Dalla Caratese in serie D ai trionfi con la Juventus e alla maglia della nazionale. Per Moreno Torricelli la carriera è stata una favola a lieto fine: lo notarono in un’amichevole e lo proposero a Trapattoni che, dopo averlo visto in allenamento, rimane folgorato e convince la dirigenza bianconera ad acquistare il giocatore per circa 60 milioni di Lire. Correva l’anno 1992 e per il giovane difensore cambiava la vita. Da magazziniere in un mobilificio alla Juve. Da terzino nella Serie D lombarda a compagno di Baggio e Vialli. La firma sul suo primo contratto da prof la raccontava così”: “Andai da Boniperti con i miei due procuratori. Lui uscì dall’ufficio e disse: “Buongiorno Moreno, vieni con me. Voi potete aspettare fuori, grazie”. Non gli piacevano i procuratori. Dentro, c’erano le sue scarpe, i trofei, i palloni in cuoio: che emozione. Mi diede uno stipendio di 80 milioni di lire. Per me che come falegname ne guadagnavo un milione e 200 al mese era un’enormità”. Trapattoni e Baggio lo prendevano in giro… ..
LUI E IL TRAP – “Al Trap devo tutto. Ha avuto il coraggio di lanciare un dilettante. E all’inizio la sua umanità è stata fondamentale. Aveva l’età di mio padre, era brianzolo, mi son trovato subito a mio agio. Mi parlava in dialetto, mi chiamava legnamè, falegname in dialetto. Quando finiva l’allenamento mi teneva a migliorare il sinistro perché avevo una zappa al posto del piede. Ma lo faceva anche con altri, con Conte per esempio. Baggio è stato l’unico a prendermi in giro, in modo scherzoso. Lui faceva sempre battute. Mi chiamò Geppetto e per tutti restai Geppetto”. Rimarrà il simbolo del “potere operaio bianconero”. Al suo primo anno impiega davvero poco tempo per guadagnarsi un posto da titolare. La stagione si conclude con la vittoria della Coppa Uefa in finale contro il Borussia Dortmund. Diventa uno degli idoli della tifoseria bianconera per la sua generosità, per la sua voglia di lottare e per la sua determinazione. Dopo un’altra stagione ancora ad alti livelli dove la Juventus arriva seconda alle spalle del Milan, il suo scopritore lascia la panchina e arriva Marcello Lippi. Saranno le due stagioni migliori con la vittoria, una dopo l’altra, dello scudetto, della Coppa Italia, della Champions League, della Coppa Intercontinentale, della Supercoppa Europea e della Supercoppa Italiana. La Nazionale è solo la normale conseguenza per Torricelli che con la maglia azzurra disputerà 10 partite, partecipando agli Europei del ’96 e i mondiali del ’98. Dopo sei stagioni, nel 1998, chiede di essere ceduto alla Fiorentina, dove ritroverà Trapattoni. Torricelli, in maglia viola, disputa quattro stagioni davvero significative con la squadra più volte ad un passo da uno storico scudetto, prima del fallimento della gestione Cecchi Gori.
IL LUTTO – Seguono due stagioni a Barcellona, sponda Espanyol, poi il ritorno in Italia con la maglia dell’Arezzo, in Serie B, prima di appendere le scarpette al chiodo nel 2005. Inizia la carriera da allenatore, prima seguendo le giovanili della Fiorentina, e con brevi esperienze in Lega Pro alla Pistoiese prima e al Figline poi. Purtroppo. Nel 2010 viene a mancare sua moglie a causa di un male incurabile e decide di dedicarsi in toto ai suoi tre figli. Oggi Moreno Torricelli riparte da Lillianes, paesino di 500 anime nella valle di Gressoney dove ha scelto di vivere, e il Pont-Donnas/Hône-Arnad lo ha nominato supervisore delle giovanili.