La parte oscura dello sport, la scelta del nuoto invece del tennis e la foto famosa di Parigi: Thomas Ceccon si racconta in una lunga intervista a Relevo nella quale mette a nudo i suoi sentimenti. Il nuotatore di Vicenza che è diventato un’icona e un idolo dei social arriva da una settimana che lo ha visto anche nei panni del modello nel corso della Milano Fashion Week.
La scelta del nuoto
Come si arriva a diventare medaglie d’oro olimpica? Ovviamente il primo passo è quello della scelta dello sport è per Thomas Ceccon la risposta non è stata facile, così come per Jannik Sinner. Il primo amore dell’altoatesino è stato lo sci, mentre Thomas ha dovuto scegliere tra nuoto, tennis e atletica. “A mio padre piace ogni tipo di sport e a 3 anni portò me e mio fratello in piscina. A 7-8 anni ho cominciato a giocare a tennis e quattro anni dopo mi sono trovato di fronte a una scelta. A tennis ero molto bravo, avevo raggiunto un buon livello e me la cavavo bene anche in atletica. Penso che sarei stato bravo in tutti gli sport, quando sono andato a livello, ho scelto il nuoto e penso sia stata la migliore decisione. In tv mi piace guardare tennis e basket ma odio il calcio”.
Il momento oscuro dello sport
La vittoria a Parigi rappresenta un momento di felicità massima, ma quando si torna alla “vita normale” cominciano le difficoltà, che aumentano quando arriva anche la pressione di doversi ripetersi. “Nel 2022 ho visto qualcosa di simile a quello che hanno vissuto anche Dressel e Peaty. Se non vinci niente, non ti succede ma quando lo fai… E’ la parte più oscura dello sport, quella di cui non parla nessuno, è un momento difficile”.
La foto iconica di Parigi
A Parigi non c’è stata solo la medaglia d’oro a immortalare Thomas Ceccon nella storia dei Giochi Olimpici ma anche quella foto che lo ritraeva mentre dormiva ai piedi di una panchina. Le tante polemiche sulle condizioni degli atleti al villaggio olimpico sono stato un tema, con il nuotatore italiano che è stato anche accusato di fare scena: “Nel villaggio olimpico non c’era aria condizionata e faceva caldo, il cibo non era buono. Tanti atleti hanno deciso di lasciarlo proprio per questo motivo. Questa però non è una scusa ma il semplice racconto di ciò che alcuni forse non sanno. Non voglio che parlarne sia una giustificazione, eravamo tutti nella stessa situazione. Ma credo che sia giusto che di quella cosa si venisse tutti a conoscenza”.