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Che fine ha fatto Yepes: il pirata dal Chievo al Milan tricolore

La carriera del difensore colombiano che conobbe in Italia una seconda giovinezza con l'ultimo scudetto rossonero

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L’ultimo scudetto del Milan è stato contrassegnato da uno squadrone, che non si è più visto con la maglia rossonera, Correva l’anno 2010/2011, poi ci sarebbe stato il filotto incontrastato della Juve. In quel Milan gente del calibro di Pirlo, Zambrotta, Ibrahimovic, Robinho, Cassano, Gattuso e una difesa che poteva contare su due colonne d’Ercole come Thiago Silva e Nesta. Insomma il top. A dare il suo contributo al tricolore ci penso anche lui, Mario Alberto Yepes. Centrale colombiano che in Italia, prima col Chievo e poi anche con l’Atalanta, ha trovato una seconda giovinezza.

Chi è Mario Yepes

Mario Alberto Yepes Díaz è nato a Cali, in Colombia, il 13 gennaio 1976. Ruolo difensore centrale. Anche se lui stesso ha ammesso di aver cominciato la carriera da attaccante e poi, col passare degli anni, nelle giovanili, essere stato arretrato al centro della difesa. Forte fisicamente, era pericoloso nel gioco aereo, sia in difesa che in attacco, oltre a sapere impostare dalle retrovie e arginare la manovra degli avversari.

Dopo gli inizi di carriera in Patria, con la maglia della squadra della sua città, il Deportivo Calì raggiunge la finale di Libertadores del ’99 persa con i brasiliani del Palmeiras. L’anno dopo passa al River Plate in Argentina dove vince due campionati. Agli inizi degli 2000 sbarca in Europa, per la precisione in Francia, al Nantes. Quindi il grande salto verso il Paris St Germain che non era, all’epoca, la corazzata di oggi. Infatti a Parigi vince una coppa di Francia e una coppa di Lega. Ma con il Psg incomincia a imporre la sua personalità diventando capitano.

Yepes, la seconda giovinezza col Chievo

A 32 anni Yepes sembra in parabola discendente della sua carriera. Arriva in Italia, in serie A ma a credere in lui è il Chievo Verona che gli consegna le chiavi della difesa. Mario, dopo un periodo di ambientamento al calcio italiano, sopratutto con l’arrivo di Mimmo Di Carlo in panchina, dimostra di non essere assolutamente a fine carriera, anzi, guida i clivensi alla salvezza guadagnandosi il rinnovo del contratto annuale. Si ripeterà l’anno dopo, ancora titolare con Di Carlo e ancora baluardo dei gialloblu verso l’ennesima salvezza.

La grande occasione del Milan

La squadra rossonera ha bisogno di un terzo battitore libero per la difesa per “allungare” le rotazioni del nuovo mister Allegri e concedere al bisogno un po’ di riposo a Thiago Silva e Nesta. La scelta ricade sul colombiano che dal Chievo fa le valigie per trasferirsi a Milanello.

Di lui si parla solo per la battuta di Berlusconi al suo arrivo: “E’ bravo e anche bellissimo e farà innamorare le tifose, perchè in fondo si tratta sempre di undici giocatori in mutande”. Yepes, inizialmente gioca poco, quasi nulla. Qualcuno si chiese già all’ora “Che fine ha fatto Yepes?”. Poi però arrivò il momento in cui Allegri ebbe bisogno di lui. Il colombiano superò rapidamente i vari BoneraPapastathopoulos.

Le sue 13 presenze furono mattoni importanti sullo scudetto rossonero.

La conferma, il gol a Lecce e la fascia da capitano

Le buone prestazioni, il suo essere sempre pronto all’occorrenza e la personalità da uomo squadra, gli fanno guadagnare la conferma in rossonero. Arriva anche il primo gol con il Milan non in una gara qualunque. A Lecce sotto 3-0 alla fine del primo tempo la squadra di Allegri sfodera una gran ripresa, si scatena Boateng autore di una tripletta per il 3-3. Poi nel finale su pennellata di Cassano, ecco che Yepes si ricorda dei tempi in cui faceva l’attaccante e incorna di testa il 4-3! Nel dicembre 2012, Yepes ha indossato per la prima volta la fascia di capitano del Milan.

Yepes all’Atalanta si guadagna il Mondiale

Dopo tre stagioni in rossonero, Yepes ha collezionato 46 presenze e 2 gol. Nel maggio del 2013 il difensore e il Milan hanno deciso, di comune accordo, di non proseguire insieme poiché il colombiano vuole giocare con continuità per non perdere il posto in Nazionale in vista dei Mondiali di Brasile 2014. Mario decide di accasarsi all’Atalanta. Sarà protagonista anche lì tenendosi stretta la maglia dei Cafeteros per la Coppa del Mondo.

Il Mondiale preceduto da quel discorso ai compagni

Ai Mondiali in Brasile, Yepes sarà protagonista insieme a tutta la Colombia che sogna dopo un girone dominato e l’Uruguay schiantata agli ottavi sotto i colpi di un allora straripante James Rodriguez con le giocate di Cuadrado e appunto le chiusure di Mario. Il sogno però viene infranto dal Brasile ai quarti di finale.

Che sarà ancor più protagonista per quel discorso motivazionale, ripreso negli spogliatoi della Colombio durante il pre-partita contro l’Argentina nelle qualificazioni. Parole appassionate che hanno conquistato i tifosi di tutto il mondo e che hanno ricordato quelle memorabili di Al Pacino, allenatore di football americano nel film “Ogni maledetta domenica”.

Questo il discorso da brividi di Yepes: «Oggi abbiamo un grande impegno nei confronti di tutta la gente che è qui e quella a casa, con la nostra famiglia e con il paese intero, però l’impegno più importante è con noi stessi FRATELLI! Dobbiamo dimostrare perché cazzo siamo arrivati fino a qui! Se siamo fatti per questo o no! Abbiamo una partita per dimostrarlo! Mettiamoci dentro tutto questo per fargli sentire che non riusciranno a vincere! Mettiamocela tutta: “Uno, dos, tres… Colombia!Colombia!Colombia!”».

Yepes: il ritiro, ora allena col sogno Milan

Dopo il Mondiale, Yepes lascia la serie A e torna in Sudamerica, si trasferisce, infine, al San Lorenzo, dove chiude la carriera da calciatore. Per cominciare quella di allenatore sulla panchina della squadra della sua città che lo ha lanciato nel grande calcio, il Deportivio di Calì.

La scorsa estate il suo nome è stato associato alla panchina del Monaco, in Francia, ma poi non se ne fece nulla. Magari in futuro potrà tornare a Milano da allenatore: “Ho iniziato a fare l’allenatore in Colombia – ha detto a calciomercato.com – Non so se rimarrò qui in futuro, adesso si stanno facendo dei corsi di aggiornamento qui e vediamo se ci sarà l’opportunità di tornare in Europa sotto un’altra veste”.

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