Tra i temi su cui, spesso e volentieri, viene interpellato Flavio Briatore c’è anche la Juventus. L’ex manager di F1 e imprenditore nel segmento dell’intrattenimento e della ristorazione si è espresso senza metafore né allusioni sullo stato dell’arte, nel corso del suo intervento in diretta a La Politica nel Pallone in qualità di tifoso assai particolare della società che fa capo agli Agnelli.
Briatore accusa la dirigenza Juve
“Avevamo una squadra che vinceva, magari non giocava così bene, non era calcio champagne, ma almeno vinceva. Hanno cambiato tutto, hanno preso Sarri che tutti sapevamo non fosse adeguato per la Juve e poi hanno chiamato Pirlo, una scommessa: è come dare una Ferrari come prima macchina in mano a uno che ha solo il foglio rosa”, ha dichiarato Briatore.
Secondo l’imprenditore la situazione attuale, che indica una evidente difficoltà della Juventus ai limiti della zona Champions, è da imputare a delle scelte precise, ma errate.
“In campo era un punto di riferimento, in panchina no. C’è stato un errore di valutazione, non me l’aspettavo. È dall’inizio del campionato che non vinciamo contro squadre molto inferiori a noi, abbiamo giocatori importanti ma non abbiamo un centrocampo. È la conseguenza di scelte sbagliate come quella dell’allenatore e del modo in cui si sono comportati con Allegri. Quella squadra lì con qualche inserimento avrebbe potuto continuare a vincere, ma hanno voluto cambiare tutto e questo è il risultato”.
Rimpianto Allegri: l’analisi di Briatore è spietata
Un grande rimpianto, dunque, rimane l’allontanamento di Massimiliano Allegri, allenatore che per un quinquennio aveva concretamente rilanciato le ambizioni della società e della squadra riuscendo a sfiorare la vittoria nella massima competizione continentale e che avrebbe incontrato Andrea Agnelli, presidente del club, di recente prima della debacle Super Lega. Che sia anche questo un inizio, a prescindere dalla sorte che toccherà ad Agnelli?
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