Grazie a lui la Sardegna calcistica oltre al Cagliari ha un altro rappresentante in Serie A: Antonio Giua di Olbia è un vero predestinato, perché fin da giovanissimo in tanti pronosticavano per lui un futuro nel massimo campionato italiano. Ha cominciato a bruciare le tappe da subito, andando ad arbitrare in Serie D poco più che ventenne. Vero fiore all’occhiello della classe arbitrale isolana, col suo stile ha dimostrato di tenere sempre in pugno anche le partite più spinose.
Il primo arbitro sardo nella storia
Prima di lui nessun conterraneo ci era riuscito. Antonio Giua, nato a Sassari l’undici marzo del 1988, è però originario del paesino di Calangianus. Dopo una gavetta nelle serie minori già nel 2014 approda al CAN di Lega Pro, dove rimarrà per tre anni distinguendosi grazie ad ottimi arbitraggi e conquistando anche il premio Luca Colosimo grazie alla sua bravura. Nel 2017 dopo aver diretto molto bene anche nel Campionato Primavera si conquista un posto nella lista dei fischietti per la Serie B.
Pisano onorario
Pur eccellendo come arbitro Giua non ha trascurato gli studi, anzi. Il 24 febbraio 2016 ha conseguito la laurea in ingegneria gestionale all’Università di Pisa; nel periodo degli studi ha fatto parte della sezione della città toscana. Tornato alla sezione di Olbia ha esordito nella serie cadetta in un Ascoli-Pro Vercelli, e di lui Nicchi disse che nel giro di due anni sarebbe arrivato anche in Serie A. Si sbagliava, perché a Giua bastò molto meno e il 24 febbraio 2018 a dirigere Bologna-Genoa 2-0 è proprio lui.
Arbitro con zero proteste
Da arbitro di polso è molto avvezzo ad ammonire chi si rivolge a lui per proteste gratuite, perdonando invece un po’ di più i contrasti più duri. Grazie ad una condizione atletica invidiabile mista ad una presenza sempre vicina all’azione rappresenta uno dei migliori giovani fischietti dell’intero panorama italiano, anche se nel campionato 2019-20 ha ottenuto spesso valutazioni al di sotto della sufficienza ed è finito più volte nel mirino soprattutto di dirigenti e tifosi del Napoli per alcune clamorose sviste.