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Crisi Juve, Conte torna da Agnelli: una storia di amore, tradimenti e di ripicche

La Juventus pensa seriamente al ritorno di Antonio Conte sulla panchina bianconera per riprendere il discorso interrotto quasi 10 anni fa. Da superare però le grandi divergenze, gli insulti e gli screzi con Andrea Agnelli che si sono ripetuti in questi anni

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

C’eravamo tanto amati. La frase calza a pennello per descrivere il rapporto tra Andrea Agnelli e Antonio Conte. Due juventini nell’anima che hanno sofferto e vinto insieme salvo poi lasciarsi nemmeno troppo felicemente ognuno per la sua strada. Se ne parla tantissimo, se n’è parlato ciclicamente, perchè impossibile non pensare ad una Juventus in piena crisi, oggi come 10 anni fa sull’orlo del baratro, non cerchi di tornare dal suo “maieuta”. Così uguali, così diversi, Conte e Agnelli potrebbero a breve riunire le proprie strade sul viale bianconero ma dovranno prima appianare tutte le divergenze di quest’ultimo decennio.

Agnelli chiama Conte e la Juve torna a vincere

Sono gli anni successivi al ritorno dall’inferno della serie B post calciopoli. La Juventus della vecchia guarda, da Del Piero a Trezeguet passando per Buffon, Camoranesi e Nedved vince ma non troppo per contrastare lo strapotere dell’Inter del Triplete, della Roma di Totti-Spalletti, poi anche del Milan di Ibra e Thiago Silva. I due settimi posti consecutivi, prima con la staffetta Ferrara-Zaccheroni poi con Delneri la stagione dopo, sono la goccia che fa traboccare il vaso di una rivoluzione necessaria.

Agnelli decide di scommettere ancora una volta su uno juventino vero, Antonio Conte. Ma stavolta andrà diversamente rispetto a Deschamps (che pure un campionato di B l’aveva vinto) e Ferrara. Dopo l’esperienza vincente a Siena, l’allenatore leccese riporta entusiasmo, tenacia, voglia di lottare, la grinta tipica della Juve, che era stata sua ai tempi delle vittorie di Lippi con Conte senatore, pretoriano e luogotenente, in campo e fuori.

La Juventus di Conte cala il tris di scudetti! I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Conte strappa lo scudetto al Milan di Ibrahimovic e Thiago Silva con proprio Allegri in panchina e apre un ciclo di vittorie di ben tre anni, nei due successivi al primo scudetto di fatto si gioca per il secondo posto. La BBC Barzagli-Bonucci-Chiellini è impenetrabile; Pirlo orchestra un centrocampo fatto di muscoli e intelligenza, da Vidal a Marchisio passando per un giovane Pogba, davanti nessuna grande stella, se non Tevez all’ultimo anno, ma tanti bomber che si alternano, da Vucinic a Matri passando per Llorente, Giovinco e Quagliarella solo per citarne alcuni.

Juve: Conte, le 10 euro al ristorante, la prima rottura con Agnelli

Quella Juve schiacciasassi in campionato non riesce però ad esprimersi in Europa. Nella prima partecipazione alla Champions League, tra primo e secondo scudetto, arriva l’eliminazione netta per opera del Bayern che vince a Monaco e a Torino contro una Juventus inerme. L’anno dopo va ancora peggio. In Champions la sua Juve esce al girone eliminata nell’ultima partita dal Galatasaray da un gol a pochi minuti dalla fine. Non arriva nemmeno in finale, allo Stadium di Torino, di Europa League, fermata in semifinale dal Benfica (corsi e ricorsi storici…).

La frase di Conte sulle 10 euro al ristorante da 100. Conte quella stagione, la sua terza sulla panchina bianconera, farà qualcosa come 102 punti in campionato, record assoluto. A chi gli chiede un upgrade nell’Europa che conta, l’allenatore risponde così: “Non puoi pensare di mangiare con dieci euro in un ristorante da 100 euro”. Una frase che Agnelli non ha mai digerito. E che forse a distanza di quasi 10 anni non ha ancora perdonato al tecnico leccese.

Agnelli e Conte, amore e odio: le dimissioni di Antonio

La rottura si consuma pochi mesi dopo. E’ ancora estate, la Juve si ritrova per quello che dovrebbe essere il 4° anno di Conte. Ed invece il tecnico stupendo tutti, dopo un paio di giorni di ritiro molla tutto. Si dimette. Mancanza di stimoli, impossibilità, secondo lui, a fare meglio, probabilmente divergenze con la società sulla campagna acquisti per migliorare la squadra. La spaccatura è insanabile. La Juve chiama Allegri che continuerà a vincere in Italia, 5 scudetti di fila, facendo quell’upgrade in Champions, con due finali però perse, che a Conte non era riuscito.

Gli screzi continui tra Conte e Agnelli: il dito medio in coppa

Da quel momento le storie di Conte, con Agnelli e la Juve si separano e non si rincontreranno mai più se non da avversari. Ma non finiscono le invettive, gli screzi, le stoccate che culmineranno con il litigio in diretta televisiva durante una partita di Coppa Italia. Già da ct della Nazionale, c’era stata qualche frecciata.

Conte vs Elkann, botta e risposta. Non con Agnelli, bensì con il cugino John Elkann che aveva criticato la gestione dei nazionali juventini, relativamente al caso dell’infortunio di Marchisio nel ritiro azzurro. “Se uno vuole passare come il selezionatore con maggiori infortuni…” aveva detto il numero uno di casa Agnelli. A cui era seguita la risposta piccata dell’allora ct azzurro: «Mi dà fastidio chi cerca di mettermi il passato contro. Io faccio lavorare troppo i giocatori in Nazionale? Perché Elkann non me l’ha mai chiesto quando ero alla Juventus? Da noi non si lavora sodo, si lavora bene».

Agnelli vs Conte, dito medio in Coppa Italia. E se nei vari elogi del lavoro di Allegri, Andrea Agnelli aveva più volte sottolineato “le sue capacità e la sua caparbietà nel portare avanti un lavoro che per altri sembrava terminato” l’apice dei dissidi con Conte si è avuto in occasione della sfida di Coppa Italia contro l’Inter due anni fa. Conte è sulla panchina dei nerazzurri, la Juve li affronta in semifinale. A San Siro all’andata è 1-1. Al ritorno la Juve va in finale grazie allo 0-0.

Uscendo dal campo e prima di imboccare il tunnel negli spogliatoi, il tecnico nerazzurro aveva sfogato la sua frustrazione verso la dirigenza della Juventus in tribuna mostrando il dito medio. A fine gara, con la qualificazione alla finale in tasca, scendendo le scale Agnelli grida verso Conte insulti volgari: “Il dito medio mettitelo nel …! Co…ne!”

Conte alla Juve con Agnelli: sarà la volta buona

In questi anni però più di una volta si è parlato di un ritorno di fiamma tra Conte e la Juventus. Badate bene, non tra Agnelli e Conte. Perchè il numero uno bianconero ha sempre rispedito al mittente qualsiasi possibilità di riprendere Conte. Che secondo i rumors è stato più volte riproposto, sia per il dopo Allegri I che dopo Sarri che dopo Pirlo, con Nedved primo sponsor ricevendo sempre due di picche da Agnelli. Ora che la Juventus sembra nuovamente in piena tempesta, proprio come oltre dieci anni, al momento fuori dalla Champions e ottava in campionato, il nome di Conte è rispuntata fortemente fuori. Sarà la volta buona?

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