perchè la MotoGP ha un interesse sempre maggiore. Pure l’Arabia Saudita vuole un GP”.
Molte lamentele anche sul calendario molto compresso, con un maggio quasi senza GP e un finale di stagione assurdo per gli addetti ai lavori:
“Chi organizza non vuole scontrarsi con la F1, Loro hanno 24 Gp e gli spazi per noi si sono ridotti molto”.
Infine, una risposta sulla questione italiana: “Serve avere rispetto per tram e piloti italiani. Ducati e Aprilia formano 12 delle 22 moto in griglia il prossimo anno”.
MotoGP, Suzuki spiega l’addio
A maggio 2022 la Suzuki ha annunciato l’addio alla MotoGP, un’uscita che ha colto impreparati molti addetti ai lavori. Le motivazioni del team che ha vinto il campionato piloti nel 2020 (con Joan Mir, ndr), non sono di natura sportiva, ma prettamente economica, come spiega perfettamente Nobuo Fujii, responsabile marketing del team, a Motorcyclenews.com:
“Uno dei motivi principali è stato reinvestire nella carbon neutrality. In questo momento, la Suzuki sta vagliando varie opzioni, a seconda dalla cilindrata del motore. Questo periodo ci ha permesso di assimilare nuove tecnologie da poter utilizzare nel corso degli anni, con gli ingegneri che lavoreranno ora nelle nostre aree di produzione”.