Il mondo del ciclismo è ancora scosso dalla morte di Davide Rebellin. Un addio doloroso avvenuto dopo un incidente con un camion, che ha stroncato la vita del 51enne. Si è tornato a parlare della sicurezza stradale, ma come spesso accade dopo una tragedia. Il ciclista azzurro però non avrà di certo indietro la sua vita.
La morte di Rebellin ha lasciato un grande vuoto a tutti i familiari. Fanfan Antonini, la compagna del corridore (i due si sono sposati nel 2014 ma non hanno avuto figli), ha voluto ricordarlo con un post commovente su Facebook, tanto intenso quanto doloroso.
Morte Rebellin, la lettera della moglie Fanfan
Ecco la sua lettera: ” Il mio Angelo, il mio grande Amore… Immaginare la mia vita senza di te mi strazia… l’orrore di ciò che hai passato mi strazia… Andare avanti sapendo che non ci toccheremo mai più, non ci parleremo mai più, non ci sveglieremo mai più l’uno nelle braccia dell’altro mi fa a pezzi… Non fare le barrette energetiche che ti piacevano tanto mi sta distruggendo… I nostri bei progetti di coppia, che stavano finalmente prendendo forma ora che la tua impegnativa carriera era finita, e che non si realizzeranno mai, mi sta facendo a pezzi…”.
La lettera struggente di Fanfan continua: “Non poterti vedere e toccare per l’ultima volta perché te ne sei andato in modo così orribile, mi sta facendo a pezzi… mi mette al tappeto… Sto cercando di riprendere fiato, ma come posso respirare senza di te al mio fianco? Ti supplico, avvolgimi nella tua luce, così bella, così dolce, così gentile, così amorevole, così solare… dammi la forza di rialzarmi, e soprattutto RIPOSA IN PACE, questa pace che meriti così tanto. Ti terrò sempre nel mio cuore e in tutto il mio essere, per l’eternità”.
Lettera di Fanfan: tanti commenti di sostegno
Tantissimi i commenti di sostegno e incoraggiamento sotto il post Facebook della moglie di Rebellin, ma ovviamente adesso non sarà facile ripartire. Ci vorrà del tempo, quello che invece non si può ancora perdere per la sicurezza stradale. Non si può certo aspettare un’altra vittima, la speranza (seppur remota) è che Davide possa essere l’ultimo a morire così.