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Ciclismo Tirreno-Adriatico, 5a tappa: Vingegaard è fuori portata per chiunque e ipoteca la vittoria finale

Non attende nemmeno la tappa di montagna di sabato il vincitore degli ultimi due Tour per ipotecare la vittoria finale: Vingegaard fa il vuoto e trionfa a Villa Castellana

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Appena la strada s’impenna, il copione è sempre lo stesso: un puntino giallo s’allontana e per la carovana non c’è null’altro da fare, se non limitarsi a lottare per la piazza d’onore. Jonas Vingegaard ha già messo le mani sull’edizione 2024 della Tirreno Adriatico: nella tappa dei “muri” , con arrivo a Valle Castellana, il vincitore delle ultime due edizioni del Tour de France ha dimostrato una volta di più la propria superiorità quando la strada diventa impervia. Ha relegato i diretti rivali nella lotta alla maglia azzurra a pure comparse, infliggendo distacchi pesanti che pure, pensando al fatto che la tappa regina è in programma domani con arrivo sul Monte Petrano, lasciando intendere che il meglio debba ancora venire.

Vingegaard senza rivali: attacca e fa il vuoto

Il danese ha scelto di attaccare da lontano, sulla penultima asperità di giornata: quando sul San Giacomo ha cominciato a fare il forcing, provando subito ad andarsene per testare la condizione degli avversari, ha letteralmente fatto il vuoto dietro di sé. Ha scollinato con un minuto di vantaggio, ha saputo controllare e incrementare di qualche secondo il proprio gap in discesa, poi ha controllato negli ultimi 13 chilometri, lasciando intendere di volersi anche un po’ risparmiare in vista della tappa di sabato.

Al secondo posto ha chiuso Juan Ayuso, che ha battuto in volata Jay Hindley, unico che ha saputo resistere in qualche modo all’assolo del danese. Che adesso in classifica generale conta 54 secondi di vantaggio sullo spagnolo e 1’20” sull’australiano, chiamati domani a tentare il tutto per tutto nei 10 chilometri che porteranno il gruppo in cima al Monte Petrano. Anche se forse, vedendo come sono andate le cose oggi, potrebbe rivelarsi più saggio per loro evitare di perdere altro terreno, anziché provare a ribaltare le cose col rischio di rimbalzare ulteriormente indietro.

Tiberi, giornata no. Ganna ci prova nella fuga iniziale

Vingegaard ha dimostrato di essere fuori categoria per chiunque sulla faccia della terra, ma intanto c’è chi comincia a farsi notare per l’avvenire. È il caso del messicano Isaac Del Toro, che ha trovato risorse insospettabili per riportarsi sul gruppo inseguitore e tirare per il proprio capitano Ayuso, consentendogli di limitare i danni.

Non ha saputo fare altrettanto Antonio Tiberi, che s’è staccato sulle prime rampe del San Giacomo, arrivando con quasi tre minuti di ritardo. Il migliore degli italiani è stato Lorenzo Fortunato, 11esimo ma anch’esso a 2’52” dal Re Pescatore. In avvio di tappa si erano mossi per provare ad andare in fuga tra gli altri anche Alessandro De Marchi e Filippo Ganna, senza però fare una grossa selezione (importante il lavoro dei Visma per andare a riprendere i 10 fuggitivi).

Domani si arriva fin sul Petrano, ma la sensazione è che i giochi per la classifica finale siano belli che fatti, col danese fuori portata per chiunque.

Parigi-Nizza, 6a Tappa: Skjelmose fa il colpo, McNulty torna in giallo

A riprova che per la Danimarca la giornata s’è rivelata davvero trionfale, dalla Francia arriva la notizia del successo di Mattias Skjelmose nella sesta frazione della Parigi-Nizza. Il talento della Lidl Trek ha battuto in una volata ristretta Matteo Jorgenson e Brandon McNulty, che grazie a questo piazzamento è riuscito a recuperare secondi preziosi che l’hanno riportato in maglia gialla.

La lotta per la generale è più che mai agguerrita: Jorgenson segue a 23 secondi, Luke Plapp adesso è terzo con 34 secondi da recuperare sul leader della corsa. Giochi aperti anche per lo stesso Skjelmose (a 54 secondi) nonché per Remco Evenepoel, che ha regolato il gruppo in volata, vedendo però lievitare a 1’03” il ritardo da McNulty (Bernal segue 7 secondi più indietro). Domani tappa alpina, ma con percorso “mutilato” e ridotto a soli 104 chilometri.

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