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Coppa Italia: l'Albo d'oro. I nomi di tutte le squadre vincitrici

L'elenco di tutte le vincitrici anno per anno della Coppa Italia dal 1922 all'ultima edizione e la classifica dei trofei vinti

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Coppa Italia: l'Albo d'oro. I nomi di tutte le squadre vincitrici Fonte: Gettyimages

La Coppa Italia è una delle competizioni nazionali che interessa il calcio italiano: uno dei due tornei – insieme al campionato – che ha ricorrenza annuale e che è strutturato in una formula esclusiva, la quale tiene conto di un calendario organizzato e sviluppato da inizio stagione, tendenzialmente dal mese di agosto, a fine anno calcistico, di norma la finale cade tra maggio e giugno, in concomitanza con la fine del campionato di serie A.

Il torneo è strettamente dipendente dalla Federazione Italiana Gioco Calcio e ha subito, nel corso del tempo, diverse modifiche servite a rendere la manifestazione più avvincente o ad aprire a cambi di regolamento anche al fine di implementare la platea di squadre che potessero prendervene parte.

Tutte le vincitrici della Coppa Italia

1922 Vado
1935-1936 Torino
1936-1937 Genoa
1937-1938 Juventus
1938-1939 Ambrosiana Inter
1939-1940 Fiorentina
1940-1941 Venezia
1941-1942 Juventus
1942-1943 Torino
1958 Lazio
1958-1959 Juventus
1959-1960 Juventus
1960-1961 Fiorentina
1961-1962 Napoli
1962-1963 Atalanta
1963-1964 Roma
1964-1965 Juventus
1965-1966 Fiorentina
1966-1967 Milan
1967-1968 Torino
1968-1969 Roma
1969-1970 Bologna
1970-1971 Torino
1971-1972 Milan
1972-1973 Milan
1973-1974 Bologna
1974-1975 Fiorentina
1975-1976 Napoli
1976-1977 Milan
1977-1978 Inter
1978-1979 Juventus
1979-1980 Roma
1980-1981 Roma
1981-1982 Inter
1982-1983 Juventus
1983-1984 Roma
1984-1985 Sampdoria
1985-1986 Roma
1986-1987 Napoli
1987-1988 Sampdoria
1988-1989 Sampdoria
1989-1990 Juventus
1990-1991 Roma
1991-1992 Parma
1992-1993 Torino
1993-1994 Sampdoria
1994-1995 Juventus
1995-1996 Fiorentina
1996-1997 Vicenza
1997-1998 Lazio
1998-1999 Parma
1999-2000 Lazio
2000-2001 Fiorentina
2001-2002 Parma
2002-2003 Milan
2003-2004 Lazio
2004-2005 Inter
2005-2006 Inter
2006-2007 Roma
2007-2008 Roma
2008-2009 Lazio
2009-2010 Inter
2010-2011 Inter
2011-2012 Napoli
2012-2013 Lazio
2013-2014 Napoli
2014-2015 Juventus
2015-2016 Juventus
2016-2017 Juventus
2017-2018 Juventus
2018-2019 Lazio
2019-2020 Napoli
2020-2021 Juventus
2021-2022 Inter
2022-2023 Inter
2023-2024 JUVENTUS

Chi ha vinto la Coppa Italia?

  • Juventus 15
  • Roma 9
  • Inter 9
  • Lazio 7
  • Fiorentina 6
  • Napoli 6
  • Milan 5
  • Torino 5
  • Sampdoria 4
  • Parma 3
  • Bologna 2
  • Vado, Venezia, Genoa, Vicenza, Atalanta 1

La prima edizione della Coppa Italia nel 1922

Nata nel 1922, tale data coincide di fatto con l’unica edizione – tra tutte quelle disputate – riconducibile in termini organizzativi alla Figc: la sua genesi seguì un corso particolare e non fu certo figlia di un processo lineare, tutt’altro. La Coppa Italia, infatti, è un prodotto che nasce dalle ceneri: il 1921, infatti, fu l’anno in cui i dissidi tra i principali club calcistici portò a una scissione e alla creazione di una lega indipendente che prese il nome di Confederazione Calcistica Italiana.

La conseguenza fu scontata: Figc senza un torneo che suscitasse appeal e nella condizione di individuare una competizione nuova, a eliminazione diretta e in svolgimento in concomitanza del campionato. La formula, tuttavia, non ebbe fortuna: a limitarne il flusso, la serie di ritiri e ripescaggi che spalancò le porte ai club minori, non certo alla passione popolare. Vinse il Vado, formazione di seconda serie, che si impose ai supplementari sull’Udinese.

La seconda edizione della Coppa Italia nel 1926/27

Fu un esperimento a cui non venne dato seguito l’anno successivo, quello in cui la frattura tra i club e la federazione venne sanata con diverse riforme che riscrissero più di una regola. Non trovò spazio, in tale rinnovamento, la Coppa Italia, per ripristinare la quale vi furono timidi e mal riusciti tentativi, tra i quali val la pena richiamare alla memoria solo quello dell’anno 1926/27, che si concluse in un nulla di fatto ma che viene a tutti gli effetti catalogato come la seconda edizione del torneo.

La nuova formula della Coppa Italia dal 1935

Quello giusto, favorito anche dai maggiori spazi offerti da un calendario tarato questa volta per una serie A ridotta a sedici squadre, fu il tentativo del 1935: torneo con partite a eliminazione diretta al quale prendevano parte i club di serie A, serie B e serie C. La sede di gioco stabilita con sorteggio. In caso di parità erano previsti i tempi supplementari: qualora il punteggio non fosse cambiato, si pianificava un rematch.

Fu un percorso in costante evoluzione con finale solo inizialmente su campo neutro mentre venne successivamente stabilito che avvenisse con doppia sfida di andata e ritorno in casa delle squadre finaliste. La vittoria, oltre al diritto di alzare la coppa, sanciva l’approdo diretto alla Coppa dell’Europa centrale, successivamente nota come Mitropa Cup.

Coppa Italia edizione 1935/36: il Torino batte l’Alessandria in finale

Il grande debutto della nuova competizione fu una cavalcata piemontese verso la finalissima in programma allo stadio Ferraris di Genova. Si giocò dal 14 settembre 1935 all’11 giugno 1936. Turno preliminare con 64 squadre di serie C mentre le compagini di B e di A entrarono in campo nella seconda fase: quelle di cadetteria nel terzo turno eliminatorio, i club della serie maggiore dai sedicesimi di finale.

A contendersi la Coppa Italia edizione 1935/36 furono Torino e Alessandria che in semifinale ebbero la meglio – rispettivamente – su Fiorentina e Milan. Fu una finale senza storia: i granata si imposero perentoriamente con il punteggio di 5-1. Fu Gallo a trovare il vantaggio immediato dei granata, al pareggio di Riccardi fece poi seguito il gol di Silano a mandare in archivio la prima frazione sul 2-1 per il Torino. Nella ripresa si giocò in una metà campo: il tris fu opera di Buscaglia, poi ancora Silano e Gallo per la cinquina definitiva.

Coppa Italia: le edizioni degli anni Trenta

Al successo del Torino fece seguito, l’anno successivo, quello del Genoa: furono i grifoni a sollevare la Coppa Italia del 1936/37 imponendosi di misura sulla Roma grazie a un gol di Torti a 10′ dal triplice fischio. Nel 1938/39 la competizione torna a parlare piemontese e, stavolta, lo fa suscitando ancora maggiore interesse poiché si tratta della prima edizione che mette di fronte in finale due squadre della stessa città: Juventus e Torino spazzano via le due milanesi in semifinale (i bianconeri archiviano con una vittoria la sfida contro l’Ambrosiana Inter e i granata quella contro il Milan) e si affrontano per l’ultimo atto.

Due gare, andata e ritorno, vinte dalla Juventus: 3-1 fuori casa per i bianconeri, trascinati dalla doppietta di Bellini, che si ripetono nella gara di casa vinta per 2-1 (doppietta, stavolta, di Gabetto).

Nel 1938/39 arriva la prima volta dell’Ambrosiana Inter: finalissima contro il Novara, i meneghini si imposero di misura, 2-1, in virtù di un ottimo primo tempo (Ferraris II e Frossi piazzano l’uno-due prima della rete di Romano che accorcia lo svantaggio).

Coppa Italia, gli anni Quaranta e la grande Guerra

Ad accompagnare verso il nuovo decennio, nell’edizione del 1939/40 che fece da ponte per il passaggio tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta, fu la vittoria della Fiorentina sul Genova 1928: guizzo di Celoria per l’1-0 definitivo.

La parentesi veneta, con il Venezia che trionfa nella finale del 1940/41 battendo a domicilio e in casa la Roma in entrambe le sfide, fa da anticamera al ritorno prepotente delle piemontesi in un torneo riservato, a causa della Seconda Guerra Mondiale, solo alle formazioni di serie A e serie B: secondo successo della Juventus nel 1941/42 (due vittorie, per 4-1 e 5-2 contro il Milano); bis anche per il Torino nell’edizione successiva, finale secca, 4-0 al Venezia.

Era il 30 maggio 1943: data storica, da scrivere a ragione in annale, poiché è di fatto l’ultima partita di Coppa Italia, sospesa per gli sviluppi della Grande Guerra e mai più riproposta per i successivi quindici anni, fino al 1958.

Il ritorno della Coppa Italia nel 1958

Parecchi anni dopo aver messo in archivio il secondo conflitto mondiale, e a ricostruzione avviata, anche il calcio italiano si trova a vivere scenari rinnovati: esiste ora, per esempio, una Lega Nazionale Professionisti, ovvero un organismo associativo costituitosi nel 1946 con il compito, tra gli altri, di gestire i più importanti tornei professionistici.

Fu dall’impulso della LNP che tornò a prendere vita la Coppa Italia, sebbene il suo ritorno fu per certi versi anche casuale. Accadde infatti che nel 1958 ogni scenario venne stravolto da un avvenimento che nessuno aveva preso in considerazione: la nazionale di calcio italiana non si qualificò per i Mondiali di Svezia, e tanto bastò per decidere che – al fine di impegnare calciatori e pubblico nel periodo della competizione – partisse immediatamente il progetto della Coppa Italia, in calendario per l’anno successivo: edizione lampo, iniziò l’8 giugno e si concluse il 4 novembre, vinta dalla Lazio che battè in finale la Fiorentina di misura (1-0, acuto di Prini al 30′).

Coppa Italia anni Sessanta: la vittoria del Napoli è un’impresa sportiva

Le edizioni della coppa Italia degli anni Sessanta si ricordano soprattutto per quanto accadde, in termini di regolamento, all’inizio e alla fine della decade. Nel 1960/61 si diede vita a una competizione rapida e veloce: esclusi i club di serie C, turni a eliminazione diretta con le big in campo a tabellone avanzato.

L’albo d’oro del decennio segna la doppia vittoria di Fiorentina e Roma mentre si ricordano il quinto successo della Juventus e quello del Napoli, il cui clamore fu dovuto al fatto che non fosse un club della massima serie: solo al Vado nel 1922 era riuscita una simile impresa. Dopo i partenopei, nessuna altra società che non militasse in serie A riuscì a replicare l’impresa.

Altro dato interessante di quel decennio, quello che dal 1967/68 venne abolita la finale a due per dare vita a un mini girone da quattro squadre, una sorta di final four in cui vinceva la squadra con più punti finali.

Coppa Italia anni Settanta: strapotere Milan e sorpresa Palermo

Bastò poco alla Figc per capire di dover tornare sui propri passi e riprendere il vecchio formato, con finale secca tra due sole formazioni. Inoltre, in sostituzione del tabellone a eliminazione diretta vennero introdotti gironi preliminari, sette da cinque squadre con partite di sola andata cui in un momenti successivo si aggiungeva anche la detentrice della Coppa. Gli otto club rimasti in gioco venivano divisi in due gironi da quattro squadre con gare di andata e ritorno.

L’ultima di ciascun girone giocava la finale secca. Con sede fissa allo stadio Olimpico di Roma (due sole eccezioni: nel 1976/77 a Milano e nel 1978/79 a Napoli. Il Milan spaziale di quella decade conquisto la finale cinque volte e riuscì a vincerla in tre occasioni. Nota di merito al Palermo che, pur militando in serie B, giocò la finale in due occasioni.

Coppa Italia anni Ottanta: dominano Roma e Sampdoria

Altra rivisitazione della formula del torneo: negli anni Ottanta vengono introdotti i turni a eliminazione diretta, si fa largo la regola del gol in trasferta e sono di nuovo ammessi i club di serie C. Finale in due gare di andata e ritorno, in caso di perfetta parità tempi supplementari e calci di rigore.

Furono gli anni del dominio in tandem dell’asse Roma-Genova: quattro i successi finali della Roma, tre quelli della Sampdoria. La grande novità della fine del decennio fu la nascita di un trofeo nuovo, la Supercoppa italiana, che metteva di fronte la squadra vincitrice del campionato e quella che aveva trionfato in Coppa Italia.

La prima edizione della Coppa Italia risale al 1922 e se la aggiudicò il Vado. La seconda edizione risale al 1935-36. Ci fu un altro lungo letargo durato dal 1943 al 1958. Dopo di che la Coppa Italia è stata assegnata ogni anno senza soluzione di continuità. Pur cambiando format più volte, la Coppa Italia è sempre rimasto un torneo a eliminazione diretta che coinvolge le squadre di Serie A, di Serie B e dagli ultimi anni anche le squadre di terza e quarta serie.

Coppa Italia anni Novanta: un record di vittorie a sorpresa

Dal 1990 vi fu una ulteriore revisione della formula del torneo: turno eliminatorio e cinque turni di tabellone principale. Il campo, invece, offrì una serie di emozioni mai più replicate nella portata e per l’importanza che hanno rivestito: gli anni Novanta vengono ricordati come quelli delle grandi sorprese, dei primi trofei, delle imprese e delle quasi imprese degne comunque di accenno.

Il successo del Parma nel 1991/92 fa da apripista ai successi che destano fascino e stupore a un tempo: non più provinciali per possibilità economiche, i Ducali erano comunque una Cenerentola che metteva le scarpette nel grande salone da ballo delle grandi. A ruota, la vittoria del Torino e, l’anno successivo, la finale giocata dalla “piccola” Ancona contro la Sampdoria: vinsero i blucerchiati di Gullit con una finale di ritorno pazzesca.

Chiusa l’andata sullo 0-0 in trasferta, la Samp si scatenò in casa dove rifilò agli avversari un sonoro 6-1. Storici furono poi i trionfi di Fiorentina, Vicenza (una vittoria inattesa ma meritata contro il Napoli: servirono i supplementari nel match di ritorno) e Lazio.

Coppa Italia anni Duemila: Roma e Milano dominano la scena

L’inizio del Millennio non porta buone nuove: abolita la Coppa delle Coppe dalla Uefa, la vittoria in Coppa Italia diventa il pass per accedere alla coppa Uefa, competizione – tuttavia – alla quale è più agevole accedere anche attraverso il piazzamento campionato. La competizione perde fascino e appeal e vi prendono parte tutte le squadre di Serie A, di Serie B e le migliori dieci di Serie C.

Prima fase a gironi eliminatori; seconda fase a turno eliminatorio tra le otto qualificate e otto club della massima serie non impegnati in Europa. Nel 2005 la fase eliminatoria viene stabilita in gara secca tra le dodici società di serie A escluse dalle coppe, tutte quelle di serie B e trenta di serie C.

Nel 2007 altro cambiamento: escluse le squadre di serie C (rientrano a partire dalla stagione successiva), il torneo è rivolto ai soli club di A e B con finale in gara unica all’Olimpico di Roma. Il campo sancisce lo strapotere dell’asse Roma-Milano: eccezion fatta per il successo del Parma a inizio decade, la Coppa finì cinque volte a Roma (tre in casa Lazio, due nella bacheca della Roma) e quattro a Milano (tre successi dell’Inter e uno del Milan).

Coppa Italia anni recenti: Juventus in doppia cifra

Tra il 2010 e i primi anni che hanno introdotto alla terza decade del centenario, solo quattro squadre hanno messo in bacheca il trofeo: si tratta di Juventus (cinque trionfi di cui quattro consecutivi che hanno portato i bianconeri – prima squadra in assoluto – a scrivere la doppia cifra nel numero di successi complessivo), Inter (due vittorie e otto successi in totale), Lazio (due Coppe aggiunte in bacheca per le sette complessive) e Napoli (due vittorie anche per i partenopei che ne hanno vinte sei in tutto).

Coppa Italia, la formula e il ranking attuale

La formula attuale del torneo, varata dalla stagione 2021/22 prevede la partecipazione di tutte le squadre di serie A e di serie B cui si aggiungono quattro formazioni di serie C.

Il ranking che determina l’ingresso in gioco dei club è stabilito secondo le seguenti modalità:

  • numero 1 per la vincitrice dell’edizione precedente della Coppa Italia;
  • numeri dal 2 all’8 per le prime 8 del precedente campionato di Serie A cui va tolta l’eventuale detentrice della Coppa Italia;
  • numeri dal 9 al 20 per le squadre posizionate, nel precedente campionato di serie A, dalla nona alla 17esima posizione e le tre promosse in Serie A dal campionato precedente di cadetteria;
  • numeri dal 21 al 24 per le tre squadre retrocesse in Serie B nella stagione precedente e la perdente del play-off di cadetteria;
  • numeri dal 25 al 36 per le squadre posizionate dal quarto al 15esimo posto nella precedente competizione di serie B e per la vincente della finale play-out della medesima stagione e competizione;
  • numeri dal 37 al 40 per le tre squadre promosse in Serie B dalla precedente stagione di serie C e per la vincente della finale play-off dell’ultimo campionato di Lega Pro;
  • numeri dal 41 al 43 per le tre squadre seconde classificate nei gironi del precedente campionato di Serie C;
  • numero 44 per la vincitrice dell’edizione precedente dell’ultima Coppa Italia di Serie C.

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