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Casey Stoner e il sogno dei tifosi Ducati di rivederlo in pista: "Il mio corpo è debole"

Il campione australiano di motociclismo ha ammesso quanto condizioni la sindrome da stanchezza cronica la sua vita quotidiana. E allontana le speranze di un suo ritorno, anzi

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

La sua scelta, sportiva e di vita, ha squarciato il silenzio attorno alla macchina perfetta che la MotoGp ha creato attorno allo spettacolo della pista, aprendo spazi legati a temi quali la stanchezza cronica, anche la volontà di riservarsi uno spazio per sé e il desiderio di dedicarsi alla sua famiglia. Per alcuni esperti, non ci sarà più un pilota come Casey Stoner, o almeno non ci sarà più uno come lui in grado di dominare e sfruttare al meglio le potenzialità di quella magnifica Ducati che ha addomesticato e resa eterna. Anche solo per via dei cambiamenti che sono stati introdotti.

Stoner si è ritirato dalla MotoGp dopo la stagione 2012, a soli 27 anni al culmine di una carriera unica, esemplare: sono trascorsi più di dieci anni e la sindrome da stanchezza cronica che l’ha costretto a rinunciare a molte cose anche nella sua vita privata è stato uno dei temi della sua esistenza che ha condiviso, con il pubblico.

Stoner e la sindrome da stanchezza cronica

A distanza di alcuni anni dall’addio alle corse, nel 2019 il campione australiano ha ammesso che stava lottando contro una perenne mancanza dei energia, forze, che lo costringeva e che gli impone dei lunghi periodi di riposo. Una situazione destabilizzante anche a livello psicologico, ma che ha avuto ed ha le sue ripercussioni anche sul piano fisico.

Stoner ha anche ammesso di aver “preso il Covid tre volte” alla fine del 2021, cosa che attribuisce alle sue condizioni di salute. “Il mio corpo è debole, passo da momenti in cui mi sento bene ad altri in cui devo solo stare sdraiato sul divano”, ha raccontato a ‘La Gazzetta dello Sport’. Una situazione che aveva illustrato in modo altrettanto netto quando parlò della prima volta della sindrome della quale soffre.

Nei giorni scorsi è però riuscito a girare in moto insieme a Leon Camier, ad Andorra.

“All’inizio avevo un male tremendo agli avambracci, ma poi mi sono goduto ogni momento”.

Il ritorno in pista

Presente a un appuntamento centrale per gli addetti ai lavori e gli appassionati, ha riacceso le emozioni in stand by dei suoi tifosi che avevano sperato al momento del ritiro che potesse rientrare, un giorno, in pista. Una eventualità allontanata dalle circostanze narrate dallo stesso pilota, per ragioni anche fisiche.

Quando decise di chiudere con le gare, Casey era all’apice della sua carriera e anche della sopportazione: era quel momento, quella fase perfetta, giusta a cui mettere la parola fine.

La MotoGp oggi

Stoner, oggi, segue con un certo distacco il campionato MotoGP 2023, perché sta ristrutturando casa e al momento vive “in un capanno senza televisione”. Questa MotoGp è distante da quella che l’ha visto protagonista assoluto. E non risparmi certe osservazioni per rendere la sua distanza, anche tecnica, da quel che è diventato il sistema delle competizioni motociclistiche:

“Non c’è nessuno che derapa, che fa qualcosa di diverso, tutti hanno un controllo perfetto, apri il gas e la moto non ha il minimo sbandamento – ha spiegato il due volte iridato recentemente ospite al Goodwood Festival of Speed-. È frustrante. E per quanto io ami questo sport e le gare, sono deluso dal vedere a che punto siamo arrivati”.

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