La sosta del campionato di Serie A ha permesso a Cristiano Ronaldo di fare, con il proprio pool di legali, il punto della situazione sulle accuse legate al presunto stupro dell’ex modella Kathryn Mayorga, per fatti risalenti al 2009 a Las Vegas.
L’attaccante della Juventus, che ha chiesto ed ottenuto di non essere inserito tra i convocati del Portogallo in vista delle partite contro la Polonia per la Nations League (stesso girone dell’Italia) e contro la Scozia in amichevole, tiene ovviamente la bocca cucita sulla vicenda, ma a parlare è stato Peter S. Christiansen, l’avvocato del giocatore, che ha emesso un comunicato molto significativo, comparso sulla Gestifute Media, la società controllata da Jorge Mendes, l’agente di Ronaldo.
A poche ore dai primi, significativi passi della strategia difensiva del giocatore, che ha tirato in ballo il Real Madrid, il comunicato rilancia parlando di manipolazione delle prove, ritenendo che sia in atto una “Campagna diffamatoria intenzionale basata su documenti digitali che sono stati rubati e senza dubbio manipolati”.
Il riferimento è alla presunta testimonianza di Ronaldo, nella quale il giocatore avrebbe ammesso come la Mayorga lo avesse più volte invitato a fermarsi durante il rapporto avuto nell’hotel di Las Vegas: “Dal 2015 ad oggi dozzine di studi legali in varie parti d’Europa sono stati attaccati e i loro documenti elettronici sono stati rubati da un hacker, che ha provato a vendere tali informazioni – si legge nel comunicato – C’è chi, in maniera irresponsabile, ha finito col pubblicare alcuni di questi documenti rubati di cui alcune parte significative sono state alterate o completamente inventate. A scanso di equivoci, la posizione di Cristiano Ronaldo continua a essere quella di sempre, quello che è accaduto nel 2009 a Las Vegas era un rapporto consensuale”.
Smentita seccamente anche il fatto che tra le parti si sia arrivati ad un accordo economico: “Lontano da qualsiasi ammissione di colpa o di qualsiasi secondo fine, il signor Ronaldo è stato consigliato di risolvere privatamente le accuse contro di lui al fine di evitare le inevitabili tentativi che sono ora in corso per distruggere una reputazione che è stato costruito su un duro lavoro, atletismo e onore. Quell’accordo, quindi, non è una confessione di colpevolezza ma semplicemente ha seguito il consiglio dei suoi legali per mettere fine alle oltraggiose accuse fatte contro di lui”.
“Ronaldo si ritrova coinvolto nel tipo di contenzioso che è fin troppo comune in America – la conclusione – È assolutamente deplorevole che qualsiasi media sostenga o faccia avanzare una campagna di diffamazione così elaborata e deliberata basata su documenti digitali rubati e facilmente manipolabili”.
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