La Coppa Italia potrebbe dare un senso alla complicata stagione del Milan. Un’eventuale vittoria contro i rossoblù significherebbe altro titolo in bacheca dopo la Supercoppa e qualificazione ad una coppa europea. Poi si ripartirà con un progetto differente che però non è ancora chiaro a nessuno, probabilmente neppure alla dirigenza. Da qui nasce la battuta di Cruciani su una fumata bianca che riguarda il direttore sportivo da fare arriva prima di quella del nuovo papa.
- Il conclave del Milan e una fumata ancora grigia
- Il precario Conceicao che non è una vittima
- Il grande paradosso del tecnico portoghese
Il conclave del Milan e una fumata ancora grigia
Direttore sportivo prima e allenatore poi. L’ordine delle mosse del Milan è chiaro. Ciò che manca, però, sono i tempi indefiniti nonostante colloqui che vanno avanti con diversi candidati. Vanno sciolte le riserve e da questo punto di vista arriva il sollecito del giornalista Giuseppe Cruciani: “Il Milan ha davanti sé un grande obiettivo: quello di arrivare a nominare un direttore sportivo prima della nomina del nuovo Papa. La fumata bianca al Milan deve arrivare prima della fumata bianca in Vaticano! Il secondo incontro di 4 ore con Igli Tare non mi sembra che prometta bene come quello del Conclave“.
Il precario Conceicao che non è una vittima
Nonostante la possibilità di chiudere con due trofei, l’era Sergio Conceicao è destinata a concludersi a fine maggio. Un paradosso, anche se il tecnico portoghese ha sempre camminato con un bersaglio dietro la schiena, fin dalla nomina e fin dal balletto col sigaro in bocca. Una situazione che, secondo Cruciani, non è dipesa però solo dal Milan: “Meritava di più ma è stato lui ad accettare un contratto di 6 mesi rendendosi un precario“.
Il grande paradosso del tecnico portoghese
Un concetto che probabilmente merita un approfondimento. Allora Giuseppe Cruciani, all’interno del podcast di Chiamarsi Bomber, scende ancora di più nel dettaglio: “Non è un problema dei giornalisti ma di contratto da precario e di risultati che sono mancati“. Anche se il paradosso è più vivo che mai: “Rischia di essere l’allenatore più titolato del Milan negli ultimi 10, 15 anni“. Evidentemente, non basterebbe. Il Milan guarda già al futuro e sarà un futuro diverso.