È nata, è stata raccontata ed è divenuta ormai celebre come “zona Cesarini”. Da ieri la si può tranquillamente chiamare “zona Cerri”.
Ebbene sì, Alberto Cerri lo ha fatto ancora. L’attaccante nativo di Parma – manco a farlo apposta – ha inferto proprio nei confronti del Parma un colpo che rischia di stroncare irreversibilmente le ambizioni di salvezza dei ducali, rilanciando invece quelle del suo Cagliari.
Procediamo però con ordine, perché quanto accaduto ieri sera alla ‘Sardegna Arena’ riconcilia con il gioco del calcio e merita di essere riassaporato: dopo appena mezz’ora la formazione guidata da D’Aversa conduceva per due reti a zero firmate da Kucka e da Pezzella. Un investimento dal forte sapore di tre punti.
Poi rete della speranza siglata da Pavoletti veniva prontamente ridimensionata dal sigillo di Man a mezz’ora dal traguardo. 1-3, finita qui? Nemmeno per scherzo.
Sei minuti dopo, Marin trovava il punto del 2-3 rimettendo i sardi sui binari in vista dello sprint finale che, con il senno di poi, rischia di assumere i connotati di una vera e propria “sliding door” in chiave salvezza.
Al 91′ Gaston Pereiro confezionava il punto dell’insperato 3-3 prima di pennellare al 94′ un pallone con il contagiri per il blitz aereo di Cerri: 4-3.
L’uomo della provvidenza trascina il Cagliari fuori dall’incubo e firma il primo goal della sua stagione. Era dal dicembre 2019 che il rossoblù non vincevano una partita dopo essere stati sotto di due gol. Nella loro storia in massima serie, tale impresa gli è riuscita solamente quattro volte.
Dicembre 2019, appunto. Avversario di turno la Sampdoria. La rete del clamoroso 4-3, quella volta, maturò al 97′. La firma, o meglio la testa, sempre la solita: quella di Alberto Cerri.
Il classe 1996 ha regalato una nuova gioia ai propri tifosi, ma la zuccata vincente del numero 27 è stata anche l’occasione per levarsi qualche sassolino dalla scarpa.
“Non vi sento, non vi sento..continuate a parlare ora”. Le parole scandite dal calciatore subito dopo il gol, rientrato arrabbiatissimo negli spogliatoi al fischio finale.
Un dettaglio marginale, dopo una notte da eroe.