Federica Cappelletti è stata eletta alla guida della Serie A del calcio femminile, candidata unica e votata all’unanimità, con un progetto di partecipazione scaturito dalla volontà di assumere un impegno attivo, presente, riconoscibile per quel calcio che ha contribuito a costruire anche Paolo Rossi è autentico. Vero, anche se appena iniziato.
- Federica Cappelletti, vedova di Paolo Rossi, eletta
- L'incontro con Paolo Rossi, un grande amore
- La drammatica malattia e l'annuncio su Instagram
- Il progetto che continua Federica Cappelletti
Federica Cappelletti, vedova di Paolo Rossi, eletta
“Trovo sicuramente un grande lavoro fatto, ma c’è bisogno di una velocità diversa, di una marcia in più, per raggiungere obiettivi importanti. Andare oltre quello che era uno slogan e quindi portare il movimento verso il consolidamento e la svolta”, le sue prime parole.
Da una mattina calda, afosa di fine giugno, dunque, Federica Cappelletti ha acquisito un ruolo istituzionale riconoscibile, fermo, assolutamente cercato e voluto per dare una evidenza dell’impegno familiare che aveva incominciato a spendere con il marito, l’indimenticabile Paolo Rossi.
L’agenzia ANSA ha lanciato il flash con poche righe a corredo alle 12:58 di oggi, eppure questo risultato arriva da molto lontano. Dalla sua dedizione allo studio, dall’università, dalla professione giornalistica e anche dalla scelta di legarsi a un territorio, da una vita quasi agreste condivisa con Pablito in un luogo meraviglioso e denso di relazioni umane di rilievo.
𝗙𝗲𝗱𝗲𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗖𝗮𝗽𝗽𝗲𝗹𝗹𝗲𝘁𝘁𝗶 eletta presidente della Divisione Serie A Femminile Professionistica.
Il Consiglio Direttivo sarà formato da Stefano Braghin, Alessandro Terzi ed Elena Turra (che ricoprirà anche il ruolo di vice-presidente). https://t.co/9vro20Bqpy
— FIGC Calcio Femminile (@FIGCfemminile) June 29, 2023
L’incontro con Paolo Rossi, un grande amore
Giornalista, scrittrice, conduttrice, ha deciso di mantenere un ruolo attivo, come accennavamo, nel calcio che tanto ha dato – e tolto – a lei, a Paolo Rossi, alla loro famiglia.
Federica Cappelletti, 51enne seconda moglie dell’eroe dei Mondiali ’82, si è sposata con l’attaccante campione del Mondo nel 2010 in Campidoglio, a Roma, per sancire un intreccio fatto di passione e amore e lavoro. Tanto lavoro, quello che seguivano entrambi con la dedizione e che si deve alle parole e all’analisi.
Paolo Rossi aveva dedicato, insieme a Federica, un libro alla sua esistenza e a quanto aveva costruito con lei, giornalista de La Nazione e scrittrice, appunto. “Quanto dura un attimo”, il titolo del volume firmato da entrambi.
La drammatica malattia e l’annuncio su Instagram
Un legame, umano e professionale, indissolubile incominciato con una presentazione e mutatosi in altro, nella costruzione di un amore – per dirla alla Ivano Fossati – che ha impegnato psiche, cuore e muscoli perché ha richiesta fatica, ma altrettanta dedizione.
Proprio a lei è toccato l’arduo e doloroso compito di dare l’annuncio della scomparsa, a soli 64 anni, di Paolo Rossi. Il nostro Pablito, l’eroe del Mondiale di Bearzot e del presidente Sandro Pertini, di quella mitica partita a scopone in volo. E a un mondo che oggi, anche calcisticamente, è relegato ai ricordi di quanti hanno negli occhi e nella memoria le imprese di quel ragazzino esploso nel Vicenza e divenuto icona nella Juventus.
Federica ha deciso di affidare il suo messaggio a Instagram (preferito a un comunicato) e di postare l’immagine piena di istanti di gioia che li ritraeva insieme, nel rinnovo delle promesse con l’uomo che ha amato e da cui ha avuto due figlie, Maria Vittoria e Sofia Elena.
La diagnosi, i ricoveri e l’epilogo sono arrivati dopo quella festa celebrativa di quel connubio con un finale inatteso. Triste, inaspettato per lei e le sue figlie, come ebbe modo di ammettere e spiegare in una breve intervista rilasciata al Corriere della sera. “Quindi l’ultimo ricovero al Policlinico Le Scotte: aveva il tutore, liquido nei polmoni, ma niente avrebbe potuto farci pensare – ha detto -a un epilogo così improvviso, nessuno in famiglia se lo aspettava, né io né le mie bambine”.
Il progetto che continua Federica Cappelletti
Con Federica l’amore è stato totale, assoluto, maturo e consapevole perché si alimentava del fare. Un progetto condiviso che ha unito generazioni diverse (li dividevano 16 anni) all’apparenza, ma accomunate da intenti, valori, obiettivi e desideri comuni, saldi come la loro unione.
Quella famiglia che continua a vivere e a esprimere la bellezza dell’impegno, dello studio, del calcio.