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Chi è Praet, il play che piace al Milan?

Il centrocampista belga della Samp potrebbe arrivare con Giampaolo

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Chi è Praet, il play che piace al Milan?

La critica principale mossa al Milan di Rino Gattuso durante l’ultima stagione è stata l’incapacità di creare gioco con continuità e di offrire palle giocabili a Krysztof Piatek – e prima di lui a Gonzalo Higuain – che non arrivassero da un’invenzione estemporanea di Suso. La scelta di puntare su Marco Giampaolo deriverebbe proprio dalla capacità dell’allenatore pescarese di dare un gioco offensivo alle proprie squadre. Ma per avere un buon gioco servono giocatori di qualità, oltre ad un allenatore con delle idee. Ecco perché il primo nome accostato al nuovo Milan di Giampaolo da gran parte della stampa è stato quello di Dennis Praet, 25enne centrocampista belga della Sampdoria che nella stagione da poco conclusa pare aver compiuto il definitivo salto di qualità, proprio grazie alla grande sintonia con il suo allenatore. 

ENFANT PRODIGE. Parliamo di un ex enfant-prodige, prossimo alla maturità tecnica che in rossonero potrebbe affermarsi in maniera definitiva come uno dei migliori centrocampisti della Serie A1. Nato a Leuven nel 1994, Praet inizia a giocare nei club della sua città (Stade Leuven e Oud-Heverlee Leuven) prima di iniziare al sua evoluzione nelle giovanili del Genk, club che vanta academy e talent scout tra i migliori d’Europa. A 17 anni, nell’estate 2011, il trasferimento all’Anderlecht, che lo lancia immediatamente in prima squadra con risultati straordinari: titolare in Coppa del Belgio contro il Lommel, Praet debutta con 2 assist e, al turno successivo, segna contro il Rupel Boom. A 19 anni è titolare del club più importante del Belgio, in cui si impone come trequartista attirando su di sé le attenzioni dei principali club europei: nel 2012 Don Balòn lo inserisce tra i migliori calciatori nati dopo il 1991, mentre nel 2014, a 20 anni, vince il premio di giocatore dell’anno della Jupiler League per poi esordire in Nazionale maggiore. Giocatore tecnico e cerebrale, il giovane Praet ha un difetto: segna poco. Per questo la chiamata del grande club non arriva e solo nell’estate 2016 è la Sampdoria a scommettere su di lui, pagando 10 milioni di euro il suo cartellino. 

INIZIO DIFFICILE. L’approccio alla Serie A non è facile, nella prima stagione Praet ondeggia tra campo e panchina faticando a trovare una collocazione tattica precisa fino a quando Giampaolo non lo sposta dalla trequarti al ruolo di interno destro nel suo 4-3-1-2. È la mossa vincente. Nel 2017/18 il suo rendimento inizia a salire di livello fino a diventare eccellente in quella da poco conclusa. Preciso nel palleggio corto e nei cambi di gioco, dotato di grande padronanza nel controllo del pallone, Praet incide ancora poco in zona gol (2 reti e 3 assist quest’anno) ma diventa il motore del gioco della Samp: è lui a consolidare il possesso palla, da lui partono verticalizzazioni e filtranti che vengono poi trasformati in assist per le punte. Nel Milan di Giampaolo, il belga avrebbe stessa posizione e compiti: qualità e personalità al servizio del Diavolo.       

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