La Juventus bella e convincente, giustiziatrice dei campioni d’Europa del Chelsea in Champions League, ha lasciato il passo ad una squadra completamente in balia di se stessa e alle prese con una forte crisi d’identità che rischia di compromettere la stagione: a Verona è andata in scena la seconda sconfitta consecutiva , giunta al culmine di una prestazione dai due volti.
Primo tempo inguardabile per i ragazzi di Allegri, svegliatisi nella ripresa quando il danno era ormai già fatto: a piangere è soprattutto la classifica, mai così deficitaria nell’era dei tre punti dal 2015-’16, quando i punti erano gli stessi (15) dopo le prime undici giornate di campionato.
Alla fine i bianconeri vinsero lo scudetto grazie ad una cavalcata impressionante, anche se quello era un gruppo diverso e reduce dalla disputa di una finale di Champions League persa col Barcellona: allo stato attuale delle cose non è possibile fare dei paragoni, se non cercare di porre dei correttivi per salvare quantomeno il salvabile.
Lo stesso primo posto è lontano tredici lunghezze e, se una (o entrambe) tra Roma e Napoli dovesse vincere, il distacco si allungherebbe a sedici: un numero mai toccato in passato, considerato che nell’era dei due punti la differenza era stata al massimo di -8 (-13 col conteggio attuale).
I problemi della ‘Vecchia Signora’ non si limitano alla sola classifica: impietoso è anche il dato sui gol subiti (15) che, a questo punto del torneo, si era palesato addirittura nella stagione 1961-’62, chiusa con un deludentissimo 12° posto.
Insomma, numeri raccapriccianti che fanno da ponte con un passato triste e all’apparenza dimenticato, che stona con i connotati vincenti della storia della Juventus, abituata a ben altro rendimento e poco avvezza ai singhiozzi di metà classifica.