Stavolta il titolo è più di un classico interrogativo. Quasi, verrebbe da dire, da affidare a Federica Sciarelli in una delle sue puntate di Chi l’ha visto? Perchè Andrea Bargnani, una delle carte buone dell’Italia nel basket delle stelle Nba è “scomparso” così, quasi dall’oggi al domani, dai radar della pallacanestro. Non solo di quella che conta, ma dal mondo dello palla a spicchi in generale.
Lo chiamavano il Mago per il suo modo di giocare
Una magia che ha perso sul più bello, quando è entrato nel magico, appunto, mondo Nba. Peraltro dalla porta principale, prima scelta assoluta nel 2006. E si sarebbe potuto imporre, con il suo fisico, con la sua tecnica. Alcune buone stagioni, quasi mai in squadre di alto livello. Poi, complici alcuni problemi fisici, un lento ma inesorabile declino che lo ha portato, senza contratto, lontano dal basket stelle e strisce. E quindi la difficoltà a reinventarsi, rivedersi, riuscire a calarsi in una dimensione europea, come succede a tanti americani che si “riciclano” con grandi risultati e a ottimi livelli dalle nostre parti. Lui invece aveva perso qualcosa, aveva perso la magia. Lo ha capito e si è fatto da parte, in silenzio, senza fare rumore. Scivolando fuori dal parquet come faceva sotto le plance, lui lungo capace di muoversi con grande naturalezza che ha fronteggiato i giganti dell’Nba, da Kobe Bryant a LeBron James passando per Tim Duncun.
Bargnani sul parquet
Centro di grandi qualità offensive, buon tiro dalla media, non male nemmeno dall’arco. Carente a rimbalzo vista l’altezza e nella fase difensiva in genere. Non grande passatore ma capace di creare un tiro in attacco in entrata con una notevole esplosività nel breve data la stazza. In NBA ha pagato la poca continuità e le amnesie difensive. Prendeva pochi rimbalzi per essere un pivot.
Da Roma a Treviso
Andrea Bargnani è nato a Roma il 26 ottobre 1985. Mangia pane e palla a spicchi in una famiglia di sportivi, giocatori di pallacanestro soprattutto. Come lo zio Balducci inizia la trafila nella Stella Azzurra Roma. Nel 2003 approda in Serie A con la maglia Benetton Treviso, squadra con cui nella stagione 2005-06 vince lo scudetto e il premio di miglior giovane del campionato italiano. Nel 2006 si aggiudica il trofeo Rising Star Trophy come miglior giocatore under 22 dell’Eurolega.
Da Treviso all’Nba
L’Italia, ma anche l’Europa, stanno stretti al giovane ma grande Bargnani che si rende eleggibile per l’Nba. Il 28 giugno 2006 al Draft NBA viene chiamato dai Toronto Raptors come prima scelta assoluta. Diventò così il primo giocatore italiano ad essere chiamato al primo giro, il primo europeo nella storia ad essere selezionato come numero uno assoluto, il secondo (dopo Yao Ming) non formatosi cestisticamente negli Stati Uniti ed il sesto non americano.
Le aspettative sono alte
L’impatto con l’Nba non è facile. I Toronto Raptors non solo il massimo della vita, i progenitori (per dire un eufemismo) di quelli che han vinto l’anello l’anno scorso. Il Mago sgomita per trovare spazio e minuti ma le sue medie crescono col passare delle partite. Saranno 7 in totali le sue stagioni in Canada. Il 9 dicembre 2010 mette a segno al Madison Square Garden il suo career high, con 41 punti, conditi da 7 rimbalzi e 6 assist.
Gli infortuni cominciano a limitarlo, così come le scelte dei suoi allenatori. Nel 2013 in una trade va a New York ma anche qui gioca poco, a intermittenza e sta spesso fuori per acciacchi vari. Va con i Brooklyn Nets nel 2015/2016 ma non sarà più fortunato. Il 20 febbraio 2016 rescinde il suo contratto con i Nets, diventando così free agent.
“Scende” in Europa ma… L’ultima stagione sui parquet, Bargnani la gioca in Spagna, con la maglia del Baskonia, 2016/2017 ma subito dopo l’eliminazione dall’Eurolega e ancora non al top fisicamente, Andrea rescinde consensualmente il contratto con la società basca. Non lo si rivedrà più giocare.
L’addio al basket
Bargnani piomba in un silenzio assordante. Su di lui ci sono solo voci di mercato, o forse vane speranze, di rivederlo in Italia dove, per molti, può fare ancora la differenza regalando e regalandosi ancora qualche anno di grande basket. Dal suo entourage invece non filtra nulla. Poi in un giorno di inizio gennaio 2018 arriva un post, un fulmine a ciel sereno. Un post su Facebook con geo posizione Hong Kong: “Ciao Ragazzi, l’altro giorno sono andato sulla mia pagina Facebook dopo molto tempo ed ho letto molti dei vostri messaggi. […] In tutti (o quasi tutti) i messaggi mi chiedete sempre le stesse cose, che sono poi le domande che mi fate per strada quando mi fermate per salutarmi: ovvero come sto fisicamente e quando torno a giocare. Quindi volevo dirvi che fisicamente sto bene ma, dopo l’interruzione da me voluta dei miei ultimi due contratti, io non sto cercando squadra. […]”.
Saluta e ringrazia tutti Andrea senza dare una vera spiegazione, o meglio senza entrare nel merito e nel dettaglio. Ma forse non c’era bisogno. Difficile dire cosa faccia oggi il Mago, si gode la vita e i soldi guadagnati, viaggiando molto probabilmente. Sui social è molto poco attivo. Qualche foto del suo passato, da bambino o da ragazzo, e i complimenti ai Raptors per il titolo vinto la scorsa estate. Il resto sono affari suoi. Nel dicembre 2019 Bargnani ha pubblicato delle stories in cui il Mago rispondeva, a modo suo, ad alcuni followers: “Che fai nella vita?“, chiede un fan. “Il meno possibile“, la risposta. Oppure: “Quanto hanno inciso i problemi fisici nella tua carriera?” “Molto meno di quelli mentali“. C’è bisogno di aggiungere altro?